Automotive, “Regione ingolfata. Meno male che c’è Unindustria”

Gabriele Picano nominato coordinatore del Dipartimento Regionale di Fratelli d'Italia sulle crisi aziendali. Attacca il Pd e la Regione sul tavolo Automotive. "Se non ci fossero stati gli industriali con il loro progetto sarebbe stato l'ennesimo parlarsi addosso”

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Se non ci fosse stato il presidente di Unindustria Francesco Borgomeo il tavolo dell’Automotive riunito martedì si sarebbe rivelato l’ennesimo vuoto parlarsi addosso, tipico dell’Amministrazione Zingaretti“: Gabriele Picano ha messo in tasca da poche ore la nomina a coordinatore del Dipartimento Regionale di Fratelli d’Italia sulle crisi aziendali. È un doppio segnale: interno ed esterno al Partito. (Leggi qui Gran Casin(ò) Stellantis: una partita a poker su più tavoli).

Il segnale interno è la conferma della piena sintonia con il Coordinatore regionale Paolo Trancassini; fondamentale in viste delle scelte che Fratelli d’Italia farà per le prossime elezioni. Una nomina di questo tipo generalmente prelude ad un impegno anche di tipo elettorale. Il segnale esterno: Fratelli d’Italia sceglie l’avvocato cassinate per toccare un tema che finora è stato il terreno di coltura per i voti della sinistra.

Picano mette nel bersaglio proprio il centrosinistra. Plaude all’iniziativa illustrata da Francesco Borgomeo durante il tavolo convocato periodicamente dal coordinatore della maggioranza in Regione Lazio Mauro Buschini per monitorare la situazione del settore auto sul territorio. Però evidenzia “Il tavolo – ha spiegato Picano – è una iniziativa fatta con le migliori intenzioni. Ma queste non bastano quando di fronte c’è un intero sistema da ridisegnare e migliaia di posti di lavoro da difendere“.

La politica brancola nel buio

Foto Archivio Fim Cisl

Per Picano è come se nella riunione di martedì scorso gli industriali avessero acceso una luce, mentre la politica continuava a brancolare nel buio.

Fino a pochi giorni fa – afferma il responsabile Crisi Aziendali di Fratelli d’Italia del Lazio – la canzoncina che sentivamo era sempre la stessa. Ci dicevanodobbiamo salvare l’indotto; ci sono centinaia di fabbriche appese al destino di Stellantis; se non arrivano nuovi modelli l’intero distretto collasserà. Borgomeo ed Unindustria, con l’interessantissima ricerca commissionata ad Anfia hanno dimostrato invece che quelle fabbriche hanno la forza di camminare con le proprie gambe“. Quella ricerca ha detto che nell’area industriale di Cassino almeno tre quarti dell’indotto si è affrancato da Stellantis: non produce solo per lui. Anzi, la maggioranza produce solo in minima parte per lo stabilimento Cassino Plant nonostante si trovi a due passi.

La domanda allora è lecita, quasi scontata, il Cassinate si sta rassegnando a perdere Stellantis? “Assolutamente no – sottolinea Gabriele Picano – ma è di tutta evidenza che chi pensa di queste aziende, come di imprenditori che sono lì a pregare per le decisioni di Tavares, sbaglia tutto“.

I numeri portati da Unindustria al Tavoloi della Regione martedì scorso in effetti sono stati chiari: un piano di investimenti pari a 144 milioni, messi dalle aziende, che potrebbe generare a regime 350 posti di lavoro. Quasi la metà dei componenti del nuovo Grecale non vengono prodotti dalle fabbriche intorno a Cassino. Le aziende dell’indotto lavorano per il 75% delle produzioni con partner che non sono Stellantis, vale a dire Volvo, Bmw e Volkswagen. “Sapete cosa vuol dire? Ciò significa che qui abbiamo delle eccellenze che parlano con i colossi globali, mentre chi governa il territorio e chi dovrebbe prenderne le posizioni strategiche è fermo a trenta anni fa“.

L’ipocrisia del dopo

Gabriele Picano

Picano si occupa di Stellantis Cassino Plant dall’inizio della crisi. Con l’onorevole Adolfo Urso aveva promosso uno dei primi tavoli tematici sul territorio.

Quello che fa arrabbiare ancor di più è l’ipocrisia del dopo, con i Consiglieri regionali eletti in provincia che parlano di ‘Lazio Regione dell’Automotive’ quando è stato lo stesso assessore regionale Paolo Orneli, non io – sottolinea Picano – a dire a Buschini di rendere regionale questo tavolo, non Cassino per Cassino, ma Cassino per l’intero sistema“.

Ed il Governo? Per Picano anche qui le previsioni non sono proprio il massimo. Perché? Si continuano a convocare tavoli, a cercare sponde, ma mancano le proposte concrete del Governo, che continua ad andare avanti ad annunci e spot, senza illustrare davvero quelle misure.

“E’ un bene – spiega l’esponente FDI – che il Governo abbia deciso di stanziare un miliardo all’anno per otto anni, per sostenere la filiera dell’automotive, ma questo provvedimento dov’è? In cosa consiste? Come e quando partirà? Anche qui, mi spiace dirlo, c’è voluta una spinta esterna, stavolta dei sindacati, che hanno lanciato l’allarme sui posti di lavoro. Per sapere i dettagli – si chiede Picano – il Ministro deve chiedere il permesso a Tavares?

Anche perché lo stesso super manager portoghese l’altro giorno ha spiegato una cosa molto semplice: il futuro delle fabbriche in Europa, è dettato dal numero di auto che si vendono. Un mercato europeo accettabile, per non andare in sofferenza, è quello che c’era prima del Covid: 18 milioni di veicoli venduti all’anno. Il problema è che da due anni siamo a 15. Se restiamo a 18, va bene – aveva detto Tavares – se scendiamo è un problema per tutti“. La risposta a queste frasi, per Picano, la può dare solo la politica: “Mi auguro che questo Governo abbia un piano, mi auguro che l’Europa abbia un piano, perché in questa situazione non possiamo permetterci altre crisi. E’ la politica che deve guidare l’industria, non viceversa“.