Bilancio, passa ma Mosticone tiene tutti col fiato sospeso

Mosticone tiene tutti con il fiato sospeso sul Bilancio. Alla fine... Caschera lo vota a nome della Lega: ora il suo capogruppo valuta cosa fare. Un messaggio di De Donatis prima del voto dà il contrordine e in Consiglio passa un emendamento di D’Orazio. Fratelli d’Italia si spacca. Bruni grida al complotto.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Con i nove voti favorevoli della sua maggioranza e il voto contrario del resto dei presenti sui banchi (virtuali) dell’opposizione. Così martedì 3 novembre, il sindaco di Sora Roberto De Donatis si è visto approvare il Bilancio previsionale 2020. Bilancio che, come fatto notare con ironia da molti degli stessi amministratori, ormai è un Consuntivo visto che siamo a fine anno. Ma che fissa un punto politico saldo: l’Amministrazione traballa ma non cade.

Non tutti ci credevano. Non tutti pensavano che sarebbe rimasta in piedi. Almeno non lo pensavano durante la chiama con appello nominale per il voto del documento contabile. La cui mancata approvazione avrebbe comportato la fine anticipata dell’esperienza amministrativa.

Mosticone tace, l’Amministrazione trema
Il Presidente dell’Assise Antonio Lecce, unico in sede per legge

Il perché è presto detto. Mancano pochissimi minuti alle 20. È appena finita la discussione sul quarto punto. Cioè il Bilancio previsionale e programmatico 2020-2022.  Il presidente del Consiglio Comunale Antonio Lecce pone al voto il punto in discussione. La Segretaria comunale procede con l’appello nominale. Roberto De Donatis: “favorevole”. Lino Caschera: “favorevole”. Alessandro Mosticone… silenzio. Alessandro Mosticone. ancora silenzio. «Mosticone è assente?» chiede la voce fuori campo della Segretaria comunale.

La situazione è complicata. Il Consiglio comunale è da remoto, come ormai accade da qualche mese a causa dell’emergenza Covid. Sora è una delle capitali nascoste di questa pandemia, soffre in silenzio, non urla e non chiede privilegi: ma è una delle città più martoriate. Il Consiglio dà l’esempio ai cittadini rinunciando a riunirsi in presenza.

Il consigliere Mosticone, dopo aver autenticato la sua presenza mostrandosi in video poco prima delle ore 17, così come previsto dal regolamento, aveva oscurato la telecamera. Ma per i precedenti tre punti aveva regolarmente risposto all’appello nominale ed espresso voto favorevole.

Alessandro Mosticone © Alessioporcu.it

Dunque un piccolo ritardo ci può stare. Sia per i frequenti problemi di collegamento. Sia per la difficoltà nel seguire i lavori dell’Assise, magari da un telefonino. Dopo qualche secondo le corde vocali del capogruppo consiliare di Reset sono tornate a vibrare e ad emettere suoni. «Ci sono. Sono presente. E voto a favore».

Facendo finalmente tornare la distensione sui volti di alcuni della maggioranza. Ma perché tanta apprensione per qualche secondo di ritardo nella riposta di Mosticone? La soluzione è semplice. C’era stato il precedente. Meno di 24 ore prima.

La riunione boicottata manda in bestia il sindaco     

Lunedì 2 novembre a partire dalle 21 si è tenuta una riunione di maggioranza. Summit per decidere la linea da adottare il giorno seguente in Assise rispetto a un emendamento al Bilancio. Emendamento presentato dalla capogruppo consiliare Dem in opposizione, Maria Paola D’Orazio.

La capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia Simona Castagna è assente. Ma giustificata. Del resto la riunione da remoto è stata convocata sul gruppo WhatsApp dell’Amministrazione soltanto tre ore prima. Alle 18. E Mosticone su quel gruppo non c’è.

Un multiframe dell’assise on line di Sora

E non è presente nemmeno in video alle 21. La sua assenza ha suscitato le ire del sindaco. Che per tutta la durata del confronto non ha mancato di lanciare continue e pesanti frecciate.

