Bonafoni ed il senso delle differenze per Pompeo

Antonio Pompeo mette a nudo le differenze tra i due schieramenti principali delle Comunali di Ferentino. Tutti puntano il dito su chi non ha voluto seguire il Pd. Ce l'hanno con Fiorletta e con Battisti. A Bonafoni e Grossi chiedono provvedimenti dal Nazionale. Fantini tiene buoni tutti: "Ne parliamo dopo il 15”. Quando chi ha vinto potrà vantare la ragione data dagli elettori

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Il senso delle differenze lo fornisce Antonio Pompeo. Le differenze sono il vero senso della politica: ci sono differenze da marcare oppure differenze da attenuare. Dipende dagli elettori che vuoi raggiungere, dalle alleanze politiche che vuoi costruire, dal progetto che proponi di realizzare.

Le elezioni Comunali di Ferentino 2023 non saranno come tutte le elezioni viste negli ultimi anni. Non solo in città. Non solo in Provincia. Elezioni nelle quali tutti dicono la stessa cosa, tutti promettono le stesse cose ma nonostante questo non si mettono insieme e non sanno spiegare il perché. E così cercano di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, nel timore di perdere una parte degli elettori. A Ferentino sarà diverso.

Ad Antonio Pompeo, sindaco due volte di Ferentino, due volte presidente della provincia, leader della componente Base Riformista, va dato atto di avere avuto coraggio. Quello di mettere in risalto le differenze. Tra il suo blocco e quello avversario. Nessun cerchiobottismo. Come a dire: chi crede nel mio ragionamento mi segua. A costo di perdere chi si sentirà differente.

La differenza di Pompeo

Alfonso Musa e Antonio Pompeo

Quello che sta accadendo in questa campagna elettorale a Ferentino ha dell’inverosimile” scrive sulla sua pagina Facebook. E mette in chiaro da subito una cosa: per lui questa è una campagna che ha la sua valenza politica e nella quale il simbolo del Partito ha la sua importanza. “Esponenti eletti ed iscritti al Pd che partecipano e prendono la parola ad iniziative a sostegno del candidato sindaco avversario della coalizione del Partito Democratico”. Il riferimento è al consigliere regionale Sara Battisti che è andata dall’ex sindaco Dem Piergianni Fiorletta. Anche lui sindaco per dieci anni, prima di Pompeo: ma questa volta guida una coalizione civica, un campo ultralargo nel quale sono voluti entrare un po tutti, compreso il centrodestra. E questo per Pompeo è incomprensibile.

Il centrodestra in una città di 22mila abitanti non presenta un proprio candidato – dice Antonio Pompeopreferendo diluire qualche suo esponente nella coalizione extralarge e senz’anima Ferentino 2030 a sostegno del candidato Piergianni Fiorletta, dopo averne contestato la sua politica in ogni seduta consiliare”. È lui l’avversario. Per sbarrare la strada alla sua ricandidatura è saltato tutto, i dieci anni di dialogo e di buon governo: una parte di quella maggioranza e mezza giunta è rimasta con Pompeo, una parte – compreso il presidente d’Aula e l’altra mezza giunta – più quasi tutta l’opposizione hanno seguito Fiorletta.

È questa a scandalizzare sul piano politico Antonio Pompeo: “Il candidato sindaco di Ferentino 2030, da sempre tesserato del PD, in compagnia di un assessore regionale ed europarlamentare della Lega. La coalizione Ferentino 2030 si presenta alle Primarie come coalizione di centrosinistra. Poi strada facendo, come direbbe Claudio Baglioni, si trasforma in coalizione civica. Che confusione, canterebbero i Ricchi e Poveri”.

L’ora di Marta

La differenza con l’altra parte? L’hanno detta nei giorni scorsi il vicesindaco storico Luigi Vittori e l’assessore Giuseppe Virgili: entrambi ora nel fronte Fiorletta: “Prima viene Ferentino e poi la politica; noi ci candidiamo per amministrare la città e risolvere i problemi della gente. A noi di Montecitorio non ci interessa”.

Per Antonio Pompeo è il Partito a dare la garanzia del buon governo. Perché dietro quel simbolo c’è la sintesi di un progetto. È per questo che a sostenere il suo candidato sindaco Alfonso Musa è già venuta a Ferentino l’ex ministro Maria Elena Boschi (Italia Viva). E nelle ore scorse è venuta anche Marta Bonafoni: uno dei simboli della rivoluzione di Elly Schlein che l’ha voluta coordinatrice della Segreteria.

