L’assurda scelta dei leader con un click sulla tastiera

A Fiuggi, Silvio Berlusconi annuncia che per aderire alla nuova Forza Italia basterà un clic. Un errore madornale. Perché è un corsa al ribasso nella qualità del progetto politico. Al punto anche anche il M5S ha rivisto le sue cliccarie

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è stato un tempo nel quale, per avere la tessera del Partito Comunista Italiano, bisognava superare un colloquio con il Segretario Politico della sezione. Al quale il richiedente doveva dimostrare la piena consapevolezza e la solidità dei propri principi politici. A quel colloquio era necessario presentarsi accompagnati da due persone già iscritte al Pci e conosciute dal Segretario. Il loro compito era garantire la moralità, l’affidabilità ed i sani principi del richiedente. Una volta iscritti, si partecipava alle riunioni e si stava attenti a ciò che si diceva per evitare figuracce.

Domenica mattina Silvio Berlusconi, intervenendo alla kermesse organizzata a Fiuggi da Antonio Tajani, ha annunciato «un percorso con Congressi comunali aperti al numero maggiore di italiani e poi congressi provinciali. Per fare questo ho steso un manifesto che diffonderò sulla rete e basterà un like a questo manifesto per partecipare a questi congressi».

 

Sta tutta qui la spiegazione della deriva presa dalla politica italiana nel terzo millennio. Un clic. Senza controllare se dietro a quel dito che pigia sul mouse ci sia il professor Vassalli o  Michele l’avvinazzato che va a farsi un giro su Facebook dopo la bevuta con gli amici.

Spiacente. Ma la mossa è sbagliata. Perché è un assurdo tentativo di inseguire i grillini sul loro terreno. Una corsa al ribasso che ci ha già fornito edificanti esempi: come il senatore Marino Mastrangeli, ammesso a Palazzo Madama per rappresentare l’intera provincia di Frosinone in nome e per conto del Movimento 5 Stelle.

Che ben presto manifestò un certo imbarazzo nel tenerlo tra le proprie file e lo accompagnò alla porta. Nei suoi 5 anni di Senato non si ricorda un intervento in difesa dei posti di lavoro nella Fca di Cassino (la sua città) o della ex Videocon, a sostegno dello sviluppo dell’Università di Cassino o della nostra economia.

 

Il Movimento 5 Stelle si è accorto che i troppi Mastrangeli selezionati affidandosi ad un clic rischiavano di affossare la già ridotta credibilità politica del MoVimento.

Per questo ha attuato una serie di modifiche al proprio non statuto. I candidati eletti questa volta (Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri) non sono passati attraverso cliccarie o scemenze simili, infatti possono vantare un grado di solidità politica e competenza infinitamente superiori a quelle messe in campo dal loro illustre predecessore. Uno aveva alle spalle 5 anni di Montecitorio, un’altra aveva 5 anni di attività svolta a margine dei lavori parlamentari con il ruolo di assistente, l’altra aveva 5 anni della stessa attività e con lo stesso ruolo ma in Regione.

 

Le loro idee politiche ed il modo in cui le applicano possono non piacere o piacere: la scelta spetta agli elettori, che a marzo si sono espressi in maniera inequivocabile. Ma è altrettanto inequivocabile che alle spalle non hanno solo clic. E se avessero selezionato la loro classe dirigente gettando nella spazzatura il mouse anche 5 anni prima, ci saremmo risparmiati molte perdite di tempo.

 

Proprio per questo non è comprensibile la corsa al ribasso, fatta a chi prende più like, più faccine, meno insulti.

Perché possono essere comprati al mercato. Esattamente come, da un certo periodo in poi, è stato possibile comprare al mercato i pacchetti di tessere. Del Pd, del PdL e di tanti altri.

L’inizio della fine è stato lì. Sarebbe meglio cliccare e navigare in un’altra direzione.