Blu Forum, Gaeta chiama l’Europa per riscrivere le regole

La visione europea dell'economia del Mare. Con un ruolo centrale per l'Italia. Cosa è emerso finora dal Forum in corso a Gaeta

La capitale europea del mare sta a sud. Gaeta con il suo porto vide l’eclissi della Marina Borbonica, in quella stessa rada vide issare sui pennoni la bandiera della neonata Regia Marina Italiana. Guarda al futuro anche Blue Forum, il secondo summit nazionale sull’economia del mare. E guarda all’Europa.

Senza sconti, senza peli sulla lingua: l’Italia parla all’Europa e dice cosa non va in questo modello che fino ad oggi ha governato i rapporti sul mare. Al punto da chiedere un nuovo modello.

La beffa della pesca

Francesco Lollobrigida (Foto Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Il dito sulla piaga lo mette Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura ma anche della Sovranità Alimentare. Nome patriottico ma emergenza contingente: questo modo rischia di non avere abbastanza da mangiare per tutti. Soprattutto se c’è chi cerca di tutelare l’ambiente e chi ne approfitta. La pesca è uno dei punti critici. «Dobbiamo modificare le regole per renderle più compatibili. È poco logico tagliare il nostro sforzo di pesca, mentre vediamo Paesi terzi sul Mediterraneo pescare senza regole. È quello che abbiamo provato a dire». Lo ha detto intervenendo alla tre giorni di lavori del Summit Nazionale che si svolge a Gaeta. E senza nascondere la polvere sotto al tappeto.

«Se noi induciamo a produrre e pescare di meno e poi prendere pesce da altri vedremo le nostre aziende diminuire la loro ricchezza e sostenibilità ma avremo prodotti che impattano alla stessa maniera. Si deve ragionare come Europa per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità, per raggiungere questo obiettivo, – spiega il ministro – mettiamo delle regole che valgano per tutti. Oppure applichiamo ai nostri pescatori solo le regole che riusciamo ad applicare anche fuori».

Il mondo sta cambiando. Ad una velocità impressionante. Sembrava fantascienza: invece siamo in grado di creare la carne sintetica. Impressiona. I favorevoli dicono che per produrla non devi consumare acqua, pascolo, produrre metano con la digestione degli animali, non ammazzi bestie e non le fai soffrire. Per il ministro «è un falso che con la carne sintetica si tutela l’ambiente. Dove non c’è agricoltura non c’è una migliore manutenzione del territorio, è esattamente il contrario». Per il ministro «la sicurezza alimentare si garantisce sfruttando appieno le potenzialità del pianeta: coltivando in Africa per esempio. Che ha il 60 % di territori arabili mondiali e non riesce ad essere autosufficente ne a garantire produzione».

Ruolo strategico nel Mediterraneo

L’intervento del ministro Raffaele Fitto

La posizione geografica dell’Italia la rende un naturale centro del Mediterraneo. E questo governo intende sfruttare quella posizione. «L’Economia del Mare rappresenta una priorità e una novità: per la prima volta il Governo Meloni ha voluto porre questo tema come punto centrale nell’azione di Governo con le deleghe conseguenti» ha fatto notare il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto.

Occorre però una strategia. E l’Italia non può definirla da sola. Il segnale che parte da Gaeta è ancora una volta europeo: perché le soluzioni vanno definite insieme. «La strategia va definita insieme, sfruttando al meglio le risorse esistenti con una visione coordinata. E adeguando gli interventi verso una strategia che rappresenta una grande opportunità del nostro Paese. L’Italia assume un ruolo centrale, più volte ribadito dal presidente Meloni e dimostrato nelle varie missioni per esempio nel Nord Africa, nel Mediterraneo e ha un ruolo strategico anche nella questione geopolitica».

Il ministro conferma che siamo in una fase importante di revisione del Pnrr e che l’obiettivo è il coordinamento delle risorse con quelle del Fondo di Sviluppo e Coesione. È convinto che questo possa consentire al Paese di cogliere al meglio la grande opportunità data dal ruolo strategico che l’Italia ha.

