La lezione dei 18 voti grillini a Bellincampi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il Graticola day con cui il Movimento 5 Stelle ha designato come candidato sindaco di Frosinone Christian Bellincampi (leggi qui la cronaca) spiega un mucchio di cose alla Politica.

 

I 18 VOTI
I 18 voti con i quali il candidato è stato designato non meritano nemmeno una delle risate che si sono sollevate. Ha ragione chi fa notare che 18 voti sono meno degli abitanti di un palazzo; meno dei residenti in una stradina; meno di quelli necessari per diventare rappresentanti di classe alle Scuole Medie.

C’è un ‘però‘. Però le macerie rimaste in piedi degli altri Partiti non mettono insieme nemmeno quei 18 voti che Bellincampi si è conquistato.

Le riunioni nelle sezioni di Partito, nelle quali ascoltare la gente, non si fanno più da almeno venti anni. Le votazioni con cui la base si esprime e fornisce un’indicazione su chi candidare, le possono ricordare a malapena coloro che ci avvicinano al traguardo dei cinquant’anni. Chi di anni ne ha trenta non ha mai visto un Congresso di Sezione in paese, non ha mai visto il dibattito politico che si scatenava nei giorni precedenti, non ha mai scoperto le strategie sottili e sotterranee che si mettevano in atto per arrivare ad una sintesi.

E’ per questo che Bellincampi vince 18 – 0. Diciotto sono i voti che lo legittimano candidato sindaco. Zero sono le riunioni fatte dagli altri Partiti.

Il Partito Democratico può obiettare che per arrivare alla candidatura di Fabrizio Cristofari ha fatto talmente tante riunioni che ormai le sedie in Federazione si sono consumate. Nicola Ottaviani può sbattere sul tavolo le sue Primarie del Predellino e le riunioni del Coordinamento.

E’ fumo. I 18 voti di Bellincampi sono arrivati da cittadini. Non da addetti ai lavori.

Perché il nodo è proprio questo: quegli addetti ai lavori che compongono il Coordinamento azzurro o la federazione democrat,  un tempo erano selezionati dal voto nelle sezioni. Ora sono per lo più dei nominati. Legittimati da nessuno. Autoreferenziali.

Diciotto a zero. Non se ne esce.

 

LE DOMANDE VUOTE
La domande poste ai candidati nel corso del Graticola Day del Movimento 5 Stelle  sono disarmanti. Se doveva essere un bombardamento a tappeto con cui selezionare il più preparato, la realtà ha detto che non sono state nemmeno una manciata di mortaretti. Per la loro banalità.

Ma è il segnale che la Politica deve cogliere. E pure in fretta. Le domande poste ai due candidati del Graticola Day di Frosinone fanno capire quanto sia distante la gente dai veri problemi della città. Nessuno ha la più pallida idea di cosa determini la maggior parte delle scelte che condiziona la sua vita.

Non significa che la gente sia ignorante, impreparata, inadatta ad andare a votare. Significa invece che per la gente ci sono altre priorità. Diverse da quelle che la Politica ha messo finora in agenda. Quelle domande dimostrano che all’elettore interessa ben poco la riforma della legge elettorale ed il numero dei senatori. Gli interessa che i bus passino, i cassonetti vengano svuotati, i servizi siano efficienti dal momento che li pagano a peso d’oro.

 

CHI COMANDA
Può piacere o non piacere. Ma il Movimento 5 Stelle è stato chiaro. Il modello è quello visto a Roma con Virginia Raggi. Non nel senso che in caso di vittoria di Christian Bellincampi si assisterà alla stessa girandola imbarazzante vista in Campidoglio per la nomina degli assessori e dei dirigenti.

Il modello è che il sindaco deve rispondere al MeetUp e deve decidere con lui. La squadra di governo non la decide da solo. Ma la deve concordare.

Sono elucubrazioni ad uso e consumo di quella metà d’italiani che seduto al Bar dello Sport è convinto di poter fare il Presidente del Consiglio dei Ministri. Tutti gli altri casi di governo a 5 Stelle in Italia dicono che alla fine il sindaco si è messo a decidere di testa sua. Con buona pace del gruppo. E pure a Frosinone sarà così. Perché alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica ne risponderebbe il sindaco Bellincampi e non il MeetUp.

Ma va dato atto che, piaccia o no, è un modello di amministrazione ‘accessibile’. Che è percepito come vicino. Al quale – ha detto il sondaggio di Ciociaria Oggi nei giorni scorsi – in linea di principio l’11% della città di Frosinone è disposta a dare fiducia.

 

QUANTE POSSIBILITA’ HA
Tutto dipenderà da quanto quei 18 voti a Christian Bellincampi siano davvero lo specchio che rappresenta la città.

In un panorama politico nel quale il voto avviene attraverso truppe cammellate e tessere lievitate, anche 18 voti possono valere moltissimo.

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