Barillari e Taverna ancora insieme: per dire no al M5S con il Pd di Zingaretti

Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Dopo il no del consigliere regionale grillino del Lazio è la vice presidente del Senato Paola Taverna a sollevare dubbi su un possibile dialogo con il Partito Democratico

Paola Taverna e Davide Barillari ancora una volta in perfetta sintonia: la vice presidente grillina del Senato ed il mancato governatore a 5 Stelle della Regione Lazio battuto da Nicola Zingaretti. Uniti come lo furono nel difendere fino alla fine la linea No Vax per bloccare i vaccini sui bambini, ritenuti eccessivi. Con la stessa forza ora dicono no ad un accordo tra M5S ed il Pd di Nicola Zingaretti.

Davide Barillari Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Nelle ore scorse era stato Davide Barillari a rompere il ghiaccio con un post sulla sua bacheca Facebook (leggi qui Barillari al M5S: «Niente accordi con Zingaretti, ho visto le sue porcate»). A stretto giro ha confermato la linea anche la senatrice di Torre Maura. Paola Taverna lo ha detto in un’intervista al Fatto Quotidiano. Con il quale ha sostenuto che i cinque punti programmatici proposti dal Pd (leggi qui Cinque condizioni per i Cinque Stelle: o così o si va al voto) «sono molto vaghi, potevano inserire anche la pace nel mondo… Non mi dicono nulla di particolare. Spero però che il Movimento abbia il tempo necessario per consultare i propri iscritti. Qualunque decisione verrà presa, sarebbe molto importante sentire il parere della gente sul web, sulla piattaforma Rousseau».

Paola Taverna e Virginia Raggi

La senatrice è perplessa soprattutto per il punto in cui si mette in discussione che uno vale uno obiettando che non significa uno vale l’altro. Difende la democrazia diretta che è l’ossatura del pensiero grillino: «Parlano tanto di democrazia rappresentativa e allora iniziamo a renderla più efficiente e a risparmiare con il taglio dei parlamentari».

La sua posizione, Paola Taverna l’ha espressa assemblea congiunta, dicendo che «a mio avviso si poteva tornare tranquillamente al voto. Di certo sento il peso della prima legislatura, in cui mi trovavo in netta opposizione al Pd renziano. E mi riesce difficile ora pensare che Renzi e i suoi possano essere cambiati».