Una manovra incentrata sul mare

Fabio Rampelli

Il vice presidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli è l’altra sensibilità di Fratelli d’Italia. La sua è una visione più sovranista. ma sul tema dell’economia del Mare non ha dubbi. Dice che la prossima manovra dovrà tenerne conto. Perché «Finalmente si è scoperto che il mare non è solo bello, ma anche una fonte di ricchezza straordinaria. Questi ottomila chilometri di costa, che rendono inimitabile la nostra penisola, oltre a tutelare il Paese potrebbero essere uno strumento per farne crescere l’economia».

Sulla legge Salva-Mare poi l’esponente di Fratelli d’Italia aggiunge: «La legge di bilancio che affronteremo, la prossima, sarà una legge in cui si vedrà la differenza anche sul salva-mare. Non trascureremo nulla per l’economia diffusa che orbita intorno alla penisola italiana».

Anche i Comuni però devono fare un’assunzione di responsabiltà, per il parlamentare. Perché sono i punti di osservazione di ciò che è legato al mare, sono i ‘sensori’, per segnalare alle Regioni tutto ciò che non va. «Nelle coste – ricorda Fabio Rampelli ci sono operatori balneari, c’è la pesca. Non dobbiamo intervenire solo quando le cose non funzionano, dobbiamo essere sistematici nel coordinare gli interventi dello Stato“.

Mare tra passato e futuro

La burocrazia colpisce anche il mare. Come ha evidenziato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy. Ha ricordato che «Il mare è il nostro passato ed è il nostro futuro. Occorre ottimizzare tutte le risorse che il mare ci offre salvaguardando questa immensa risorsa. Il Ministero del Mare attuato dal governo è un punto di svolta. Il primo passo per cominciare ad operare a tutela del sistema mare».

«Molte delle nostre imprese, chiave del Made in Italy gravitano intorno al mare, basti pensare all’export che ha numeri rilevanti per la nostra economia. In questa direzione, dobbiamo attenzionare tutte le filiere ed adottare i necessari provvedimenti per migliorare un asset strategico, lavorando su semplificazione e sburocratizzazione».

«Tutto questo anche in favore dei nostri giovani e del loro futuro. Le filiere che ruotano attorno al sistema mare possono offrire loro grandi opportunità e sta a noi metterli nelle condizioni di poterle cogliere, creando una rivoluzione culturale del nostro Paese”.

Pensare un Mediterraneo allargato

Isabella Rauti

Bisogna uscire insomma dalle vecchie visioni. Anche in tema di geopolitica e di geoeconomia. Un allargamento degli orizzonti che è stato proposto dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, anche lei al 2° Summit nazionale sull’economia del mare Blue Forum. «Oggi il Mediterraneo e il cosiddetto Mediterraneo allargato sono centrali per le sfide geopolitiche; un ‘continente liquido’ dove si gioca la partita più importante per la stabilità italiana, europea e quella globale. Nel Mediterraneo allargato l’Italia punta ad avere un ruolo di player fondamentale».

Da Gaeta parte l’invito a guardare oltre il nostro naso, oltre il nostro confine. Perché solo con quello sguardo comprenderemo le potenzialità di quello che il Blue Forum sta evidenziando. Isabella Rauti mette in chiaro che «non c’è futuro europeo senza un rapporto corretto con l’Africa. Ed il Governo Meloni ha elaborato un articolato programma strategico e politico, il cosiddetto piano ‘Mattei’, un modello cioè non predatorio ma virtuoso, volto a favorire sistemi di sviluppo autocentrati ed autosostenibili. Modelli in grado di creare ricchezza e sviluppo nei Paesi africani. Sistemi che limiterebbero significativamente il flusso migratorio verso l’Italia ed il nord del mondo».