Senza fare nomi. Ma senza lasciare dubbi su chi fosse il destinatario. Sarebbe volata anche qualche parolaccia. Che nessuno ha voluto ripetere. Roberto De Donatis avrebbe parlato di mancanza di rispetto. «Non solo non è venuto ma non si è nemmeno scusato».

In un’altra circostanza avrebbe anche detto che Mosticone lo incontra e non lo saluta.

Ma il Bilancio non c’entra nulla, quello “conviene a tutti”    

Il primo cittadino lunedì sera tuttavia non sarebbe stato preoccupato per il Bilancio. Ormai da settimane era noto che la maggioranza compatta lo avrebbe votato. «Conviene a tutti» avrebbe esclamato il sindaco in più di una circostanza. Perché ognuno ha avuto le proprie soddisfazioni. Si vedano per esempio gli ulteriori investimenti su Rione Napoli. Investimenti che hanno fatto felice Massimiliano Bruni. O quelli sulla riqualificazione urbana a San Rocco, grazie proprio a un finanziamento ottenuto da Mosticone e messo in Bilancio.

Per non parlare dei tantissimi chilometri di asfalto che sta gestendo Caschera.  

Lino Caschera

A pesare al primo cittadino sarebbe l’atteggiamento secondo cui Mosticone vorrebbe fare sempre l’ago della bilancia. Del resto questo è un rischio che si corre quando si ha una maggioranza risicata. Un solo voto in più rispetto all’opposizione.

Le frecciate sullo sportello Europa

A un certo punto, mentre ancora si discuteva dell’emendamento di Maria Paola D’Orazio, è venuto fuori che l’iniziativa avrebbe potuto essere gestita dallo Sportello Europa. Anche se in realtà si trattava di cosa diversa. Ma l’argomento è stato utile per accendere un’altra miccia.

Il primo cittadino ha colto l’occasione per attaccare di nuovo il capogruppo di Reset. Ovviamente senza mai fare il suo nome. E a proposito dello sportello Europa: «Io non lo nominerei proprio – ha detto –. Perché ci potrebbero dire che sono cinque anni che lo dobbiamo fare». Quindi la freccia avvelenata: «Del resto se le cose non si seguono è difficile ottenere i risultati».

Nessun nome. Ma la delega ce l’ha Mosticone.

Fratelli d’Italia si spacca sull’emendamento

È stato presentato dalla capogruppo del Pd Maria Paola D’Orazio e proponeva l’istituzione di uno Sportello di servizio alle imprese del territorio. Sportello con il personale comunale adeguatamente formato. E che si occupi della promozione dell’internazionalizzazione delle imprese stesse. Una «importante opportunità che le imprese del nostro territorio potranno avere. Questo grazie a tutti i provvedimenti che il Governo ha predisposto a livello nazionale». Così ha sottolineato la consigliera di opposizione che sta facendo le prove tecniche da candidata sindaco del centrosinistra.

Massimiliano Bruni

Era stato proprio questo emendamento il motivo della riunione di maggioranza convocata la sera precedente. Dalla quale secondo alcuni non sarebbe uscita una linea ben precisa. Mentre secondo altri la linea sarebbe stata quella di votare contro.

Tant’è che un minuto prima del voto «il sindaco ha mandato un messaggio sul gruppo WhatsApp degli amministratori scrivendo di votare senza discussione». Lo spiega il vice capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni. «Alla riunione era passata la linea di votare contro. Ieri mattina non ho sentito nessuno. Alle 19.35, poco prima di votare, il sindaco ha mandato un messaggio sul gruppo di maggioranza dicendo di votare l’emendamento senza discussione. Questo dimostra che all’ultimo momento si è cambiato idea rispetto a quanto deciso. Io sono rimasto lucido e ho votato no».  

