Clima sempre più arido: non nei rapporti della Bonifica

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La strategia della Bonifica nel Lazio: relazioni sempre più strette. Per ottenere gli strumenti con cui affrontare i cambiamenti del clima

Il nemico è alle porte: il clima è cambiato e le prossime settimane ne porteranno i segni. Dal caldo torrido dell’estate ci avvieremo ad un autunno sempre più tropicale. Fatto di acquazzoni brevi ma intensi. Fitti ma localizzati: un metro prima il caos ed un metro dopo quasi asciutto. A tentare di fronteggiare il nuovo clima è già scesa in campo Anbi Lazio, associazione che riunisce i Consorzi di Bonifica operativi nella regione. Con un’azione pratica ed una strategia politica.

Sinergia, concertazione, lavoro di squadra. Questi gli asset ribaditi nell’ultima riunione operativa tenuta a luglio. Compiti assegnati. In svolgimento. Avviati nel mese dedicato per antonomasia al riposo. Alcuni da portare a casa entro l’anno. Non oltre. Possibilmente senza riparazioni.

Luciana Selmi

Obiettivo: dare nuove “gambe” alla struttura nella direzione di efficienza e risparmio. Ribaltata e tradotta nei territori: nuovi servizi e attività virtuose da duplicare. Ridando quell’orgoglio di appartenenza indispensabile e basilare per ottenere risultati importanti in ogni ambito. Tutto quanto ciò sottolineato più di recente anche a Terracina, con il nuovo commissario del consorzio pontino Sonia Ricci ed il neo direttore di Anbi Lazio Andrea Renna da giugno chiamato a dare nuovo slancio alla struttura che nel Lazio annovera 10 consorzi (ne resteranno 4 dopo la riforma), circa 500 dipendenti, con un indotto davvero significativo così come il numero di impianti idrovori ed ettari seguiti per l’irrigazione e per i lavori.

Il tutto, a margine di un appuntamento partecipato (persone 100, giorno 11 agosto, gradi oltre 40°), come la 32ma sagra del Moscato. Presenti con il generale Carmine Bennato, sindaco ed assessore del comune pontino con referenti associazione Aspral. Ma anche Andrea Cocco, capo segreteria del Governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Presenza discreta, ma importante. Presenza significativa che non è passata, e certo non poteva, inosservata. A nessuno. Presenza che codifica bene e fotografa meglio il nuovo corso, l’intesa, il lavoro che Anbi e Regione Lazio vogliono e devono fare.

Il direttore Anbi nazionale Massimo Gargano

La stessa, certo più naturale, ma mai scontata, che Anbi Lazio ha già messo in moto con l’Anbi Nazionale del direttore Massimo Gargano e del presidente Francesco Vincenzi, entrambi nel recente passato presenti in terra ciociara (non si vedevano da diverso, troppo tempo, forse, come dice qualcuno, non per loro volontà, ma perché non venivano… invitati) ma se cercate di far scattare polemiche l’impresa è… vana con loro così come con Anbi Lazio. Non appassionano e non interessano le polemiche. (leggi qui L’allarme di Gargano: «Il clima cambia, salviamoci finché siamo in tempo»).

Il nuovo corso di Anbi nel Lazio, al contrario, vuole chiedere spazio per azioni e risultati da cogliere a vantaggio dei territori, dei cittadini e delle strutture. “Una volta raggiunti si racconteranno” taglia corto Andrea Renna il “direttore – mediatore”. Un “sarto di ricamo” chiamato a riorganizzare la struttura regionale proprio per farla diventare una macchina capace di dialogare con le istituzioni, sollecitarle, ottenere i provvedimenti necessari per permettere alla Bonifica di difendere i territori. (leggi qui Il Principe conquista la Bonifica: Renna è il nuovo Direttore Generale). 

Il clima fa rischiare la desertificazione. Anche nel Lazio. Ma l’Anbi Lazio della Presidente Luciana Selmi punta ad aprire nuove intese proprio scongiurando la….. desertificazione dei rapporti umani. Obiettivo ambizioso? Solitamente, sì. Nel Lazio, forse, ancora di più. Missione Impossibile? Per Renna assolutamente No. Ne è convinto e lo predica ogni giorno con un lavoro di squadra, con tutti i colleghi e con tutti i dipendenti. Nessun escluso. A fari quasi spenti. Nel suo stile. Sta lavorando su questo.

Il direttore Anbi Lazio Andrea Renna

La strategia messa in campo è chiara. Si deve far comprendere cosa si fa per la salvaguardia ambientale ed idrogeologica. La Regione così come i Comuni e gli altri Enti non vanno visti in contrapposizione ma, al contrario, come alleati in una guerra che è gia impari, proprio nei confronti del clima perché rappresenta un nemico non sempre prevedibile che ha armi che noi non possiamo certo avere in termini di forza e spesso di imprevedibilità. L’esperienza e la professionalità maturate dai Consorzi in settori riconosciuti determinanti quali la sicurezza idrogeologica, le infrastrutture irrigue, la tutela ambientale, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la corretta gestione della risorsa idrica rappresentano la forza su cui partire. La base delle singole attività da sviluppare.

Disponibilità al confronto per contribuire alla costruzione di tutto quanto necessario per rispondere alla sfida epocale dei cambiamenti climatici, valorizzando le eccezionali risorse espresse dai territori, per la cui manutenzione quotidianamente opera la Bonifica. Questa la risposta. Questa è la scommessa. Da vincere. Riportando le strutture nel Lazio nella fase di ordinaria amministrazione. Contribuendo magari a migliorare, nel frattempo, alcuni degli aspetti delle impalcature legislative che potranno far guardare le attività con una nuova impostazione. Adatta ai tempi e alle necessità. Cogliendo le aperture che a breve si incrementeranno sulla green economy e in merito all’economia circolare. Per esempio.

Deve crescere la consapevolezza che il Lazio, come d’altronde, l’Italia è un territorio bellissimo ma, purtroppo, spesso fragile .Per questo serve anche una forte azione di crescita culturale e di formazione e di informazione. Corretta. Appunto.