La guerra in Ucraina ha messo in evidenza un mondo che avevamo dimenticato: quello subacqueo. Uno dei fronti del conflitto è stato il gasdotto North Stream. Isabella Rauti lo ricorda e da Gaeta apre il tema della sicurezza del dominio subacqueo: «l’underwater richiede il massimo dell’attenzione – ha detto Rauti – perché è un crocevia di cavi, gasdotti e infrastrutture critiche, obiettivi sensibili che se attaccati rischiano di mettere in ginocchio una nazione o un intero continente. L’inaugurazione, a giugno, a La Spezia, del Polo Nazionale subacqueo della Difesa rivela una visione strategica e di sicurezza marittima».

La cantieristica in crescita

Il mondo della cantieristica nautica è stato a lungo uno degli asset portanti dell’economia italiana. Ed i cantieri della provincia di Latina sono stati ai vertici nazionali: solo quelli liguri potevano competere. Ma ci sono state scelte strategiche sbagliate: hanno favorito i nostri competitor. Ad esempio la super tassazione sugli yacht ha ottenuto solo l’effetto di spingere molti armatori ad attraversare l’Adriatico e portare i loro natanti in Croazia o in Grecia.

Ora ci stiamo riprendendo. Il valore del settore industriale nel 2022 si è chiuso con il record assoluto di produzione pari a 7 miliardi di euro, con una crescita per la cantieristica tra il 15% e il 20% rispetto al 2021. Abbiamo segnato anche il record di export: 3,4 miliardi.

Meno conosciuto è invece l’impatto sulle economie costiere dall’indotto economico generato dalla nautica: l’uso, la manutenzione, l’ormeggio della barca. E poi la spesa turistica del diportista. A ricordarlo è stato il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi.

La filiera conta quasi 19mila unità locali di produzione per un valore aggiunto di oltre 11 miliardi di euro. Ci lavorano più di 187.700 occupati. Per ogni addetto alla produzione del comparto si attivano 9,2 posti di lavoro; ogni euro investito nella produzione ne attiva 7,5, come rilevato da Fondazione Edison e Fondazione Symbola, partner scientifico di Confindustria Nautica. Ogni 3,8 posti barca si genera 1 occupato nell’indotto turistico, con una media di 71 occupati per ogni approdo turistico. Non solo, la spesa sul territorio del diportista è il doppio di quella del turista di albergo.

Ma non ci dobbiamo accontentare

Nello Musumeci

Numeri che farebbero felice chiunque. Ma il ministro del Turismo Daniela Santanché da Gaeta dice che non bisogna accontentarsi. Perché «il mare è per noi tante cose ha mille volti. È costa e stabilimenti balneari, è pesca ma anche trasporti e logistica. E rappresenta anche la nostra qualità del cibo. Siamo primi in Europa nella cantieristica degli yacht e nel turismo siamo quinti a livello mondiale».

Il trend è favorevole. «Il settore sta andando bene, nei primi due mesi dell’anno c’è stato un aumento del fatturato del 5%. Il 2023 sarà l’anno del sorpasso rispetto al 2019, che fu l’anno record per il turismo. Ma non ci dobbiamo accontentare».

Trattenuto in Emilia Romagna, il ministro della Protezione civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci è intervenuto con un collegamento video. Ha sostenuto che il Piano del Mare «deve essere assolutamente uno strumento agile, snello, capace di potersi esprimere nella sua complessità anche a favore di chi non è addetto ai lavori. Deve essere uno strumento di programmazione nel quale si debbono individuare le difficoltà che i vari ministeri hanno trovato per definire un dialogo: è necessario capire come superare e neutralizzare le spinte improntate alla gelosia. Che all’interno di alcune filiere del mare non mancano».

Chiede di smussare gli angoli, il ministro. Ritiene che lo possa fare soltanto un organo di governo che sia imparziale al punto che abbia una funzione di coordinamento. «Dopo di che questo primo strumento, agile e di facile lettura e comprensione, potrà essere alimentato e aggiornato di anno in anno dagli stessi soggetti che hanno contribuito a redigerne la prima edizione» ha detto Musumeci.

