“Pronto Bruxelles, noi ci dividiamo 4,8 milioni. Perché siamo la Popolare del Cassinate”

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Cosa c'è dietro la telefonata compiuta da Banca Popolare del Cassinate. Con la quale ha mandato a dire alla Bce che non rispetterà le sue indicazioni. I numeri portati all'attenzione di Bankitalia. L'analisi di Formisano che ribalta lo schema. Bpc ha parametri migliori di grandi banche nazionali. E non è una 'less-significant bank'

Con un po’ di fantasia si potrebbe raccontare così. Immaginando la telefonata del direttore generale della Banca Popolare del Cassinate Nicola Toti alla sua interfaccia presso la Banca d’Italia. «Buongiorno, volevamo informarvi che non rispetteremo l’indicazione delle Banca Centrale Europea: noi distribuiremo regolarmente ai nostri soci gli importi che hanno guadagnato investendo in nostre azioni. Perché? Perché noi siamo la Banca Popolare del Cassinate». Poco realistico: ma rende l’idea.

Per comprendere il tutto bisogna concentrarsi su due parole: less-significant. Letteralmente si traduce in ‘meno significativi’. Nel vocabolario bancario significa ben altro. Il glossario della Banca Centrale Europea indica con quel termine le banche dell’area dell’euro di piccole dimensioni, con importanza relativa per l’economia di un determinato Paese dell’area Ue.

Il presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde © Swiss-image.ch/Photo Moritz Hager

La pandemia del nuovo coronavirus Sars-Cov-2 rischia di mettere in ginocchio le economie dei Paesi Ue più colpiti. Ora a Bruxelles se ne stanno rendendo conto. E stanno riconsiderando con più attenzione le richieste fatte la settimana scorsa dall’Italia: un piano europeo con il quale salvare le industrie, il commercio, le professioni, il lavoro, i risparmi di tutti gli Stati. Chi una settimana fa nicchiava, ora inizia a fare i conti con i morti a centinaia e con gli ospedali ridotti al collasso. Tardi, ma ci sono arrivati. (Leggi qui Il nuovo bazooka consigliato da Mario Draghi e leggi qui L’alternativa al bazooka: lasciateci fare gli italiani).

Compresa la vastità delle conseguenze, Banca Centrale Europea aveva diramato una serie di indicazioni. Riprese dalla Banca d’Italia. Tra le quali lo stop al pagamento dei dividendi: cioè la divisione dei guadagni tra i soci delle banche less-significant. Un alt valido per gli esercizi finanziari 2019 e 2020, con l’indicazione anche di astenersi dai riacquisti di azioni miranti a remunerare gli azionisti. L’indicazione prevedeva che «le banche e i gruppi bancari che non ritengano di conformarsi alla presente raccomandazione sono tenuti a contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le loro motivazioni».

Ecco perché la telefonata del direttore Nicola Toti.

Cosa c’è dietro

Il direttore generale della BPC Nicola Toti

Quella telefonata alla Banca d’Italia deve essere stata convincente. Al punto che la Banca Popolare del Cassinate ha messo in pagamento dividendi ai suoi soci per un importo di 4,8 milioni di euro.

A deliberarlo è stato il Consiglio di Amministrazione riunitosi lo scorso 2 aprile. Ha stabilito “di non ritenere opportuno adeguarsi alla misura indicata dalla Bce misura potendo dimostrare la propria solidità patrimoniale”.

Cosa c’è dietro? Tutto sta in quelle due parole del glossario della Banca Centrale Europea: less-significant. La Banca Popolare ha i numeri per poter dimostrare di non essere poco significativa. Anzi, l’esatto contrario.

Così il direttore Toti ha comunicato a Bankitalia i numeri della ‘solidità patrimoniale’ dell’istituto che dirige. Non solo. Visto che i parametri per non essere less-significant sono precisi, la Banca ha anche evidenziato la sua valenza economica e sociale, in questo particolare momento.

Lo studio del prof.

Vincenzo Formisano © A.S.Photo / Andrea Sellari

Dietro alla telefonata del Dg c’è uno studio scrupoloso coordinato dal vice presidente della Bpc, il professor Vincenzo Formisano che è docente di economia all’Università di Cassino.

Lo ha illustrato al Consiglio di Amministrazione, alla Direzione Generale, al Comitato Monitoraggio Rischi: è il team che svolge la funzione Risk Management. Ha spiegato ad uno ad uno i numeri del bilancio 2019 ( la bozza era stata approvata dal Cda a febbraio e sta per essere sottoposta ai soci). Li ha proiettati alla luce della nuova congiuntura economica. Ed ha prospettato l’evoluzione alla luce dell’emergenza sanitaria in corso. 

