Birra Montecassino: pronti il logo, la bottiglia e la mietitrebbia

In anteprima il logo della nuova Birra Montecassino che sta nascendo con il fondamentale supporto del colosso Peroni. Progetto conosciuto in Vaticano. Che lo rilancia tramite la sua agenzia Vatican News

Le trebbiatrici sono pronte: prima del 15 luglio l’orzo distico da birra coltivato in questi mesi sui terreni intorno a Montecassino sarà mietuto. Verrà lasciato riposare e poi lavorato nella malteria Saplo di Pomezia.

Nel frattempo, le vetrerie stanno iniziando i test sulle bottiglie: marrone molto scuro, per proteggere il contenuto dai raggi solari. E forma particolare, forse bassa e panciuta, tappo  ‘meccanico con guarnizione’ come si usava fino agli anni Sessanta oppure in sughero con gabbietta come nelle bottiglie di spumante.

La tipografia ha già il cliché definitivo del logo della nuova Montecassino, la birra d’abbazia che sta per nascere con il fondamentale apporto di Peroni. La grafica sarà quella che Alessioporcu.it è in grado di mostrare in anteprima. L’hanno sviluppata i creativi della Peroni scegliendola tra mezza dozzina di ipotesi arrivate alla tappa finale.

La strategia di mercato sarà quella che da alcuni mesi sta vedendo la multinazionale proprietaria del marchio Peroni aggredire il segmento delle trappiste o d’abbazia. Un mercato che solo in Italia vale 108mila ettolitri e rappresenta lo 0,6% del mercato globale; le birre d’abbazia sono il 6% del segmento premium.

La strategia è la stessa adottata con la St Stefanus, birra d’abbazia ad alta fermentazione prodotta in Belgio: supervisione e controllo qualità fornito da Peroni, maltatura effettuata da Saplo per garantire l’uniformità del prodotto. Orzo distico prodotto su scala locale e assenza del brand Peroni sull’etichetta: per qualificare quella particolare produzione con il territorio dal quale proviene.

La Birra Montecassino seguirà le stesse linee guida e proprio per questi sarà un prodotto diverso. La belga St Stefanus viene lasciata maturare in cantina per minimo tre mesi, sviluppando così il suo sapore distintivo che evolve con il passare del tempo; ha una maturazione continua fino ad un massimo di 2 anni. Non è pastorizzata ed ha una rifermentazione in bottiglia. La Montecassino avrà una gradazione leggermente inferiore (circa lo 0,5%), una maturazione più breve ed un sapore del tutto diverso.

 

Il progetto si sposa con quello della riapertura delle antiche masserie che fino all’inizio degli anni Ottanta sfamavano monaci e convittori di Montecassino. (leggi qui Chiamami Montecassino, sarò la tua Birra Peroni d’Abbazia)

Un progetto che in Vaticano è ben conosciuto. Al punto che per mandare un segnale, l’agenzia Vatican News ha ospitato un’intervista all’imprenditore. Nella quale ricorda che l’area dell’Albaneta con i suoi 300 ettari di terreno «non è solo un centro agricolo, ma anche un luogo di grande interesse storico, infatti contiene 12 fattorie, e il monastero di Santa Maria dell’Albaneta, di cui oggi rimangono solo le rovine, in cui dimorò anche Sant’Ignazio di Loyola fondatore dei Gesuiti, scrivendo proprio qui una parte della loro regola».

Il suo progetto è quello di rimettere in produzione tutta l’area, con la coltivazione di orzo, la produzione di birra artigianale e di miele locale.

Queste produzioni – ha detto Daniele Miri alla giornalista Marina Tomarrovogliono raccogliere e recuperare antiche tradizioni del territorio».

Il piano di riqualificazione diventa anche un’occasione per il rilancio di tutto il territorio: Miri punta alla creazione di un grande consorzio di agricoltori che producano sulle loro aree abbandonate l’orzo necessario per la birra. ma anche alla creazione di un polo per il turismo religioso, culturale, agroalimentare e storico.

 

«Per noi – sottolinea a Vatican News dom Donato Ogliari abate di Montecassino – è fondamentale che questa riqualifica abbia come fine proprio quello di coinvolgere tutto il nostro territorio, e aiuti i numerosi pellegrini che ogni anno passano nella nostra abbazia a trovare in questi luoghi pace e serenità anche attraverso una lettura ecologica di tutta questa bellezza che ci circonda».

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