Bajamar, via all’agguato: assise a tema per logorare Villa

A Formia prima mossa dopo la riunione del Bajamar. Via alla strategia per logorare il sindaco Villa. E portare alla caduta della sua amministrazione entro fine mese. Chiesto un consiglio comunale su opere pubbliche e assestamento. Ci stanno tutti tranne Marciano del Pd che parla di 'ancien regime'

L’avevano promesso nella parte conclusiva dell’ormai famoso documento stilato al termine del vertice riunito presso l’hotel Bajamar il mese scorso. I consiglieri di opposizione vogliono mettere il sindaco Paola Villa in condizione di dimostrare d’avere ancora la necessaria credibilità politico-amministrativa per guidare il Comune di Formia. Hanno deciso di attuare la fase B della strategia di logoramento della maggioranza civica che appoggia la professoressa. (Leggi qui “Stressiamo Villa in consiglio e spingiamola a mollare”).

Lo faranno in Consiglio comunale dove i numeri hanno ancora un significato. In questa prospettiva 10 degli 11 consiglieri delle minoranze hanno preso carta e penna per convocare «il primo di una serie di consigli comunali».

Pasquale Cardillo Cupo, Paola Villa, Nicola Riccardelli

A firmare sono stati anche Antonio Capraro e Giovanni Costa, appena usciti dalla maggioranza. Un solo argomento. Cioè lo stato di attuazione del programma delle opere pubbliche. E le problematiche legate alla manutenzione ordinaria e straordinaria.

Quando manca un mese e mezzo al giro di boa della consiliatura i firmatari dicono che «il tempo è scaduto. E dopo aver atteso troppo, abbiamo maturato l’amara considerazione che nessun passo in avanti e nessuna crescita c’è stata».

In pratica, vogliono portare al centro della discussione la gestione politica ed amministrativa della ripartizione che tradizionalmente movimenta flotte di voti. Cioè quella alle Opere Pubbliche.

Il tallone delle Opere Pubbliche

Il suo responsabile è un bravo dirigente di Supino, Antonio Fracassa. Dirigente scelto con una nomina fiduciaria al termine di una selezione promossa dallo stesso sindaco Villa. Ma se domattina dovesse essere chiamato dalla Regione Lazio – dov’è in lista attesa – non perderebbe un minuto per cambiare aria.

Un’aria che si è fatta più pesante anche dopo le dimissioni dell’assessore al ramo, Pasqualino Forte. Assessore che ha tolto il disturbo insieme alla collega allo sport Alessandra Lardo (entrambi espressione della lista “Ripartiamo con voi”). E che da due anni aveva capito che il suo potere contrattuale e decisionale era prossimo allo zero.

L’assessore dimissionario Pasqualino Forte

Questa situazione d’incertezza gestionale sta determinando un fenomeno: la fuga di tanti bravi funzionari – in testa l’architetto Giuseppe Caramanica – poi accolti a braccia aperte da molti sindaci del comprensorio.

La convocazione della seduta di Consiglio monotematica appare una sorta di provocazione. Provocazione nei confronti del successore del dimissionario Forte. Quel Giovanni Melchionna, che, dichiarando di essere «sì un buon architetto», aveva detto anche altro. Cioè di meritare «un po’ di tempo prima di interloquire con le minoranze». La richiesta di convocazione è apparentemente un messaggio di sfida.

La lettura politica: firme azzurre

La sortita delle minoranze offre anche altri spunti interessanti sul piano politico.

Eleonora Zangrillo

Nella richiesta di convocazione inviata al presidente d’aula Pasquale Di Gabriele e al sindaco Villa, campeggiano le firme. Quelle dei consiglieri di Forza Italia: Gianluca Taddeo, Tania Forte ed Eleonora Zangrillo. Sarà stata anche una casuale coincidenza. Tuttavia in un’altra fase, meno tribolata, difficilmente i tre esponenti azzurri avrebbero apposto le loro firme su una richiesta del genere. Perché sono considerati collaborazionisti della Giunta Villa. Ma Forza Italia da tempo ha capito che l’isolamento non paga. Soprattutto in vista di un possibile ritorno alle urne.

Nell’ordine poi ci sono i nomi di Nicol Riccardelli e Antonio Di Rocco (Lega). Poi Erasmo Picano (Udc), Pasquale Cardillo Cupo e Gianfranco Conte (Formia con te- Fratelli d’’Italia). Con loro l’indipendente Giovanni Costa e Antonio Capraro (Formia Vinci).

Manca la firma di Marciano

Secondo i firmatari «avremmo potuto fare prima». Ed è una posizione condivisibile perché la richiesta ha atteso «più del previsto». Cosa? La sottoscrizione del capogruppo consiliare del Partito Democratico Claudio Marciano. Il consigliere leghista Riccardelli aveva preso l’impegno di contattare l’esponente Dem. Lui vive e insegna all’università di Torino. Puntava ad ottenere anche la sua firma e poter presentare il documento a nome di tutte le opposizioni, unite.

La posizione di Marciano è nota. Lo ha portato a disertare la riunione del Bajamar: con il centrodestra non vuole avere a che fare, se si devono firmare le dimissioni per far cadere l’amministrazione è pronto a prendere il primo Frecciarossa. Ma fare politica insieme, proprio no. (Leggi qui La contromossa di Villa che spiazza quelli del Bajamar).

