Avanti miei…Prodi. Anzi, Draghi

La lucidissima analisi del Professore di Bologna anticipa gli scenari futuri. In queste ore dalla Germania arriva un endorsement pazzesco all’ex Governatore della Banca Centrale Europea. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intanto ci pensa.

L’analisi, lucidissima, di Romano Prodi. E gli endorsement internazionali che continuano ad arrivare a Mario Draghi. Un combinato dispotiche si sta saldando a livelli altissimi. E che non sfugge né agli osservatori più importanti né al Quirinale.

Il punto di partenza è il primo ragionamento di Romano Prodi: «È come la guerra, il paragone di Draghi è scientificamente giusto. Non è la crisi del 2008 che parte dalla finanza e poi prende il resto dell’economia, prende tutti: i ristoratori e quelli che devono andare a mangiare. In Europa non c’è una strategia per il futuro, ma il gruppo di Paesi che rifiuta l’austerità per definizione è diventato molto più forte. Finalmente il pericolo è percepito. Il primo passo della Banca Centrale Europea ci aiuta, ma occorre una strategia comune e un forte incentivo immediato per le imprese come stanno facendo in America: famiglie e imprese, perché è una crisi dell’offerta e una crisi della domanda».

Romano Prodi con Francesco Borgomeo

Ospite di Piazza Pulita di Corrado Formigli, Prodi ha spiegato: «L’Europa non è solo un fatto di finanziamento. È un mercato comune. Pensiamo davvero di poterci estraniare dal resto dell’Europa e esportare i nostri beni negli altri paesi europei? Attenzione, noi dobbiamo rendere l’Europa solidale ma non dobbiamo estraniarci». Vuol dire che l’Italia non può fare a meno dell’Europa. Prodi ha sottolineato: «Se i ministri delle Finanze che si riuniranno il 7 non faranno altri passi in avanti ci saranno tensioni, ma in 2-3 giorni qualcosina è cambiato nella direzione giusta anche se non in modo decisivo».

Ma è dalla Germania che in queste ore arriva un endorsement pazzesco per Mario Draghi. Lo fa la Reuters, la più importante agenzia di stampa tedesca e tra le più autorevoli del mondo. Con un approfondimento che merita di essere riportato. Per la Reuters l’ex presidente della Banca Centrale Europea sarebbe la figura che potrebbe dare autorevolezza a livello internazionale all’Italia in una fase in cui occorrerà garantire credibilità davanti al resto dell’Europa.

L’Italia viene dipinta da Reuters come a rischio sgretolamento determinato dai costi dell’epidemia da coronavirus: «Il bilancio della pandemia sul territorio nazionale e l’alto debito pubblico sarebbero parametri che renderebbero inevitabile la necessità di avere aiuto dall’Eurozona per uscire nel miglior modo possibile da una fase storica molto difficile».

Sergio Mattarella con Mario Draghi Foto © Paolo Giandotti / Imagoeconomica Roberto Gualtieri

L’attuale Governo viene definito come “wobbly government“, ossia un
esecutivo traballante. Si sottolinea «la presenza di un partito anti-establishment (i Cinque Stelle) come azionista principale della maggioranza e questo non darebbe all’Italia una credibilità sufficiente a livello europeo». E stando a quanto riporta l’analisi, l’Italia senza l’aiuto dell’Europa potrebbe avere grandi problemi nel finanziare la sua ripresa, considerato che ci si attende una discesa del Pil di addirittura il 12%.

Reuters evidenzia come qualcuno a Roma sia pronto a chiamare in causa Mario Draghi come “salvatore della patria”. Scrive: «Sebbene oggi la popolarità di Conte sia segnalata in discreto rialzo, Mario Draghi alla guida di un Governo di unità nazionale potrebbe fungere da garanzia per l’Italia agli occhi dell’Unione Europea. Un uomo che potrebbe dare al Bel Paese la credibilità rispetto alla missione di onorare gli obblighi europei, con chiaro riferimento agli aspetti economici».

È esattamente lo scenario che in tanti prefigurano, anche se in queste ore Silvio Berlusconi inaspettatamente frena sui tempi. Ma la realtà che Mario Draghi sta preparando il terreno per la sua discesa in campo, quando sarà il momento. Ormai è chiaro che il destino del governo Conte si giocherà sull’economia. Fin quando l’emergenza sarà sanitaria, non ci saranno problemi. Poi cambierà tutto.

L’agenzia Reuters

D’altronde è bastato un editoriale di Mario Draghi sul Financial Times per far cambiare atteggiamento prima Christine Lagarde (successore di Draghi alla guida della Bce) e poi alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Sergio Mattarella mantiene il più rigido riserbo. Ma ci sta pensando. Eccome se ci sta pensando.

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