A Ferentino Marta Bonafoni ha detto che è ora di mettere fine alla guerra tra bande: nel Partito, in città, in provincia. Ma senza ambiguità: il Partito a Ferentino è accanto ad Alfonso Musa. «Il Partito Democratico è esattamente dove deve stare, accanto ad Alfonso Musa, con il suo simbolo e candidati e candidate che giustamente si mescolano. Oggi fare un Partito nuovo significa accogliere, includere, avvicinare. Basta con la guerra fra bande, basta con quello che è accaduto per troppo tempo qui come in tanti territori del nostro Paese». 

Ha poi aggiunto: «Queste elezioni amministrative sono arrivate in un tempo strano, perché il Congresso nazionale si è appena consumato. C’è stata una vittoria netta che racconta di che storia dobbiamo essere fatti, racconta che le coalizioni le dobbiamo fare ma c’è un confine. Non può essere sconfinato quando gli accordi locali avvantaggiano un equilibrio piuttosto che un altro». E ha concluso: «Non è quello l’accordo che noi dobbiamo fare, noi dobbiamo accordarci con le persone. Questo è il posto dove siamo e che vogliamo portare oltre il guado del primo turno, forti di un’amministrazione che ha raccontato di un protagonismo di Ferentino in una dimensione più larga della città. Qui quell’innovazione che abbiamo portato, trova concretezza».  

Polemica a sinistra

Danilo Grossi con Marta Bonafoni

Il Segretario provinciale Pd Luca Fantini era lì: in tempo di elezioni non esiste corrente. Per lui esiste il Partito. Anche se è politicamente sulla lunghezza d’onda di Sara Battisti. Ci va giù duro Fabrizio Picchi, segretario del circolo Pd di Ferentino: invocato un intervento della Segreteria nazionale. «Ci troviamo in un momento di completo smarrimento – dice il Segretario cittadino -. Mai come in questo momento si crede in questo Partito, nella rinascita e nella ripartenza, e poi si vede svanire tutto. Non ci sono più riferimenti, stiamo parlando di una consigliera regionale. Le logiche le possiamo immaginare. La differenza tra noi e loro, però, è che noi crediamo nelle persone, nelle idee, nei progetti». 

Ascolta e memorizza l’assessore di Cassino Danilo Grossi: è membro della Direzione nazionale del nuovo PD di Elly Schlein. «L’ho detto, all’attenzione del segretario Fantini, anche nella Direzione provinciale della scorsa settimana. Non si può essere contro la destra a livello nazionale e regionale, e poi farci gli accordi a livello provinciale. Ferentino non è un caso sporadico, ma è figlio di una strategia, che prevede fare accordi con la destra per raggiungere obiettivi come posti di sottogoverno e determinati ambiti. Evitiamo le guerre, che hanno già portato alle divisioni».   

Per Antonio Pompeo «sono situazioni insopportabili che stanno creando sbandamenti sul territorio, all’interno del nostro Partito Democratico, tra gli iscritti e gli elettori. Molti cittadini ci chiedono da che parte sta il Pd, da chi è rappresentato, e credo che questo non debba essere più tollerato. Che ad alcuni personaggi il cuore battesse più a destra che a sinistra, del resto, lo sapevamo. Ma addirittura metterci la faccia è davvero superare ogni limite». 

Sara Battisti con il cuore a destra?

I conti si fanno dopo il 15

Luca Fantini

Il candidato sindaco Alfonso Musa ha le idee chiare: «Sono sicuro che l’apporto del Pd, partito identitario e strutturato, sarà veramente un elemento trainante verso la vittoria delle elezioni. Il nostro è un programma stilato da professionisti, le nostre idee ci faranno governare per dieci se non quindici anni, fornendo risposte concrete alla collettività».

Dopo di lui intervengono anche i candidati consiglieri del Pd Marco Maddalena, Fabio Magliocchetti, Marta Tribioli e Stefania Timi, presidente altresì del circolo locale. 

Luca Fantini ha accontentato tutti dicendo che se ne discuterà nel Direttivo provinciale che sarà convocato dopo le ormai prossime elezioni comunali del 14 e 15 maggio. «Abbiamo fatto questa scelta, che è quella di sostenere Alfonso e mettere in campo questa coalizione, per andare a salvaguardare la continuità amministrativa, il buon governo della città di Ferentino negli ultimi dieci anni – ha sottolineato il segretario Fantini -. Abbiamo la missione di dare continuità a quel governo ma nel segno del rinnovamento, mettendo in campo energie nuove. Io non ci sono da oggi, c’ero anche l’anno scorso per il congresso cittadino. E penso di essere stato al fianco del circolo di Ferentino dall’inizio alla fine. La prossima sarà una settimana calda, ma non ne ricordo di fredde nel Partito Democratico degli ultimi anni. È giusto affrontare questa discussione e lo faremo nella direzione provinciale».  

La traduzione? Chi vince ha ragione. Perché gliel’hanno data gli elettori.