Le balle spaziali del doppio incontro Pd a Cassino

Due incontri nello stesso momento. Proprio quando il Pd di Cassino vuole mostrare la sua unità, da Frosinone lanciano una nuova bottiglia incendiaria. Capace di frantumare di nuovo il centrosinistra cittadino. Nella logica del divide et imperat. Questa volta tra Ranaldi e Fardelli

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Prove tecniche di una nuova frattura. Da realizzare proprio mentre il Pd si toglie il gesso e si avvia a fare la fisioterapia con cui ristabilirsi dalla grande spaccatura di due anni fa: quella in cui si presentò con due candidati sindaco e finì per consegnare Cassino al centrodestra.

 

Gli indizi

Gli indizi per un nuovo grande caos nelle file Dem ci sono tutti. Basta portare gli orologi indietro di qualche ora. A venerdì sera. Nella sala Restagno del municipio, il segretario del circolo cittadino Marino Fardelli riunisce tutti i Consiglieri comunali con tessera Pd; il pretesto è l’incontro con l’onorevole Emanuele Fiano.

Nello stesso momento alla Campagnola di cassino c’è tutta la parte di Pd e di centrosinistra che non sta in municipio: sono andati a sentire Gianrico Ranaldi, l’avvocato socialista che è stato candidato all’Uninominale alla Camera in città. Ed è andato ben oltre le aspettative.

La bottiglia incendiaria (leggi l’anticipazione fatta da Alessioporcu.it De Angelis lancia la candidatura di Ranaldi a sindaco di Cassino) l’ha lanciata Francesco De Angelis, leader della componente maggioritaria del Pd, Pensare Democratico. E l’ha fatto il presenza del numero 2 nazionale della sua componente, Claudio Mancini. La frase è

«Nella sconfitta, il tuo è stato un risultato Straordinario. Non ti puoi fermare al 4 marzo. Devi andare avanti».

 

L’investitura

È un’investitura. Chiara. Ed è anche una molotov lanciata tra le file del Pd che si è appena riunificato. Tra mille difficoltà. Perché ciascuna delle due fazioni ritiene che sia attribuibile all’altra la colpa della sconfitta elettorale e della città finita in mano a Carlo Maria D’Alessandro.

Ciascuna ritiene di avere compiuto i passi opportuni e codificati dallo Statuto per evitare la frattura. Perché ognuna è convinta che sia stata l’altra a giocare sporco.

C’è del vero: su entrambi i fronti. Perché quella della frattura sulle candidature a Cassino è una storia allo specchio. Nella quale c’è una sola verità comune: ognuno ha preferito andare per la sua strada.

La prova? Quando viene mobilitato il garante Graziano Cerasi ed il Pd organizza la conta interna per decidere il candidato unitario. Nessuna delle due fazioni manda i suoi sostenitori a votare ed il povero Cerasi, che si era portato elmetto e giubbotto antiproiettile, ha rischiato di morire sul campo ma per la noia.

 

L’ascia sotterrata

Storie di un passato ormai quasi metabolizzato. Nel quale il povero Marino Fardelli ha trascorso settimane con l’estintore in una mano e l’Alka-Seltzer nell’altra per estinguere focolai e bruciori di stomaco.

Tracciare, scavare, asfaltare una strada per la riunificazione non è stato facile. Per ora siamo a metà del percorso: i consiglieri Dem si siedono insieme. Fardelli, con saggezza, evita di farli parlare su qualsiasi argomento: sa che c’è il rischio di una dialettica troppo accesa che finisca a sediate in faccia. Un passo alla volta, sta per arrivarci.

Ottiene una dichiarazione degna della stretta di mano tra  Yasser ArafatYitzhak Rabin ottenuta ad Oslo da Bill Clinton. La dichiarazione è dell’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, che nel corso dell’incontro dice: «Nonostante fossimo maggioranza io e Francesco Mosillo siamo riusciti a consegnare la città al centrodestra, incapace di governare».

 

Proprio per questo è sospetta la molotov di Francesco De Angelis. Che non gli è scappata di mano in un attimo di distrazione. Perché subito dopo di lui ci ha pensato Claudio Mancini a lanciarsi all’assalto. dando un avvallo nazionale all’intera questione.

«Ranaldi vada avanti con lo stesso spirito che ha caratterizzato la sua campagna elettorale. La forza di Gianrico è stato il fatto che attorno a lui si è creata una mobilitazione reale di cittadini che ha suscitato una aspettativa che adesso non va delusa».

 

 

Le balle spaziali

Se Cassino non è già diventata un nuovo campo di battaglia politico lo si deve agli estintori di Fardelli. Ma soprattutto al fair play di quel gentleman che risponde al nome di Gianrico Ranaldi.

Il quale, alla domanda precisa lanciata dai giornalisti ha risposto

«È tardi, andiamo via».

 

Gianrico Ranaldi se ne va tra gli gli applausi di una sala piena. E nella quale sono arrivati tutti i consiglieri del Pd che poco prima avevano partecipato all’iniziativa di Marino Fardelli. 

Il Segretario, estintore alla mano, dice: «Ranaldi milita in un altro Partito, non frequenta la sezione Pd, pertanto non poteva sapere che ci fosse un’altra riunione in concomitanza».

Balle spaziali. Perché se poteva non saperlo Ranaldi, doveva invece saperlo – perché milita nel Pd – Francesco De Angelis, o la consigliera regionale Sara Battisti. Poteva non saperlo l’ex senatore Francesco Scalia che ora si è ritagliato il ruolo di semplice militante. Poteva non saperlo il coordinatore nazionale socialista Gianfranco Schietroma, seduto in prima fila.

Marino Fardelli lo sa benissimo. Ma lo nega mentendo a se stesso.

Così come sa benissimo che la volta scorsa, la grande spaccatura iniziò così, con Francesco De Angelis che lanciava la candidatura ufficiale di Peppino Petrarcone a sindaco. E poi, dopo due mesi, benediceva Francesco Mosillo. Divide et Imperat, secondo la teoria del complotto frusinate sempre sostenuta da Salvatore Fontana, componente dell’Assemblea Nazionale Pd.

 

Sarà per questo motivo che né Marino Fardelli né l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone si sono presentati poi alla Campagnola.

Sono andati a mangiare la pizza insieme all’onorevole Emanuele Fiano. Soli.

 

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