Una questione politica

Erano stati gli assessori di sinistra Maria Gabriella Paolacci e Natalino Coletta in riunione di maggioranza a insistere per far passare l’emendamento D’Orazio. Il sindaco avrebbe voluto un voto unanime della maggioranza. In un senso o nell’altro.

Uno degli assessori di Patto Democratico aveva addirittura proposto di pretendere in cambio un voto di astensione sul Bilancio dalla consigliera D’Orazio. Il sindaco invece avrebbe respinto al mittente: «Il Bilancio lo deve votare la mia maggioranza. Queste cose non voglio che si facciano». Coerente con la sua posizione di sempre. (leggi qui I numeri non ci sono. Il sindaco minaccia: “O votate il Bilancio o non vengo”).

Fausto Baratta

Sempre durante la riunione Bruni e il vicesindaco Fausto Baratta erano contrari all’emendamento. Sia nel metodo che nel merito. Nel metodo: sostenere l’emendamento era inopportuno. Questo visto che ormai sono state archiviate le piattaforme civiche e ognuno si sta riposizionando sul simbolo del proprio Partito di appartenenza. Infatti anche la consigliera D’Orazio ha presentato l’emendamento come capogruppo Pd. E poi, sempre sulla scorta dello stesso principio politico ha votato contro il Bilancio in cui era stato inserito il suo stesso emendamento.

In sostanza il ragionamento di Bruni è semplice. Vale a dire: non si può parlare di voler perseguire il bene della città quando si tratta di un proprio emendamento. Poi però votare contro il Bilancio per motivi politici.

Nel merito: «Perché esistono già misure e iniziative della Regione Lazio. E tramite fondi diretti e indiretti per tutelare le Pmi». Questo aveva detto Bruni in riunione di maggioranza, aggiungendo: «Questo emendamento rappresenta un doppione costato 5 mila euro rispetto a tante altre iniziative».

E al sindaco aveva anche spiegato che «esiste un portale totalmente gratuito, stradedeuropa.eu. Portale a disposizione di tutti per informazioni e consulenze rispetto a fondi e finanziamenti. Ma il sindaco ha risposto che respingendo l’emendamento l’amministrazione sarebbe stata accusata di essere contro gli imprenditori».  

L’emendamento passa
ERNESTO TERSIGNI

Alla fine l’emendamento è passato. Hanno votato favorevolmente per la maggioranza il sindaco De Donatis, il presidente del Consiglio Lecce (FdI), la capogruppo di FdI Simona Castagna. Poi Bruno Caldaroni (Patto democratico) Floriana De Donatis, Alessandro Mosticone e Francesco De Gasperis.

Lino Caschera si è astenuto. Anche lui per motivi politici: è della Lega. Massimiliano Bruni contrario.

Per l’opposizione favorevoli D’Orazio, Luca Di Stefano e Fabrizio Pintori. Ernesto Tersigni contrario. Assenti per il punto Serena Petricca  e Antonio Farina. Assenti al Consiglio Valter Tersigni e Augusto Vinciguerra.  

Il segnale politico

Spunti politici? Non tanti: le posizioni ormai sono delineate in vista delle prossime elezioni comunali. Il sindaco Roberto De Donatis tenterà di riproporre una Piattaforma Civica con esponenti di aree politiche diverse disposti ad ammainare il simbolo per unirsi nel nome di un progetto; l’ala leghista di Caschera è pronta a sostenerlo, pure Mario Abbruzzese con Cambiamo e Gianluca Quadrini con la sua parte di Forza Italia.

Non è disposta al bis ma chiede un progetto politico unitario di centrodestra l’ala di Forza Italia che fa riferimento a Serena Petricca e Vittorio Di Carlo, Fratelli d’Italia, l’ala leghista di Luca Di Stefano.

A proposito di Luca Di Stefano: aveva assicurato che se Caschera avesse votato il Bilancio a nome della Lega, lui che invece sta all’opposizione ne avrebbe tratto le conseguenze. Sta studiando lo scenario: Nicola Ottaviani alla fine potrebbe stare dalla sua parte del Carroccio.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright