Benedetto treno che ce li hai portati via

Il viaggio dei leader europei a Kiev ha il pregio di far battere finalmente un colpo alla Ue. Ma allo stesso tempo di coprire le dirompenti dichiarazioni arrivate dal forum economico di Sanpietroburgo. Sul quale qualche riflessione va fatta

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Chi non ha visto in questi giorni l’intrepido viaggio dei nostri eroici capi di stato di Italia, Francia, Germania che sprezzanti del pericolo sono saliti su un treno super blindato per raggiungere l’agognata Kiev per portare parole di conforto al presidente Volodymir Zelensky, latori incontrastabili di democrazia e pacificazione.

Ad un certo punto quando li ho visti partire pensavo andassero in missione da Putin per trattare in qualche modo la fine delle ostilità, visto che quello che ha invaso e bombarda è lui.

Mario Draghi con Volodymyr Zelenski (Foto: @Dankihot / Dankihot.com / Imagoeconomica)

Che gli avrà potuto dire infatti Zelensky sul tema guerra: speriamo finiscano di bombardare. Il povero Zelensky che forse deve essere stato colto di sorpresa dall’arrivo dei governanti europei perché si è presentato vestito di mimetica e maglietta militare come sempre negli ultimi mesi, non deve aver avuto il tempo di cambiarsi. A meno che non sia entrato davvero nel personaggio del soldato e non riesca più ad uscirne o forse ancora che usi sempre questo abbigliamento militare per ricordare che sono sotto assedio.

Solo che Kiev è agibile da mesi ormai hanno fatto passerelle tutti i governanti europei, cantanti, attori americani senza nessun problema, ma forse non hanno avvisato il presidente che a Kiev non bombarda nessuno.

Comunque tornando agli intrepidi eroi in treno tutti si sono scomodati  in mirabolanti paralleli storici, quasi tutti denigratori e fuori luogo, richiamando il viaggio di Hitler in treno a Roma o addirittura nella foto dei tre insieme al tavolo paragonandola a quella col Fuhrer, il Duce e Ciano in occasione della firma del patto d’acciaio.

Il treno di Nino D’Angelo

A me pur appassionato di storia non ha ispirato niente del genere. La prima cosa a cui ho pensato è l’inossidabile cult di Nino D’AngeloMaledetto treno” in cui si strugge per la partenza dell’amata.

“Nel palazzo mio che aria di malinconia. Lei ha cambiato casa, non e’ piu’ vicina a me. Maledetto treno tu che l’hai portata via. E nun ‘e pensato che era tutta a vita mia. Mentre cchiu’ crisceva dint’o core ‘e tutt’e dduie, Chistu grande ammore l’ ‘e purtato chi sa ddo? Maledetto treno tu nemico del mio bene. Si nunn’e’ accussi’ vall’a piglia’, falla veni’.”

In realtà visto i danni che stanno facendo a livello economico in Europa l’avevo modificata in “benedetto treno che ce li hai portati via”, per carità opinione personale come dice Cassano. Ma spiegheremo facilmente il perché.

In realtà sono stato incerto fino alla fine come colonna sonora pure sulla canzone di Claudio Villa “Binario” ancora più struggente e disperata ma insomma mi pareva troppo.

Binario, triste e solitario. Tu che portasti via col treno dell’amore, la giovinezza mia. Odo ancora lo stringere del freno. Ora vedo allontanarsi il treno, Con lei che se ne va. Binario, fredde parallele della vita, Per me è finita”.

Ecco questo “per me è finita” mi pareva troppo per una nazione che è sopravvissuta praticamente a tutto e sopravvivrà anche a Draghi ed all’illuminata Europa. Però la nota poetica “fredde parallele della vita” come non citarla entusiasti.

Il forum di Sanpietroburgo

Vladimir Putin al forum di Sanpietroburgo (Foto © Kremlin Press Office)

Però a parte gli scherzi la settimana internazionale ci ha riservato uno schema degno di nota.

Intanto era la settimana del forum economico a San Pietroburgo dove è intervenuto personalmente Putin tirando delle bordate niente male. Questo deve aver preoccupato gli interlocutori europei preoccupati più di sminuire gli effetti di tali dichiarazioni che della guerra stessa.

Parte Joe Biden che preoccupato del duplice fronte forum economico e viaggio della triplice europea spara a caso una delle sue, giusto per mettere un po’ di confusione. “Caos in Europa se non avessimo fermato Putin!” tuona roboante dagli usa. Un po’ per ricordare agli europei che lo devono ringraziare senza soluzione di continuità ed un po’ a dire che senza di lui sarebbero cavoli amari e Putin li avrebbe invasi fin dentro casa.