Claudio Marciano

Una posizione non condivisa all’interno del Partito: né dall’ex sindaco Sandro Bartolomeo né dal Segretario provinciale Pd Claudio Moscardelli. E nemmeno dal il segretario e dal presidente del Pd cittadino: Luca Magliozzi e Gennaro Ciaramella.(Leggi qui La nuova linea Pd dopo il disastro di Fondi e Terracina).

Sta di fatto che Riccardelli, dopo una settimana di Dopo telefonate, mail e messaggi su Facebook e Whattsapp non ha ottenuto la firma di Marciano. Un comportamento ineccepibile per Marciano. Ma capace di rendere i rapporti più gelidi con il suo Partito a Formia.

Il Pd a rischio isolamento

I vertici del Partito temono che il Pd, se ci dovesse essere un ricorso anticipato al voto amministrativo, finisca all’angolo. Marciano ha una posizione che è diventata minoritaria all’interno del Pd. Partito che l’aveva candidato a sindaco ed eletto consigliere comunale grazie ai voti di lista.

«La riflessione sul tipo di impegno che potrò dare alla mia città nei prossimi anni l’ho aperta da tempo. Ma avrà come sede di confronto lo spazio democratico della mia comunità politica. Dispiace che l’eccesso di libido su una fusione a freddo tra sinistra e destra sia in funzione anti Villa».

«In questo momento drammatico per il Paese e Formia, discutere di queste sciocchezze mi fa provare vergogna. Tutto posso consentire tranne che si usi la mia persona per legittimare operazioni ai limiti dell’Ancién Regime. Specie quando hanno il solo effetto di resuscitare un’amministrazione morente».

L’ex sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo

Parole durissime che, veicolate sui social, hanno provocato il risentimento di Forza Italia. Partito il cui sostegno esterno ha consentito di sopravvivere nel 2017 alla quarta Giunta Bartolomeo. Un team di cui Marciano faceva parte.

Sopravvivere a se stessa dopo tanti abbandoni, tra cui quello di Eleonora Zangrillo, ora capogruppo di Forza Italia. Ma all’epoca vice sindaco con Marciano assessore alla sostenibilità. L’Anciem Regime – secondo il centro destra formiano – è clava da utilizzare quando non è più conveniente.

Pronti a far cadere il sindaco

La posizione di Marciano è marcata “ad uomo” all’interno del Pd ed è attenzionata da tutte le minoranze. Perché il suo voto potrebbe essere determinante a fine novembre. Cioè quando il consiglio dovrà approvare con la maggioranza assoluta dei consiglieri la delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Con il voto contrario di almeno due dei tre consiglieri costiani di “Ripartiamo con voi”, la consiliatura finerebbe lì. Esattamente a metà della sua durata.

Lo stato maggiore Dem rassicura che il capogruppo Marciano «voterà naturalmente contro». Ma il forcing di questi giorni è proiettato a verificare anche il comportamento della lista che ha ritirato e fatto dimettere gli assessori Forte e Lardo. Questa verifica potrà essere effettuata nei lavori delle Commissioni. Molte delle quali non possono riunirsi dopo il passaggio all’opposizione di Capraro e Costa. (Leggi qui “Giovà, ma tu con chi stai?” Le commissioni vanno in tilt).

Una delle recenti sedute del Consiglio

Da qui la presa di posizione proprio del capogruppo di Formia Vinci al presidente d’aula. Con un invito a “fare presto”.

«Viviamo ormai da mesi in uno stato di inattività amministrativa. Inattività caratterizzata dall’assenza dei lavori delle Commissioni ormai decadute. Di quelle e della Conferenza dei Capigruppo che si è riunita più volte. Però senza tuttavia concludere nulla rispetto al nuova elezione dei componenti delle commissioni consiliari. Questa situazione di stallo limita fortemente il ruolo di consiglieri comunali. Sia della minoranza che di maggioranza. E lo fa andando a rallentare tutta l’attività amministrativa».

L’uovo di… Pasquale

Provocazione politica o responsabilità? Forse tutte e due. Resta il fatto che il monito di Capraro è stato raccolto dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, presidente del Consiglio Comunale. Nella chat dei consiglieri comunali di Formia ha avanzato la sua proposta per rinnovare tutte le commissioni consiliari. Anche quelle di cui non facevano parte Capraro e Costa.

Pasquale Di Gabriele, presidente del Consiglio Comunale di Formia

La soluzione è divisa in due parti. Vale da dire ricomporre sette delle commissioni con la vecchia composizione numerica. Cioè 5 esponenti per la maggioranza e 3 per le opposizioni. Poi potenziare le tre importanti, Urbanistica, Lavori Pubblici e Bilancio. Questo consentendo alle minoranze di avere un commissario in più in ciascun organismo di derivazione consiliare.

«Ci vediamo in settimana in conferenza dei capigruppo – ha detto l’avvocato Di Gabriele – e penso che possiamo chiudere».

Le minoranze considerano questo il male minore. Sperano , invece, che comincino a scorrere i titoli di coda sulla consiliatura delle “piccole cose”.

Anche di quelle non realizzate….

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