Il Berlusconi ridimensionato e l’inutile vittoria di Pirro

Forza Italia si avvia a celebrare il suo 24mo compleanno. Gli scenari sono profondamente cambiati. Il Berlusconi di oggi è molto ridimensionato rispetto a quello del '94. E rischia di ottenere una Vittoria di Pirro.

Tra due giorni Forza Italia festeggia il ventiquattresimo compleanno. Fu ufficialmente fondata il 18 gennaio 1994, pochi mesi prima della travolgente vittoria elettorale e politica di Silvio Berlusconi.

Anche se “Forza Italia! Associazione per il buon governo” venne costituita, presso lo studio del notaio Roveda a Milano, il 29 giugno 1993 da alcuni noti professionisti, alcuni inseriti nelle aziende controllate da Fininvest, altri comunque vicini al fondatore e proprietario di quest’ultima Silvio Berlusconi, tra i quali Marcello Dell’Utri, Antonio Martino, Gianfranco Ciaurro, Mario Valducci, Antonio Tajani, Cesare Previti e Giuliano Urbani.

Il nome si ispirava allo slogan Forza Italia! utilizzato nella campagna elettorale della Democrazia Cristiana del 1987.

Oltre a Silvio Berlusconi, chi è ancora in prima linea è Antonio Tajani, nel frattempo diventato presidente del Parlamento Europeo. E’ sempre Tajani il nome più accreditato per la carica di presidente del consiglio incaricato nel caso ci fosse bisogno di un governo di centrodestra o di unità nazionale. Entrambe le possibilità sono sul tappeto.

Il 27-28 marzo 1994, con i risultati delle elezioni politiche, Forza Italia si afferma come il primo partito italiano con il 21% dei voti e va alla guida del Governo insieme ad altri partiti dell’area di centrodestra: al Nord l’alleanza è denominata Polo delle Libertà (e formata da Forza Italia, CCD e Lega Nord), mentre al Sud Polo del Buon Governo, formata da Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, Unione di Centro e Polo Liberal Democratico.
Insomma, sin dall’inizio Silvio Berlusconi ha dovuto differenziare le posizioni, perché far coesistere la destra patriottica e la Lega allora secessionista era davvero complicato.

C’erano Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Oggi gli interlocutori sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Fratelli d’Italia ha raccolto la parte minoritaria dell’eredità elettorale di An (quella maggioritaria sta in Forza Italia), nella Lega non viene più specificato “Nord” e i rapporti di forza sono cambiati. Perché gli “azzurri” arrivarono a percentuali molto alte, comunque sempre largamente superiori a quelle degli alleati.

Oggi Forza Italia, che pure viene data per “resuscitata”, nei sondaggi si attesta tra il 15 e il 16%. La Lega la tallona e il 5,5% di Fratelli d’Italia è fondamentale per le sorti della coalizione. Silvio Berlusconi vorrebbe dettare la linea, ma può farlo fino ad un certo punto. Perché poi, quando va a chiedere agli alleati spazi per la “quarta gamba” articolata su più leve, inevitabilmente è costretto a concedere qualcosa.

Adesso che il centrodestra vede vicina la possibilità di tornare alla guida del Paese, Silvio Berlusconi è concentrato soltanto su questo punto.

Ma quanto sta succedendo nelle Regioni può costituire un problema. In Lombardia Roberto Maroni si è defilato e lo ha fatto attaccando il segretario del suo partito, Matteo Salvini, in maniera fortissima. Silvio Berlusconi ha provato a lanciare il nome di Maria Stella Gelmini, ma poi ha dovuto lasciare spazio al Carroccio.

Ancora una volta. Il messaggio che è passato è che Forza Italia è disposta a cedere su tutto pur di provare a vincere le politiche.

Nel Lazio il problema non è l’abbondanza di candidati potenziali (Maurizio Gasparri, Fabio Rampelli, Sergio Pirozzi) e neppure il fatto che Francesco Storace e Gianni Alemanno abbiano sponsorizzato il sindaco di Amatrice. Il problema è che le decisioni rischiano di arrivare da fughe in avanti, dai sondaggi, dalla mancanza di tempo. Il messaggio che passa è che la coalizione non esiste. C’è solo un cartello elettorale.

Vincere è importante se si riesce a governare sulla base di un programma condiviso.

Altrimenti la storia ha già trovato da secoli una frase per spiegare l’inutilità di un successo: la vittoria di Pirro.