La lettera inviata questa sera da Barbara Di Rollo. E letta da Nicola Zingaretti. Con tutte le amarezze della campagna elettorale. E gli sgarbi del Pd al suo candidato. "Ci hanno lasciati soli" "Nessuno si è proposto per chiudere il comizio"
Una lunga lettera per Nicola Zingaretti. Sciabola e fioretto, come nel suo stile: Barbara Di Rollo ora si toglie dalla scarpa i sassi che l’hanno accompagnata per tre mesi di campagna elettorale. Al termine della quale è risultata la candidata più votata in tutto il centrosinistra alle Comunali di Cassino. Ma è stata la vittoria meno importante. Perché è stata lei il ponte tra le due anime del Pd di Cassino che si erano divise tre anni fa regalando la città al Centrodestra. C’è lei dietro la proposta per arrivare alle Primarie di coalizione con cui mettere fine alle nuove controversie che hanno spaccato di nuovo il centrosinistra. Se Enzo Salera è il vincitore delle elezioni, Barbara Di Rollo è la vincitrice morale.
Ha camminato per tre mesi con quei sassi nelle scarpe. E questa sera se li è tolti. Il segretario Nazionale del Partito Democratico ha ricevuto la sua lettera. E l’ha letta.
La sfida contro tutti
Si inizia con il fioretto. «Ho avuto tanta voglia di scriverTi durante questa lunga campagna elettorale, per condividere con Te, il mio Segretario, le amarezze e le gioie di questa campagna elettorale».
Racconta le speranze e le aspirazioni di una grande parte della città. «Avevamo un sogno. Vincere da soli contro tutto e tutti. Un sogno iniziato con la scelta del candidato sindaco a mezzo delle primarie. Un giorno di straordinaria partecipazione per popolo del centrosinistra che si è autodeterminato, bocciando gli accordi fatti nelle segreterie di Partito, tra pochi intimi e privi (come poi si è poi dimostrato) del consenso».
C’è poi la mozione del cuore. «I sogni, per chi è di sinistra, costituiscono il giusto carburante per realizzare concretamente un mondo migliore per tutti».
Il Pd non ci ha sostenuti
Poi arriva il momento di impugnare la sciabola. Meno eleganza, più sostanza. Affilata e tagliente, Barbara Di Rollo ha scritto «Abbiamo vinto con il simbolo del PD, il tuo Partito, ma senza che nessuno del Partito ci abbia seriamente e concretamente sostenuto, salvo rare eccezioni (ed aggiungo per fortuna perché vuol dire che il Partito è sano)».
È la prima stoccata. L’atto d’accusa. Grave e importante. Il Pd non ha sostenuto il suo candidato. Con chi ce l’ha la quasi presidente del Consiglio Comunale?
«Alcuni iscritti e dirigenti del PD si sono sfilati all’ultimo momento (dopo aver condiviso ed accettato il percorso delle primarie), con l’obbiettivo di boicottare la presentazione della lista del PD. Non ci sono riusciti, abbiamo trovato lungo il nostro viaggio delle straordinarie persone che con il loro impegno e la loro credibilità presso la gente, ci hanno consentito di raggiungere uno straordinario risultato. Presentare la lista e raggiungere i 2.300 voti, portando il PD a primeggiare in questa città».
L’atto d’accusa è contro Marino Fardelli, segretario cittadino del Pd fino a pochi giorni prima della presentazione delle liste. E con lui, il suo gruppo dirigente. Che ha voltato le spalle al Partito. Ma del Pd era anche Salvatore Fontana, fino a marzo componente dell’Assemblea Nazionale del Pd.
«Quegli iscritti e dirigenti che si sono canditati in altre liste, in netta contrapposizione alla lista ufficiale del PD, che sebbene (a questo punto in passato) riconosciuti nel centro-sinistra, invece di cercare di strappare voti alla destra… hanno cercato di cannibalizzare la nostra area. Ma ce l’abbiamo fatta e siamo arrivati al ballottaggio».
Nessun big è venuto al nostro comizio
Poi c’è l’altra parte della storia: quella del secondo turno di voto, della sfida corpo a corpo con il candidato del centrodestra Mario Abbruzzese. Prima della quale arriva la maledizione del candidato sconfitto, l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone.
«A quel punto, a noi piccoli ed ignari delle logiche politiche, ci hanno consigliato di fare accordi, promettere poltrone, “ampliare il consenso” … ed invece abbiamo continuato a “sognare“. Testardi…come solo quelli di sinistra sanno essere».
La verità è che li hanno lasciati soli. Soli contro il centrodestra. E contro quei pezzi di centrosinistra che gli hanno voltato le spalle. Qui arriva la seconda stoccata con la sciabola.
«Nessun “Big” del Partito si è proposto per chiudere la nostra campagna elettorale…e noi nessuno abbiamo cercato».
Ora rispettateci
La rabbia e l’orgoglio di Barbara Di Rollo arrivano a questo punto. «A questo punto, il PD di Cassino pretende rispetto per i valori che ha inteso affermare in questa campagna elettorale».
Vincitori e vinti. Pentiti e convinti. «In prossimità dello spoglio alcuni iscritti e dirigenti del PD si sono ravveduti (e dobbiamo dargliene atto ), altri invece ( quelli che si ritenevano i più furbi) hanno definitivamente abbandonato il PD convinti di costruirsi una verginità per poter salire sul carro dei vincitori. Ed invece è andata a male a tutti loro».
«I neofiti, “quelli che non capiscono nulla di politica”, quelli che non sono figli di nessuno e che non comprano consensi promettendo poltrone hanno vinto. Anzi, mi sia consentita l’immodestia, hanno stravinto».
«I cittadini di Cassino hanno capito che non siamo mestieranti della politica, non viviamo di tattiche e di inciuci, siamo persino capaci di rinunciare ad una prebenda se questo implica un vincolo alla nostra libertà».
Ora tutelaci, Nicola
«Ora vorremmo condividere questa esperienza con Te che sei il nostro Segretario. Vorremmo testimoniarTi che, pur in un contesto difficile, una proposta di sinistra (partita dal basso con le primarie) ampia ed inclusiva, aperta alla migliore società civile ed al mondo dell’associazionismo, che coniughi competenza e trasparenza, può vincere».
«Per noi le competenze devono perseguire “il bene comune”, nel rispetto dei nostri valori e sempre leali verso i nostri elettori. Ora cercheremo di essere all’altezza delle aspettative, convinti che al primo errore tutti coloro che ci hanno ostacolato, deriso, ironizzato Ti informeranno immediatamente per prendersi una sorta di rivincita».
«Accettiamo la sfida. Non sarà facile, con un Comune che la destra ha portato al dissesto, cercheremo con tutte le nostre forze di risalire la china, come è tradizione della sinistra italiana».
«Ti invitiamo a venirci a trovare quanto prima, per verificare se gli ingenui, i sognatori, quelli che non capiscono nulla di politica…stanno continuando a sognare».
Ovatta e garza
Fine della lettera. Le ferite sono molte. Alcune profonde. Altre meno. Barbara Di Rollo a questo punto posa le armi. E lascia a Nicola Zingaretti il compito di prendere ovatta e garza. Per sanare quelle ferite. E riunire il Pd di Cassino. Il nuovo sogno di Barbara Di Rollo.