L’Authority punta il dito su Cosilam ed AeA srl

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il siluro lo ha lanciato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Destinazione amministrativa: il Consorzio Industriale per lo Sviluppo del Lazio Meridionale di Cassino. Destinazione politica: il presidente dell’Asi Francesco De Angelis ed il suo progetto. Cioè, quello che sta concentrando in una società privata tutta la parte più ricca dei consorzi: il trattamento dei rifiuti industriali e la manutenzione dei depuratori.

Nel mirino dell’autorità di piazza Giuseppe Verdi a Roma e guidata da Giovanni Pitruzzella è finita la famigerata società ‘Aea’. E’ la società fondata dal consorzio industriale di Rieti, comprata al 50% (spendendo tra i 250mila ed i 300mila euro) l’estate scorsa dal consorzio Asi di Frosinone  (noi lo avevamo detto).

Il suo scopo? Gestire i servizi ambientali. Ma dovrebbe essere la mission dei Consorzi Industriali? Perché affidarla ad una società esterna, nonostante sia posseduta al 100% dai Consorzi? Perché conviene: lo dicono i numeri. Così Aea srl gestisce il ciclo delle acque (acquedotti, fognature e depurazione) nei territori di pertinenza dei Consorzi industriali di Rieti e Frosinone. Si occupa degli impianti di depurazione e delle reti fognarie e acquedottistiche degli Enti che hanno stipulato accordi e convenzioni. E presso gli impianti di depurazione autorizzati, gestiti da Aea srl, vengono effettuate operazioni di trattamento conto terzi di reflui non condottati, civili ed industriali.

Un business, che produce utili. E viene sganciato dai rigidi vincoli di spending review, assunzioni, lacci di ogni genere che ingessano le società pubbliche. Insomma, puoi fare come se fosse un’azienda privata. La Società è amministrata da un CdA composto da Francesco De Angelis (Presidente Asi Frosinone), Andrea Ferroni (presidente Asi Rieti), Riccardo Bianchi presidente ed Amministratore Delegato

L’altra faccia della medaglia: ai Consorzi Industriali resta poco o niente da fare. Così, quando la Regione Lazio farà la legge che li fonderà in uno solo, tutta l’argenteria sarà già al sicuro.

Cosa c’entra in tutto questo l’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato? E perché si è scomodata la dottoressa  Letizia Giliberti, funzionario esperto dell’Authority? Il ferratissimo avvocato (che ha già emanato provvedimenti molto severi in materia di pirateria alimentare, pubblicità nel settore Farmaceutico, cemento armato) ha scritto al Cosilam. Ha puntato il dito su un provvedimento che Alessioporcu.it aveva anticipato lo scorso inverno.

Per rendere ancora più produttivo il giro di Aea srl occorrono volumi di lavorazione alti. Più sono alti e più le economie di scala rendono conveniente per tutti l’operazione. Così, nel calderone viene gettato tutto il servizio di depurazione del Cosilam di Cassino: in pratica, gli scarichi e la loro depurazione, dell’intero indotto Fca.

L’operazione prende le mosse già nella tarda estate 2016. Tutti smentiscono le indiscrezioni fino a dicembre. Nessuno dà peso a quella pista al punto che il presidente Francesco De Angelis lo dice tra le righe di una sua conferenza stampa e nessuno ci fa caso. (quasi nessuno: noi, anche questo, ve lo avevamo detto e anche più volte). La polemica che si scatena per avere svuotato Cosilam della sua mission e della sua principale fonte di guadagni è enorme (leggi qui la rabbia di Anna Teresa Formisano). Al punto che dopo pochi giorni tutto viene portato alla luce, annunciando il passaggio dei servizi Cosilam ad Aea srl ed anche l’ingresso di Cosilam nel capitale sociale (leggi qui).

L’Autorithy mette il dito proprio su questo punto. La dottoressa Letizia Giliberti lo fa con la nota n°915 del primo marzo 2017. Chiede copia del parere rilasciato dalla Ficei (Federazione Italiana Consorzi ed Enti Industriali) e copia del parere della Aea Srl. In pratica: vuole capire sulla base di quali presupposti sia stata fatta l’operazione. Poi chiede spiegazioni sui motivi della durata del contratto: perché Cosilam deve legarsi per tutti quegli anni ad Aea? Se poi le cose non dovessero andare bene? Ma la dottoressa vuole vederci ancora più chiaro e chiede informazioni sull’insieme delle attività svolte dalla società Aea srl. Non solo: ma davvero è un’operazione conveniente? E per chi? Così, l’Authority cerca di capire e chiede per iscritto al Cosilam le modalità con cui i due depuratori di proprietà sono stati gestiti fino ad oggi, nonché la coerenza della proprietà e gestione consortile dei depuratori.

Il dubbio espresso dall’Authority è che Cosilam non sia sufficientemente tutelato. E che il contratto non sia a suo vantaggio. Se il consorzio cassinate ha il 15% di quote perché non ha la garanzia su un’equivalente quota di guadagni e di rappresentatività? Non sono certezze ma dubbi da chiarire e per questo sono stati chiesti i documenti.

Chi ha visto le carte finite a Piazza Verdi profetizza che il parere dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato sarà negativo.

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