Bonomi e Camilli all’attacco di Governo e Regione

Nel corso dell’assemblea generale di Unindustria (giovedì a Roma) i rappresentanti degli industriali alzeranno la voce al cospetto dei rappresentanti dell’esecutivo e della Pisana. Il report del Centro Studi: “Prospettive cupe”. Il macigno del caso Catalent.

L’occasione sarà rappresentata dall’assemblea generale di Unindustria, in programma al Teatro dell’Opera di Roma il prossimo 28 aprile. In quell’occasione ci saranno sia Angelo Camilli (numero uno dell’associazione degli imprenditori nel Lazio) che Carlo Bonomi, presidente di Confindustria nazionale. Avranno davanti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli affari regionale Mariastella Gelmini e il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti.

L’analisi del Centro Studi

Sia Camilli che Bonomi faranno sentire la loro voce in maniera forte. E il Centro Studi di Confindustria ha preparato il terreno con un report aggiornato che dice una cosa chiarissima: a marzo l’economia italiana è in “netto indebolimento, con il conflitto in Ucraina che amplifica i rincari di energia e altre commodity, e accresce la scarsità di materiali e l’incertezza”.

Foto Igor Todisco

Il che, sommandosi alla pandemia, ha comportato una riduzione del Pil nel 1° trimestre 2022 e allunga un’ombra pesante sul 2° trimestre, visto chel’andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe.

Per Confindustria il rialzo dei tassi è un problema perché “farà crescere gradualmente la spesa per interessi, e quindi l’Italia avrà meno spazi di bilancio per mettere in campo una nuova manovra espansiva”.

Effetto bellico

C’è scritto nella relazione: “I primi effetti della guerra in Ucraina, però, sono già visibili negli ordini manifatturieri esteri, in forte calo a marzo. Inoltre, la dinamica del commercio mondiale, già piatta a inizio anno per il calo degli scambi in Asia e l’aumento in Europa, ha prospettive negative secondo il Pmi sugli ordini manifatturieri esteri globali, caduto a marzo (48,2 da 51,0)”.

Si sottolinea che lo scenario è negativo per tutta l’economia europea che, più di quella Usa, è colpita dal conflitto in Ucraina, che ha accresciuto i rincari delle commodity, la scarsità di materiali, l’incertezza, e creato nuovi vincoli all’export.

Foto Riccardo Squillantini © Imagoeconomica

Per questo secondo Confindustria “ci sarebbe bisogno di misure espansive. Una mossa che però l’Italia non potrà permettersi: “L’Italia avrà meno spazi di bilancio per mettere in campo una nuova manovra espansiva di finanza pubblica. Dato l’alto debito, le politiche dovranno essere prudenti anche per evitare ulteriori balzi dello spread. Inoltre, se il rialzo del Btp si trasferisse al costo della raccolta bancaria e facesse crescere anche il costo del credito, ciò determinerebbe un ulteriore aggravio di costi per imprese e famiglie, già colpite dal caro – energia. Questo penalizzerebbe sia gli investimenti che i consumi privati, zavorrando il Pil italiano”.

Il caso Catalent e la rabbia di Bonomi

In questo quadro c’è anche la vicenda della Catalent: la multinazionale che ha deciso di spostare dall’Italia all’Inghilterra meridionale il suo investimento da cento milioni di euro, a causa dei lunghissimi tempi della burocrazia.

Catalent

Angelo Camilli ha immediatamente chiesto un coinvolgimento del Governo e una discussione di natura nazionale, perché ci sono tantissimi altri casi del genere. Nel Lazio sicuramente.

La competenza è del Ministero ma la situazione creata nel Lazio è al limite della follia: non è un caso che l’altro giorno il commissario della Valle del Sacco – come se nulla fosse accaduto – ha detto che solo per fare le analisi dei terreni bisognerà aspettare altri due anni. E poi si parlerà di bonifica. (Leggi qui Catalent, la Regione non ha capito: “Due anni per fare solo i test”).

Confindustria è pronta ad attaccare sia il Governo che la Regione Lazio. La tregua è finita.