Il semaforo di Berlusconi che sta bruciando la frizione di Gasparri

Silvio Berlusconi impone un nuovo stop alle candidature nel Lazio e nella Lombardia. Convocati i sondaggisti ad Arcore. Da Bruxelles oggi rientra Antonio Tajani. Mentre a Gasparri rischi di bruciare la frizione.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La frizione di Maurizio Gasparri si sta bruciando. A furia di pattinare in attesa del verde al semaforo della candidatura a Governatore del Lazio, sta cominciando a fare fumo. Tanto che nella serata di ieri ha iniziato a rispondere seccato al telefono pure agli amici: «Vi prego, non mi chiamate più, farò sapere io appena ci sarà qualche novità».

L’OSTACOLO PIROZZI

Fino a ieri pomeriggio sembrava che l’ultimo ostacolo sulla candidatura di Maurizio Gasparri a governatore del Lazio si chiamasse Sergio Pirozzi.

Tutto coincideva. Il ritiro del governatore Bobo Maroni e l’annuncio della Lega che al suo posto avrebbe candidato l’ex sindaco di Varese ed ex presidente del Consiglio Regionale lombardo Attilio Fontana. La chiusura nei fatti ad una possibile candidatura al Pirellone per la coordinatrice regionale azzurra Maria Stella Gelmini. Uno stop che significava semaforo verde a Gasparri nel Lazio: perché, altrimenti, sarebbe impensabile che Forza Italia possa esprimere sia il candidato governatore a Roma che a Milano.

Lo stesso Matteo Salvini ieri in tarda mattinata diceva ai suoi: “Nel Lazio il candidato è Gasparri“. (leggi qui Maroni va via. Fontana in Lombardia e Gasparri nel Lazio. Pirozzi: resto.)

In attesa di poter mollare la frizione da un istante all’altro, già erano scesi in campo gli sherpa. Con il compito di liberare la strada. Il vice presidente del Senato ha chiesto che il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi si ritirasse dalla corsa per le Regionali, riunificando così il centrodestra. Niente rischi inutili: i sondaggi accreditano a Pirozzi una percentuale a due cifre, già se prendesse solo la metà di quei voti sarebbe sufficiente per impedire la vittoria a Gasparri o qualunque altro candidato del Centrodestra.

Gli sherpa ieri pomeriggio stavano preparando gli zaini per avviarsi a costruire la strada d’uscita per lo scarpone. Ma anche per i suoi principali sostenitori: l’ex governatore Francesco Storace e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Una volta sgombrato il campo sarebbe partito l’annuncio che il candidato è Maurizio Gasparri.

 

IL NUOVO STOP

Il nuovo stop ed il nuovo logoramento di frizione lo ha imposto Silvio Berlusconi. Non è convinto che Attilio Fontana abbia la notorietà necessaria per vincere le elezioni in Lombardia.

Perché quelle votazioni sono così importanti? Si vota insieme alle Politiche: schierare un candidato con poca capacità di trascinamento del consenso sul territorio significa perdere quei voti sia in Regione che alla Camera ed al Senato.

Per questo motivo ieri nel tardo pomeriggio Silvio Berlusconi ha convocato a Villa San Martino ad Arcore i suoi fidatissimi maghi dei sondaggi. Gli ha posto, nella sostanza, tre quesiti. Il primo: Attilio Fontana può battere il candidato del centrosinistra e cioè un personaggio noto come Giorgio Gori sindaco di Bergamo, ex direttore di Canale 5 e di Italia 1, fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia che ha realizzato i format L’Isola dei Famosi, Piazza Pulita, L’Eredità, Cuochi & Fiamme? Il secondo: ha più possibilità di vittoria Attilio Fontana o Maria Stella Gelmini? Il terzo: esiste un nome leghista alternativo a quello dell’ex ministro azzurro Gelmini, capace di attirare l’elettorato?

Una volta consultati gli oracoli dei sondaggi, Berlusconi ha fatto il punto ieri sera con Mariastella Gelmini e con il fidatissimo presidente dei senatori Paolo Romani .

 

ARRIVA ANCHE TAJANI

Oggi ci sarà la risposta degli oracoli e poi il secondo vertice operativo. Allargato a Niccolò Ghedini e, forse, tornerà a Villa San Martino Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini. Perché l’accordo deve essere complessivo: se i numeri profetizzeranno che Fontana tiene allora si andrà avanti, in caso contrario o la Lega fornisce un nome vincente o lo fornirà Forza Italia.

A quel punto tornerebbe in discussione la candidatura di Maurizio Gasparri  nel Lazio.

Proprio per questo, con Niccolò Ghedini  ed il fedelissimo Sestino Giacomoni è stato precettato da Bruxelles il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani. È il console di Berlusconi nel Centro Italia, il fine mediatore che conosce meglio di tutti l’arte della trattativa politica basata sugli equilibri. Tutti lo indicano nella rosa dei possibili premier dopo le elezioni. Nel Lazio preferirebbe puntare sul vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano. Proprio per una questione di equilibri politici. (Leggi qui Tajani, la strada per Palazzo Chigi val bene Gasparri governatore).

 

La convocazione urgente di Antonio Tajani è il segnale che l’accordo deve essere chiuso sull’asse Milano – Roma. Prima che si bruci la frizione di Maurizio Gasparri.