Un po’ di cose che i pendolari devono sapere prima di festeggiare Battisti al vertice Fs

Ci sono un paio di elementi sui quali meditare prima di festeggiare la nomina del fiuggino Battisti al vertice delle Ferrovie. È sempre stato contrario all'utilizzo della linea Tav per trasportare i pendolari, abbattendo a 37 minuti i tempi di percorrenza da Frosinone a Roma.

di Armando MIRABELLA

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C’è forse bisogno di un po’ di cautela prima che questo territorio possa esultare per la nomina del fiuggino Gianfranco Battisti come Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato. (leggi qui Il ministro annuncia: il fiuggino Battisti nuovo Ad di Ferrovie dello Stato)

 

No Tav ai pendolari

Proprio Battisti, infatti, in diverse occasioni pubbliche e private, si è sempre dichiarato contrario a che i treni dei pendolari che raggiungono la Capitale utilizzino la tratta ad Alta Velocità presente nella provincia di Frosinone.

Una posizione difficilmente conciliabile con quelle del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli che già subito dopo la nomina, su SkyTg24, sosteneva una rivoluzione in FS tutta rivolta al mondo dei pendolari.

Battisti si è sempre dichiarato contrario all’idea riassunta dall’ormai noto progetto elaborato dall’Associazione Roma Cassino Express nel febbraio 2015.

 

La rivoluzione mancata

È un progetto che consiste nell’avvicinare Frosinone e Cassino a Roma, portando i tempi di percorrenza rispettivamente a 37 e 60 minuti: una vera svolta per una intera provincia che, grazie a questi nuovi tempi, vedrebbe ripopolarsi le proprie città a discapito delle periferie romane e forse diverrebbe più appetibile anche per le aziende.

Cuore del progetto è l’utilizzo della connessione tra la vecchia linea ferroviaria e quella ad Alta Velocità (lo sfiocco) presente nei pressi della stazione di Sgurgola.

Il progetto, valutato positivamente dall’Università La Sapienza, apprezzato e sostenuto da Federlazio, tiene conto dei vincoli tecnici (le due linee hanno tensioni elettriche differenti), di quelli economici e di orario derivanti dallo studio delle tracce libere su una linea che, oltre ad essere ad Alta Velocità, è anche ad alta capacità.

 

Battisti al quadrato

Come Gianfranco Battisti, è di Fiuggi la quasi omonima Consigliera regionale di maggioranza Sara Battisti (PD). E proprio la Regione Lazio è la seconda gamba su cui potrebbe correre il progetto di avvicinare Frosinone e Cassino a Roma.

Qualche settimana fa, il 22 giugno, Zingaretti e gli allora vertici di Trenitalia, hanno firmato il nuovo contratto di servizio 2018-2032, investimento da 1.382 milioni di euro. Su quel contratto, grandi assenti per la provincia di Frosinone sono i 2,5 milioni (meno del 2 per mille dei 1.382) previsti per la sperimentazione sulla linea ad Alta Velocità di due treni pendolari all’andata e due al ritorno. Il capogruppo Dem Mauro Buschini sul tema, per rimediare, ha già proposto l’ennesimo tavolo.

 

La luce in fondo alla galleria?

Tuttavia due sono gli elementi che possono far ben sperare e quindi responsabilizzare. Il primo è che la Regione Lazio è lo spazio amministrativo in cui, come in nessun posto d’Italia, sono più vicini Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle.

Il secondo è che, come la Battisti in Regione, sono giovani, donne ed espressione della nostra provincia le onorevoli Ilaria Fontana e Enrica Segneri, colleghe di Partito proprio del Ministro Danilo Toninelli e la leghista Francesca Gerardi.

Assieme ai loro colleghi, il pentastellato Luca Frusone ed i leghisti Francesco ZicchieriGianfranco Rufa, hanno la straordinaria opportunità di dimostrarsi all’altezza del compito loro affidato dagli elettori, utilizzando poltrone e tavoli per convincere l’appena da loro nominato Gianfranco Battisti a far viaggiare, ogni giorno, molto più velocemente di ora centinaia di sedili tra Roma e la sua provincia.

 

Assieme alla Regione Lazio, c’è la possibilità di aprire un serio tavolo di confronto. Proprio in virtù delle linee guida affidate dal ministro Toninelli al neo Ad Battisti. Un confronto con cui avvicinare una intera provincia a Roma a costo sostanzialmente zero, utilizzando una infrastruttura che c’è già.

 

Le rivoluzioni gratis sono una rarità.