Il vento di destra che soffia sull’Europa, ma governa il centro. E la sinistra arretra

L'Europa svolta a destra, cosa significa per l'Italia e quali conseguenze potrebbe avere sulle prossime tornate di voto

La destra sovranista, populista e ultranazionalista avanza in tutta Europa: è successo in Francia, in Germania e adesso in Austria. Il centrosinistra arretra dappertutto, in percentuali variabili ma comunque significative di una perdita di identità.

Al Governo però vanno formazioni moderate e centriste, che si ispirano al Ppe. Come accaduto in Germania e in Austria. Diverso il discorso della Francia, dove En Marche di Emanuel Macron è una formazione nuova e lontana sia dai gaullisti che dalla Gauche.

Il vento internazionale conterà anche in Italia, dove il centrodestra però ha una connotazione differente, dovuta alla coesistenza tra il radicalismo della Lega di Salvini, il sovranismo di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e la versione moderata e populista al tempo stesso di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il quale non a caso ha detto che se non ha la maggioranza si ritira. Vede i sondaggi.

Il centrosinistra è diviso, ma soprattutto confuso. Inseguire la destra sui temi della sicurezza fa perdere voti, lo ha capito prima di tutti il ministro Marco Minniti ribaltando la prospettiva e prendendo l’iniziativa.

Ma il Pd da solo non può farcela, servono alleanze con tutti: con Alternativa Popolare, con Campo Progressista di Giuliano Pisapia, con Sinistra Italiana, con il Psi, ma anche con Mdp. Nonostante Massimo D’Alema. Se la sinistra non prova neppure a fare la sinistra, allora ha perso in partenza. La legge sullo ius soli è sicuramente impopolare, ma se non la fa la sinistra, chi dovrebbe provarci?

In Italia, però, rispetti agli altri Paesi europei, c’è una terza forza importante: il Movimento Cinque Stelle, che però non si allea e quindi rischia di vanificare il significativo consenso che emerge dai sondaggi. I pentastellati sarebbero il primo partito del Paese.

A livello locale non si potrà tener conto di questi punti quando si andranno a individuare i candidati. Se il Partito Democratico piazzerà soltanto suoi esponenti nei collegi maggioritari e proporzionali, allora sarà difficile che gli alleati sbattano i tacchi e pronuncino “signorsì”. Analogo ragionamento per Forza Italia. Anche perché nello stesso giorno si voterà per le regionali, dove Nicola Zingaretti è già in campagna elettorale e non transigerà sul fatto che il centrosinistra dovrà essere unito.

I Cinque Stelle hanno lanciato Roberta Lombardi, il centrodestra è in ritardo. Sarà Silvio Berlusconi a decidere.
Intanto però dominano il vento internazionale e i sondaggi. Il centrodestra ha il vento in poppa e aggrega le liste civiche. Il centrosinistra non può continuare a perdere tempo.

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