Da Bruxelles al Lazio

Roberta Metsola e Giovanni Acampora

In video collegamento anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Ha evidenziato «l’importanza delle decisioni che si prendono oggi per la gestione sostenibile delle risorse marine sul nostro pianeta». Ha espresso la sua solidarietà alle popolazioni dell’Emilia Romagna. Ed ha ricordato di essere cresciuta vicino al mare e per questo di sapere quanto sia cruciale la gestione sostenibile delle risorse marine sul nostro pianeta.

Roberta Metsola ha evidenziato che «ora possiamo fare la differenza perché le decisioni che prendiamo oggi hanno ancora il potere di plasmare il futuro». Poi ha posto l’accento sull’industria marittima spiegando che «vuol dire tante cose ma vuol dire soprattutto posti di lavoro e crescita. Ecco perché è importante avere una strategia solida e che guardi al futuro».

«Anche il settore marittimo ha subito le difficoltà della pandemia, di una guerra di aggressione nel nostro continente, della crisi energetica, dell’aumento del costo della vita. E sullo fondo, una crisi climatica – ha proseguito – Ma se questo periodo ci ha insegnato qualcosa è l’urgenza di costruire un’Europa più resistente per contrastare shock simili in futuro, l’unico modo per far crescere le nostre economie“.

La flotta fantasma continua a navigare

Mediterraneo è anche sinonimo di tragedie: passano da lì le carrette del mare sulle quali migliaia di disperati tentano la fuga dalla fame e dalla guerra. «Abbiamo un sistema che ci fa sapere tutto sulle navi che transitano nel Mediterraneo. Sappiamo dove vanno e cosa trasportano, se hanno un carico con merci a rischio» lo ha sottolineato l’ammiraglio Nicola Carlone, Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, in occasione del Summit Gaeta.

Nel Mediterraneo navigano anche le navi della ‘flotta fantasma’ sulle quali viaggiano le merci russe ed iraniane sotto embargo. «Oggi si sente parlare moltissimo di questa ‘flotta fantasma’. C’è una serie di navi che hanno probabilmente degli interessi economici russi che sarebbero in teoria proibiti, ma continuano a navigare: lo ha sottolineato il presidente della Federazione del Mare e di Confitarma Mario Mattioli.

Evidenzia che «Navigano su legislazione assolutamente ignote. Per esempio la Guinea ha più che raddoppiato le sue navi. Insomma il mondo è diviso in due parti: c’è una vasta maggioranza di mondo sano che rispetta le regole internazionali e poi c’è una parte di ‘navigazione sommersa’ con rotte inibite al traffico normale».

Siamo una nazione marittima

Giovanni Acampora

L’evento nasce da una visione di prospettiva della Camera di Commercio Frosinone – Latina, lo ha messo a terra la sua Azienda Speciale Informare e OsserMare. Hanno agito in collaborazione con Unioncamere, Assonautica Italiana – l’Associazione Nazionale per lo sviluppo dell’Economia del Mare.

È Giovanni Acampora ad avere avuto quella visione una volta diventato presidente dell’ottava Camera di Commercio in Italia per peso economico. Mettendo in chiaro che Blue Forum doveva essere l’appuntamento annuale nel quale tracciare la rotta per le politiche Blue in Italia.

«Dobbiamo affermare la nostra identità come nazione marittima in Europa. Da sempre siamo visti come il pontile dell’Europa nel Mediterraneo ma questa è sempre stata una visione soltanto geografica: oggi con questi tre giorni, e con il lavoro del Ministero del ministro Musumeci, bisogna riempire di contenuti e aggiungere a questa visione soltanto geografica anche dei concetti sociali politici ed economici». Giovanni Acampora lo ha detto nella sua veste di presidente di Assonautica Italia.

Ha specificato che «L’importanza dell’economia del mare in questo momento è straordinaria». Nasce da qui il panel con circa 200 interventi in tre giorni. L’obiettivo è una sintesi che venga consegnata direttamente ai tecnici del Ministero affinché lo elaborino e queste indicazioni vengano recepite nel Piano Triennale del Mare. Cosa vuole raggiungere Giovanni Acampora? «attuare il cambiamento e dare vita ad un’ondata contagiosa di entusiasmo, determinazione e coraggio».