Baldo: il motorino, il rock e la scoperta del Tracciolino (di F. Dumano)

Baldassarre Rea, più conosciuto come Baldo: la sua passione per la musica, la scoperta dei tratturi da affrontare con la moto da cross, le ginocchia sempre sbucciate. Infine il Tracciolino...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Nell’archivio fotografico di  Piero Albery una sezione dovrebbe essere chiamata ”scene di un matrimonio”. Il matrimonio ad Arpino è sempre stato un evento pubblico, soprattutto quelli nella chiesa di San Michele Arcangelo, nella piazza, nel salotto.

Ricordi in bianco e  nero… nel film in bianco e nero che andiamo ricostruendo non poteva mancare lui, Baldassarre Rea, detto Baldo. Un grande vuoto si è aperto con la sua recente scomparsa, dopo una malattia sopportata stoicamente…

Il primo inciampo importante è stato a  Cassino, dove frequentava il liceo Artistico: impegnato in prima fila nelle richieste del movimento studentesco, soprattutto per i problemi legati al pendolarismo, ai trasporti. Lui era uno studente pendolare e come agitatore di ”popolo” aveva scelto un nome particolare ”Francesco  Mirapopoli” mai capito il perché. Un perché che resterà senza risposta.

Ricordi in bianco e nero… aveva una macchinetta fotografica sempre con lui, una macchinetta che l’ha accompagnato sempre. Una passione per le moto, il motocross, una passione nata con il motorino con cui sfrecciava già ragazzino. Baldo era perennemente giovane, perché era giovane dentro, la musica rock sembrava la sua filosofia di vita. Era tra quelli che da ragazzo partiva sempre per un concerto rock e poi in piazza raccontava le sue avventure musicali. Un maestro che insegnava, educava alla scoperta della musica. Ad Arpino ha contribuito  alla realizzazione di diversi eventi…

Ricordi in bianco e nero… Oltre la macchinetta ed il casco, c’era un altro elemento inseparabile: era esperto conoscitore di tratturi che ancora oggi google map fa fatica a localizzare. Baldo li affrontava, temerario, con il motorino, le ginocchia sbucciate erano una costante. Baldo su un quadernino annotava ”le sue scoperte di tratturi”. A lui debbo la scoperta del mitico ”Tracciolino” la strada che da  Casalvieri a Roccasecca attraversa gole mozzafiato. In quegli anni l’avevamo battezzato ”il canyon”: dopo il cimitero di Roccasecca dicevamo ci fosse il Paradiso. Da ragazzi poi circolavano storie di fantasmi, in quanto durante la Seconda Guerra Mondiale l’aviazione inglese qui colpì duramente una colonna di soldati tedeschi in ritirata. E ciò alimentava il fascino.

Oggi il Tracciolino è una metà turistica ma, ricordi in bianco e nero, quando Baldo mi portò alla sua scoperta era un viaggio da pionieri romantici, amanti del silenzio e del selvaggio. Mi piace immaginare che, cuffiette all’orecchio, musica rock a palla, con la moto sia partito a scoprire  il Canyon tra le nuvole.

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