Che poi però uno analizza la frase e pensa l’Europa nel caos c’è già. E Putin non mi sembra che lo abbiano fermato visto che si è magnato un terzo dell’Ucraina quasi. Allora pensi: ma questo che dice?

Europa, se ci sei batti un colpo

Joe Biden (Foto: Christophe Licoppe © Imagoeconomica)

Poi ripensi che hai appena acceso la tv e hai visto Biden vestito come Fantozzi che partecipava alla coppa Cobram cadere da solo dalla bicicletta perché non riusciva a togliere il piede dal pedale. Dopo averlo visto in innumerevoli prove di destrezza addormentarsi ovunque, prodursi in peti nei luoghi più disparati, interrompersi balbettando nei discorsi, farsi guidare dai pupazzi nelle manifestazioni  e salutare amici immaginari nel vuoto è arrivato l’ultima spettacolare prova: l’ammucchiata in bicicletta. Che un po’ diciamocelo ti viene da dire: “ma siamo sicuri che la vinciamo la guerra con questo condottiero”?

Comunque la botta sui giornali la tira perché, diciamoci la verità, a parte l’iconografia del treno, il fatto che i Paesi europei più rappresentativi finalmente battano un colpo in autonomia è certamente una buona notizia. E la speranza vera è che oltre alla pappardella del sostegno all’ingresso immediato di Kiev in Europa siano andati a discutere seriamente i problemi che questa guerra sta creando in maniera indotta all’Europa intera. Rappresentando una posizione diversa da quella fatta solo di conflitti rappresentata dall’America e dai cugini Inglesi. Se così fosse avrebbero fatto più che bene a mostrare finalmente una identità europea.

Infatti, come avrete notato, anche se non era previsto, il premier inglese Boris Johnson si è recato immediatamente anch’egli a Kiev come a “marcare stretto” i leader europei. Secondo me a prendere informazioni da Zelensky su cosa gli avessero detto i “tre tenori” europei. E soprattutto a ricordargli che secondo lui e gli americani la pace si fa facendo la guerra e quindi la guerra deve continuare.

Europa non è Nato

Boris Johnson e Volodymyr Zelenski (Foto: via Imagoeconomica)

Che poi, annotazione di colore, come faccia il leader della perfida Albione a presentarsi a Kiev a sponsorizzare l’ingresso in Europa dopo che la Gran Bretagna proprio da lui guidata è uscita dall’Europa dicendone peste e corna è tutto da capire. Che fulgido esempio di coerenza.

Comunque devono aver fatto molta fatica per nulla perché Putin, senza grandi affanni, si è affrettato a dichiarare ufficialmente che non ha nulla in contrario all’ingresso di Kiev in UE. Dicendo che l’Unione Europea non è un blocco politico militare e dunque non costituisce alcun problema. Ricordano però implicitamente che invece l’adesione alla Nato che è una alleanza militare è stata la causa scatenante del conflitto.

In realtà secondo me anche lui sa bene che un eventuale ingresso anticipato deve essere votato da tutti i membri europei all’unanimità cosa difficilissima da raggiungere. E dunque che tutta questa passerella entusiasta altro non è che fuffa e solo fuffa.

Niente fuffa da Sanpietroburgo

Vladimir Putin al forum di Sanpietroburgo annuncia una nuova visione del mondo (Foto © Kremlin Press Office)

Non sono fuffa invece le bombe che ha lanciato Putin nel corso del forum economico a San Pietroburgo.

Gli Usa pensano di essere l’unico centro del mondo, ma l’era dell’ordine mondiale unipolare è finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo” ha detto con una pesantezza unica il leader russo. Lasciando intendere che se gli Usa pensano di schiacciarli non solo non ci riusciranno ma che esiste ormai un blocco talmente forte da potersi contrapporre a loro ed anche vincere. E non è stato casuale sempre al forum il videomessaggio del leader cinese che senza se e senza ma ha ribadito la propria alleanza privilegiata con la Russia. Dichiarazioni che non si sentivano dalla guerra fredda e dalla logica dei blocchi contrapposti.

Dal punto di vista economico poi le sanzioni contro la Russia, secondo Putin, “sono folli e sconsiderate, il loro scopo è schiacciare l’economia della Federazione russa ma non hanno funzionato“.  E ci tiene a specificare che l’attuale innalzamento incontrollato dell’inflazione in Europa non è certo conseguenza di azioni russe ma di errori europei ed americani. Come a dire ai cittadini europei guardate non sono io a strozzarvi ma i vostri stessi governanti.

