La denuncia a Boldrini? Manifestamente infondata. Archiviata!

Le accuse di Niki Dragonetti al presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini? «Manifestamente infondate». Al punto che nemmeno è stato necessario fare accertamenti. Al procuratore della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele è bastato leggere la denuncia per decidere di archiviarla.

Lo ha annunciato una nota ufficiale partita dal Palazzo di Giustizia.

 

LA DENUNCIA
Alla cancelleria della Procura nei giorni scorsi era stata depositata una querela dal coordinatore provinciale provinciale di Popolari per l’Italia Niki Dragonetti

Accusava il Presidente della Camera di violazione dell’Art. 283 del Codice Penale, così come modificato dall’art.2 della Legge 11 novembre 1947, n. 1317: ‘attentato alla Costituzione‘.

Tutto colpa di un tweet nel quale la presidente Boldrini diceva «Europa, resistenza a cedere quote sovranità. Ma il traguardo va raggiunto o prevarranno disgregazione e populismo».

Spiega Dragonetti: «Quel messaggio invita gli italiani a cedere la loro sovranità».

Insomma: un atto contrario alla Costituzione in tema di sovranità nazionale.

 

L’ARCHIVIAZIONE
Nella mattinata il magistrato che dirige la sezione inquirente del palazzo di Giustizia di Cassino ha dettato una frase alle agenzie di stampa.

«In relazione al procedimento originato da denuncia presentata da privato cittadino, nei riguardi dell’onorevole presidente della Camera dei Deputati, questa Procura, espletate le formalità di legge, ha ritenuto dopo l’esame analitico della denuncia, di chiedere, senza nessun’altra incombenza, l’archiviazione della notizia di reato per sua infondatezza».

In pratica: ha letto la denuncia, l’ha ritenuta infondata, l’ha archiviata.

 

 

DRAGONETTI: GIUSTIZIA A DUE VELOCITA’

Il segretario di Popolari per l’Italia reagisce sfoderando l’arma dell’ironia. Con la quale unta il dito su un fatto preciso.

«Ringrazio il Procuratore d’Emmanuele per la celerità con la quale ha trattato una vicenda così delicata. In meno di un mese ha visionato la denuncia, dato incarico ad un magistrato di procedere nell’apertura di un fascicolo e di disporre in due giorni l’archiviazione. Questo vuol dire che in Italia abbiamo una magistratura efficiente e che la lenta macchina della Giustizia è solo una diceria. Ovviamente non voglio pensar male. Non posso credere che siccome la denuncia era nei confronti della terza carica dello Stato, il presidente Boldrini, allora la Procura ha deciso di usare un percorso preferenziale. Voglio invece credere che Cassino abbia una delle Procure più virtuose e celeri del centro Italia. L’unica nota stonata arriva dal fatto che, nei mesi scorsi, per poter sapere che fine avesse fatto un’altra mia denuncia, ho dovuto attendere mesi e la richiesta di archiaviazione è arrivata dopo ben dieci mesi».

Dragonetti annuncia che ne informerà il Consiglio Superiore della Magistratura. «Che cosa singolare e buffa. Per questo ho intenzione di scrivere al Csm una lettera di elogio per il Procuratore Capo d’Emmanuele. Il suo ufficio ed il suo staff devono essere da esempio e per tutti gli altri tribunali italiani. In meno di venti giorni una questione così importante per i cittadini è stata verificata e risolta».

 

 

ED IL FASCICOLO DE IL TEMPO?
In mattinata il quotidiano Il Tempo annunciava invece l’apertura del fascicolo d’indagine.

Le due versioni sono compatibili. In Italia vige l’obbligo dell’azione penale. Cosa significa? Che se un qualsiasi cittadino si presenta in Procura e, facendosi identificare, presenta una denuncia fosse pure la più strampalata, i magistrati hanno l’obbligo di prenderne atto.

Cosa prevede la procedura? Prendo atto della denuncia, gli assegno un numero di Registro Generale delle Notizie di Reato. Se ritengo che ci sia da indagare affido gli accertamenti alla Polizia Giudiziaria. Se vengono individuati elementi, diventa necessario sentire il denunciato: a quel punto lo si iscrive nel Registro degli Indagati, gli si manda l’Informazione di Garanzia, gli si fa nominare un avvocato e lo si ascolta.

E se non c’è niente su cui indagare? Si archivia. E amen. L’indagato non saprà mai nulla: nemmeno verrà informato che qualcuno l’ha denunciato. Perché non c’è alcuna attività d’indagine.

Se non funzionasse così, chiunque potrebbe divertirsi a far finire sui giornali chi gli sta antipatico: vado in procura, lo denuncio, poi faccio una dichiarazione in cui rivelo che quell’antipatico è finito sotto inchiesta.

A meno che non si chiami Laura Boldrini.

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