Ballottaggi senza big, Ciociaria marginale

Nessun leader politico nazionale e regionale si è visto per il secondo turno di Alatri e Sora. Sicuramente per scelte strategiche dei capi politici locali, ma è uno scenario che la provincia di Frosinone pagherà quando si dovranno definire le candidature a Camera e Senato.

Al primo turno erano venuti due big: il Capitano della Lega Matteo Salvini (Sora e Alatri) e il capo politico dei Cinque Stelle Giuseppe Conte (Sora). Poi i risultati delle urne avevano dimostrato che gli elettori scelgono indipendentemente dai big. Ma c’è un punto: al secondo turno i leader politici solitamente vanno nei Comuni considerati “chiave”. Oppure dove possono dare un valore aggiunto.

Niente big sul palco

Grafica: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi

A Sora la competizione è tra due “civici”, Luca Di Stefano ed Eugenia Tersigni. Anche se con Di Stefano è schierato un pezzo del Partito Democratico, pur senza simbolo; con Eugenia Tersigni ci sono altri pezzi altrettanto importanti di Pd e Centrosinistra.

Evidentemente nessuno ha sollecitato comizi o visite di esponenti politici di livello nazionale o regionale. Nella convinzione che avrebbero offuscato il profilo civico e generato un possibile effetto boomerang.

Ad Alatri c’è il candidato sindaco del centrodestra Maurizio Cianfrocca, sostenuto da una coalizione anche di Partiti, all’interno delle quale gente come Roberto Addesse (Lega) e Antonello Iannarilli (Fratelli d’Italia) hanno fatto il pieno di voti. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 14 ottobre 2021).

Ma Cianfrocca ha sempre mantenuto un profilo autonomo mantenendo comunque i Partiti a debita distanza. Perché nei Comuni alla fine è l’effetto trasversale a fare la differenza.

Sganciati dai livelli che contano

Grafica: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi

Ma tutti questi elementi confermano anche un’altra cosa e cioè che la provincia di Frosinone appare sempre più sganciata dai massimi livelli politici dei Partiti. Ai tempi di Iannarilli, Pallone, Foglietta, Formisano, gente come Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini veniva senza problemi. Come del resto facevano Massimo D’Alema o Enrico  Boselli.

Ora non più e questo è un tema che vedremo meglio quando si tratterà di definire le candidature alla Camera e al Senato. Perché non va dimenticato che la volta scorsa parlamentari uscenti come Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi vennero candidati fuori provincia e quindi messi nell’impossibilità di poter essere riconfermati. Perché si doveva dare la precedenza ai big nazionali o regionali.

Stavolta può succedere la stessa cosa, anche marcata considerando che ci saranno 345 seggi parlamentari in meno. Ma quello che più sorprende è che nessuno dei leader locali dei partiti sembra rendersi conto di tutto questo.