Esattamente quello che i leader  occidentali non volevano far ascoltare alle orecchie dei propri cittadini. Per questo hanno cercato di coprire gli esiti del forum con viaggi e dichiarazioni roboanti.

Un’occhiata alla borsa

Il presidente Xi Jinping in collegamento con il forum (Foto © Kremlin Press Office)

Ed a dare una occhiata veloce non ha tutti i torti Putin, sembra veramente che le sanzioni colpiscano più noi.

Venerdì la Borsa di Milano ha chiuso a -5% quella di mosca a +5% il dollaro e l’euro continuano a calare il rublo sta battendo tutti i record positivi.

Per farvi solo un ulteriore esempio sul petrolio dopo l’embargo la Russia esporta meno in Europa certamente ma l’embargo stesso ha permesso alla Russia di apprezzare il proprio greggio realizzando aumenti che hanno oscillato fino al 700% di aumento (e non ho sbagliato a scrivere). 

Per essere più preciso spiego questo, nel suo bilancio annuale la Russia ha previsto la vendita del greggio a 35 dollari al barile. È vero che oggi vende meno all’Europa ma alla quotazione di ieri sta vendendo a 125 dollari al barile. Avete capito bene quasi quadruplicato. Dunque alla fine dell’anno grazie ai prezzi aumenti avranno comunque un risultato economico estremamente positivo superando di gran lunga quanto previsto. Lo avranno fatto vendendo minor quantità di greggio e quindi avranno molte più scorte. Scorte talmente ampie che si stanno permettendo di venderlo alle nazioni amiche come ad esempio l’India alla metà del valore commerciale attuale. E questa metà è anch’essa superiore alla quota di 35 dollari prevista in bilancio.

Così alla fine dell’anno il risultato economico sarà mostruosamente in attivo, la Russia si sarà fatti amici politici importanti come l’India e lo avrà fatto vendendo meno greggio del solito e conservando invidiabili riserve. Esattamente come avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Gli effetti su di noi

Foto: @Dankihot / Dankihot.com / Imagoeconomica)

Invece gli effetti su di noi? Benzina stabile sopra i due euro, prezzi dell’energia alle stelle, inflazione ai massimi storici, moneta debole, carenza di risorse primarie e cibo.

Allora quando Putin beffardo dice che le sanzioni stanno facendo più male a noi che a loro non dico di dargli ragione ma almeno una piccola analisi economica sarebbe ora di farla. Considerando che è notizia di questi giorni che ci verrà ridotto del 50% l’afflusso del gas in Italia io qualche considerazione seria la farei.

Volete un ultimo esempio? L’altro giorno tutti a dare del cattivo a Putin che aveva ridotto del 15 % il flusso del gas. Poi vai a leggere come ha scritto mirabilmente l’Huffington post che c’è stato un problema tecnico consistente in questo. Una mega turbina rotta va sostituita. La Russia l’ha ordinata tempo fa alla Siemens noto gruppo tecnologico tedesco. Ora la Siemens per colpa delle sanzioni non può più venderla e consegnarla alla Russia. Dunque la Russia non potrà più usare quella linea e manderà meno gas. Ora detto questo no? Ma siamo sicuri che l’embargo sulla turbina faccia danno a loro e non a noi?

E casi come questi sono all’ordine del giorno. Fateci caso ormai della guerra ne parliamo più per le implicazioni economiche che per i morti sui campi di battaglia. E purtroppo per ora siamo soccombenti in entrambe i campi.

I treni della pace

Ed in questo quadro a tinte fosche la nostra priorità sono i trenini della pace, gli annunci irrealizzabili e la solidarietà pelosa.

Purtroppo il benedetto treno che li ha portati via li ha anche riportati indietro senza alcun risultato tangibile. L’unica conferma seria l’abbiamo avuta indirettamente. Ricorderete che la scorsa settimana scherzavo sulle barzellette nazionaliste. Neanche a farlo apposta questa settimana dopo il viaggio in treno i social sono esplosi di storielle sullo sfondo di quanto fatto anche da noi la scorsa settimana. (Leggi qui: v).

Il che ci ha dato l’unica vera conferma di questi giorni. Che quando la frase inizia con c’era un italiano, un tedesco ed un francese… è sempre una barzelletta!

(Leggi qui tutti gli articoli di Franco Fiorito).

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