Cosa dicono quei numeri? Se le banche non fossero scese in campo subito oggi assisteremmo all’assalto dei forni raccontato da Manzoni. Invece il sistema delle banche italiane è subito intervenuto: mettendo a disposizione la liquidità con cui affrontare il blocco delle attività, offrendosi di anticipare i soldi per pagare la cassa integrazione. Basterà. Ma non a lungo. Occorre l’intervento strutturale dell’Ue. Che ora sembra lo stia capendo dal momento che la pandemia sta entrando a casa di tutti.

La BPC è risultata economicamente sana e ben patrimonializzata. È questo a consentirle di non essere classificata less-significant. E per questo il Consiglio di Amministrazione ha potuto stabilire che procederà regolarmente alla distribuzione dei dividendi, come ha sempre fatto in 65 anni di storia.

Che senso ha

Banca Popolare del Cassinate. Foto A.S. Photo / Andrea Sellari

A Bankitalia hanno capito. Quella messa in campo da Banca Popolare del Cassinate non è una speculazione. È l’esatto contrario. La divisione dei dividendi è un’occasione per pompare liquidità nel sistema.

«Abbiamo potuto decidere di procedere alla distribuzione dei dividendi – spiega il Direttore Generale Nicola Totiin considerazione, innanzitutto, del fatto che la nostra banca rispetta pienamente le grandezze prescritte dalle normative di vigilanza ai fini della solvibilità bancaria».

Per i feticisti dei numeri: sono in ordine il CET1 nonché il Total Capital Ratio, al 31/12/2019, sono pari al 19,94%. Si tratta di un dato ufficiale per la valutazione della solidità delle banche e secondo le norme della BCE, il TCR deve essere superiore al requisito minimo dell’8%. Qui siamo quasi al 20%.

Ma oltre ai numeri c’è l’economia reale. Il sistema ha bisogno di contanti. Bisogna metterli in circolazione. È questo il messaggio che Bpc ha voluto mandare a Bruxelles. «Accanto a queste considerazioni di tipo strettamente quantitativo – spiega il Vice Presidente Prof. Vincenzo Formisanoè opportuno considerare che sia necessario dare alla collettività, ai nostri soci, ai nostri dipendenti e alla clientela un segnale di solidità e di alta capacità di gestione imprenditoriale, evitando qualsiasi misura (quale può essere la mancata distribuzione dei dividendi o il blocco delle negoziazioni) che crei insicurezza sul territorio, che si sommerebbe alle preoccupazioni di carattere socio–sanitario che la collettività già sta vivendo.

Contante nel sistema

Donato Formisano © A.S. Photo, Andrea Sellari

L’altro importante elemento da considerare è l’importanza finanziaria dell’operazione di distribuzione degli utili. L’immissione di un flusso di liquidità di una somma superiore ai 4,8 milioni di euro verso una platea di 1.840 soci, significa pompare soldi nelle tasche della gente. Perché quei soldi andranno appunto a 1.840 persone che sono quasi tutti piccoli risparmiatori, persone fisiche, di cui l’85% concentrata nella nostra provincia o nei territori limitrofi.

Eccola la funzione sociale che Bpc ha voluto sottolineare a Bruxelles.

«Con questa scelta – spiega il Presidente Donato Formisanola banca non viene meno al suo stile basato sulla prudenza e sull’oculatezza. Il nostro Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, la Direzione Generale e tutti gli Uffici e Comitati coinvolti hanno infatti attentamente valutato la situazione e delineato gli sviluppi futuri alla luce delle nuove situazioni di emergenza che stiamo vivendo, riformulando il piano operativo secondo quelle che sono previsioni realistiche e considerando anche gli interventi del Governo per sostenere l’economia del nostro Paese». 

«Quello che viviamo oggi – conclude il Presidente Formisano – è uno scenario simile (fatte, ovviamente, le dovute proporzioni e differenze) a quello del dopoguerra, quando del nostro territorio non era rimasto più nulla. La Banca nacque proprio in quegli anni difficili per contribuire alla ricostruzione.

Oggi quel compito delle origini si ripropone, in maniera del tutto nuova nelle condizioni che viviamo, ma in maniera identica nello spirito. Mai come oggi è attuale il nostro storico claim “ieri per la ricostruzione, oggi per il futuro”, che sintetizza la mission della banca, il nostro stile, la nostra strategia e il nostro impegno. Insieme ce la faremo e la Banca non farà mancare il suo impegno a sostegno di imprese e famiglie». 

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright