Dopo Covid-19 c’è la lotta alla siccità e per il suolo: la rotta Anbi per Fase 3

La Fase 3 del Coronavirus. La siccità che è alle porte. E la difesa del suolo. Anbi sollecita l'applicazione di un Green New Deal. Mille miliardi europei disponibili per i prossimi anni. Ma occrre fare sistema. Regione Lazio ammette le Bonifiche ai Por. Enpaia delibera 100 euro in più per il personale che ha fronteggiato la situazione con il Covid-19

La rivoluzione passerà anche sui campi. Lo tsunami scatenato dal Covid-19 disegnerà anche un nuovo modello di agricoltura. E quello che non cambierà il coronavirus lo farà la siccità che ha già iniziato a seccare l’Italia. Abbiamo avuto uno degli inverni meno bagnati nella storia, la primavera non sarà meglio. «I Consorzi devono integrarsi il più possibile nel Green new deal, un proprio e vero patto verde di cui si parla troppo poco»: Massimo Gargano, direttore nazionale di Anbi l’associazione che riunisce i Consorzi di Bonifica italiani non ha dubbi, è un fatto di mentalità. La rivoluzione ambientale ci sarà. «Dobbiamo capire se esserne protagonisti oppure subirne le conseguenze». (leggi qui Con Covid-19 anche la siccità. È già emergenza sui campi).

Ripensare il ruolo

Foto © Can Stock Photo / zhuda

L’emergenza economica spaventa anche il comparto agricolo. Anbi è stata sul campo durante l’intero periodo della crisi: ha dovuto garantire le risorse idriche ai campi. Senza acqua non ci sarebbero stati i vegetali che per un mese e mezzo sono arrivati sulle nostre tavole. «Abbiamo fronteggiato l’emergenza siccità mentre affrontavamo l’emergenza Covid-19 nei nostri uffici e intorno a noi: non è stato semplice garantire il servizio mentre tutto ci cambiava intorno. Ma lo abbiamo sentito come un doppio dovere, pensando alle persone che lottavano nelle Terapie Intensive e che spesso avevano trascorso la vita su quei campi che ora toccava a noi mantenere in produzione». Lo ha spiegato ieri sera il direttore di Anbi Lazio Andrea Renna intervenendo alla trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso.

L’emergenza idrica, come quella sanitaria non sarà certamente breve. «Chi parla di anni per recuperare lo stop di questi giorni, come gli imprenditori Maurizio Stirpe e Giovanni Turriziani, non esagera» ha detto Renna. La speranza sta in misure adeguate anche per la difesa del suolo e la lotta ai cambiamenti climatici: sono solo alcune delle nuove mission nelle quali il direttore nazionale Massimo Gargano ha calato l’Anbi.

«Guardare al green ma anche all’economia circolare potrebbe essere strategico» ha evidenziato in tv Andrea Renna. «Giorni fa ho letto su Alessioporcu.it l’imprenditore Francesco Borgomeo della Saxa Gres. Alcuni passi mi sono rimasti impressi. Ha rivendicato con orgoglio ‘Non vogliamo aiuti. Vogliamo riprendere a fatturare’. Concordo in pieno: le imprese hanno bisogno di questo, rimettersi a produrre e tornare a fatturare. Non servono soldi in prestito. Le nostre strutture hanno bisogno di risposte più celeri con meno burocrazia e un attenzione diversa a livello nazionale». (leggi qui «Polacchi e turchi sono già dai nostri clienti a soffiarci il lavoro» e leggi anche «Azienda chiusa per la paura»).

Mille miliardi di investimenti

Massimo Gargano © Imagoeconomica, Sergio Pettini

I cambiamenti richiedono investimenti. Senza soldi non si organizzano le rivoluzioni. In questo caso le risorse ci sono. L’Europa ha previsto investimenti in tutto il nostro continente per 1.000 miliardi di euro in 10 anni.

«L’impatto zero – ha detto Andrea Renna – è il risultato da perseguire per il 2050». Suggerendo anche «All’acronimo del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) si dovrà aggiungere una S. Quella di sostenibilità. Allora la nostra Fase 2 dovrà mirare anche e soprattutto a essere protagonisti di questa rivoluzione copernicana. Fatto salvo l’aspetto sanitario che resta principale così come quello della liquidità speriamo si punti però alla semplificazioni».

Nei Consorzi di Bonifica ce né bisogno. E da prima del Covid-19. Tanto per essere chiari. Serve quella scossa auspicata, tanto reclamata che però non arriva. Ad iniziare dal credito collegato alle attività dei consorzi, all’economia circolare per esempio. Alla sostenibilità, al green. La sistemazione idraulica è garanzia per il territorio ma è pure un elemento capace di innescare sviluppo. Crea nuovi posti di lavoro senza cancellare quelli esistenti.

«Il Governo ne deve tenere conto – ha sostenuto il direttore di Anbi Lazionell’adozione di appositi provvedimenti come Anbi Nazionale con il direttore Massimo Gargano ed il presidente Francesco Vincenzi reclamano e da tempo, ormai. Il tema della disponibilità finanziaria è priorità pure nei Consorzi di bonifica, impegnati in prima linea nell’assicurare servizi pubblici essenziali per l’agricoltura e la sicurezza idrogeologica, ma che rischiano di andare in affanno finanziario ed economico senza appropriate misure di intervento dello Stato».

Cento euro a chi a lavorato a marzo

I lavori dell’Anbi

Due le notizie arrivate durante l’intervento televisivo del direttore. La prima. La Regione Lazio ha approvato la possibilità per le strutture consortili di aderire alle misure previste per i Por, i progetti finanziati dall’Ue per la promozione dell’eco-efficienza e riduzione dei consumi di energia. L’Anbi Lazio lo aveva chiesto. È arrivato il provvedimento. È la prima volta che accade. Ora si dovrà dimostrare di saperlo cogliere.

La seconda. Tutti i lavoratori delle Bonifiche che hanno lavorato a marzo riceveranno 100 euro in più nella busta paga. Lo ha deliberato il consiglio di amministrazione dell’E.N.P.A.I.A., l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza degli Impiegati Agricoli. È il primo ente bilaterale agricolo in Italia, cui è affidata la gestione della previdenza e dell’assistenza per i dipendenti di oltre 8.000 aziende.

Malgrado l’emergenza coronavirus oltre 38.000 persone del comparto in tutta Italia hanno continuato a lavorare. Sono impiegati agricoli, tecnici, dipendenti dei consorzi di bonifica e delle associazioni allevatori. Nel Lazio sono 500 tra operai e dipendenti nelle 7 strutture, alcune con dimensioni monstre come Roma, Pratica di Mare e Tarquinia con oltre 100 dipendenti, più di 800mila ettari di superficie, chilometri infiniti di canali e fossi, una trentina di idrovore.

«Un riconoscimento – ha evidenziato il direttore Andrea Rennache premia chi, in questi giorni difficili, ha contribuito con il proprio lavoro ad evitare che gli scaffali dei supermercati rimanessero vuoti o che il territorio fosse abbandonato a se stesso». Evitando che si aggiungesse emergenza all’emergenza.