Borgomeo scommette sulla plastica del futuro

Nuovo colpo dell'imprenditore che ha creato Saxa Gres e Grestone. A Cisterna di Latina ha rilevato questa sera alle 18 la storica Nalco. La convertirà in una fabbrica capace di sfidare il problema della plastica nel mondo

La sfida alla plastica nel mondo parte dal Lazio. Comincia da uno stabilimento che fino a questo pomeriggio alle 18 apparteneva ad una società americana e ora passa nelle mani di Francesco Borgomeo: il profeta dell’economia circolare, l’uomo che negli ultimi anni ha salvato e riconvertito al green realtà ormai bollite come Marazzi Sud, Ideal Standard Roccasecca, Tagina Ceramiche, Centro Impasti. È lui ad avere rilevato dagli americani di Ecolab il ramo d’azienda Nalco di Cisterna di Latina. Si prepara a convertirlo in una delle prime fabbriche al mondo capaci di prendere la plastica, trasformarla in un prodotto interamente nuovo. Che si alimenterà smaltendo la plastica che oggi non può essere riciclata e finisce nell’indifferenziato. Non solo. C’è in fase di sviluppo un progetto che punta sul bio: plastica green ricavata da nuovi polimeri.

Da Nalco a Plasta Rei

Francesco Borgomeo con i lavoratori Nalco

Nalco è una realtà produttiva storica della provincia di Latina. Fa parte del colosso chimico mondiale Ecolab che ha 165 fabbriche nel mondo. A Cisterna di Latina lavora da oltre settant’anni e fino al 16 aprile scorso ha realizzato additivi chimici per caldaie industriali occupando una settantina di addetti. È una realtà di eccellenza. Al suo interno operano maestranze altamente specializzate. La Ecolab non la considera più strategica. Due mesi e mezzo fa sono iniziati i lavori di messa in sicurezza e bonifica del sito.

Questa mattina, in uno studio notarile romano è stato formalizzato il passaggio alla società Plasta Rei: è una New.co. fondata per l’occasione da Francesco Borgomeo. La nuova proprietà si è impegnata al mantenimento di tutti i posti di lavoro, analogamente a quanto avvenuto per tutte le altre operazioni di ristrutturazione industriale guidate dall’imprenditore romano.

Anche Nalco, sarà oggetto di un piano di riconversione alla Circular Economy nel quale avranno un ruolo centrale le professionalità acquisite negli anni dal personale. È lo stesso percorso compiuto dalla Marazzi Sud di Anagni, divenuta Saxa Gres passando dalla produzione di ceramiche da interni a quella di gres porcellanato da esterni con componenti provenienti dal ciclo di recupero dei rifiuti; stessa strategia che ha consentito alla ex Ideal Standard di Roccasecca di convertirsi nella Grestone, passando dalla produzione di sanitari a quella di sampietrini in pietra ceramica.

La riconversione progettata da Francesco Borgomeo proietterà Nalco al centro della nuova economia circolare assicurandole almeno un’altra generazione di attività industriale. 

Una nuova storia industriale

Foto: Sergei Tokmakov

Nalco, nel suo passaggio alla Plasta Rei, lascerà la produzione di additivi chimici per caldaie e si convertirà nella produzione di moderne bioplastiche attraverso un processo del tutto nuovo, basato sul recupero chimico anziché quello meccanico, come stanno invece facendo tutti.

Il tutto all’interno di un ciclo virtuoso che punta al risparmio delle materie prime, il rispetto dell’ambiente, l’utilizzo di materie prime che provengano da altri cicli produttivi dandogli una seconda vita.  

Per comprendere la portata dell’operazione occorre premettere alcuni dati. E sfatare alcune convinzioni errate. La prima: oggi solo il 16% dei rifiuti plastici viene riciclato per produrre nuova plastica. Che fine fa il resto? Il 40% finisce in discarica, il 25% viene bruciato negli inceneritori ed il 19% finisce disperso nell’ambiente. Ogni anno vengono incenerite 77mila tonnellate di plastica, rilasciando tossine nell’aria e aumentando le emissioni di gas serra.

Perché viene recuperata così poca plastica? Il quotidiano Repubblica nei giorni scorsi ha portato come esempio le buste della mozzarella: le compongono uno strato di nylon che protegge la confezione e uno di polietilene che dà impermeabilità. I due strati non si possono separare e quindi non c’è possibilità di riciclo. Per le plastiche composite non è possibile il ciclo meccanico di frantumazione, fusione rimodellazione. Che ad ogni passaggio fa perdere qualità alla plastica.

La nuova sfida

Foto Keira Burton / Pexels

La nuova sfida è quella di mettere a punto un ciclo che rigenera la plastica. Utilizzando quella che c’è già in giro non è più necessario produrne di nuova.

Come funziona? A differenza del riciclo meccanico (quello fatto fino ad oggi) si passa al riciclo chimico. I rifiuti plastici vengono fusi, poi immessi in un reattore che li scalda al punto di diventare gas. Viene raffreddato e fatto diventare una sostanza oleosa. A questo punto viene distillato e trasformato in una nuova plastica: che non si degrada come accade con quella ottenuta dal riciclo meccanico.

Mantiene tutte le proprietà: significa che è inutile fare nuova plastica: basta quella che c’è in giro per il mondo, negli oceani con le sue isole alla deriva generate dalle correnti raccogliendo le immondizie gettate dalle imbarcazioni. Il procedimento consente di riciclare qualsiasi tipo di plastica.

Ci sono poi i bio polimeri: quelli ottenuti da materiali vegetali. Dal mais e dalla canapa industriale innanzitutto. Nalco potrebbe diventare la fabbrica delle nuove bio plastiche nella quale lavorare la canapa coltivata nella Green Valley a Roccasecca, Anagni e Ceccano.

L’intuizione di Plasta Rei consiste nell’utilizzare i reattori chimici per produrre polimeri, sia da plastica riciclata, sia da organico, sia da mix di plastica ed organico. Solo la chimica può permettere di recuperare in maniera completa tutti i tipi di plastica e produrre granuli green, per la nuova plastica con qualità identiche al prodotto iniziale.

La sfida è con gli inglesi. Stanno realizzando i primi impianti e contano di essere pronti nel 2022.

Borgomeo: “Scriveremo la storia della nuova plastica”

Il professor Romano Prodi con il presidente Francesco Borgomeo

In provincia di Latina va in scena un altro tassello della vera transizione ecologica nelle stesse ore in cui in provincia di Frosinone si discute del Biodigestore del Gruppo A2A, con la partecipazione di Saf e del gruppo Saxa, pianificato ad Anagni da Borgomeo che è riuscito ad attrarre il gigante pubblico lombardo (A2A ha 13mila dipendenti con un fatturato di 7,3 miliardi di euro). 

Borgomeo, perche Plasta Rei?  

Plasta Rei, evoca il “tutto scorre” di Eraclito, è la filosofia del divenire, che è la filosofia alla base dell’economia circolare. Il mondo non si può più permettere di pensare in maniera lineare, prendendo le materie prime dall’ambiente, e alla fine vita del prodotto, buttando il rifiuto nell’ambiente. L’ho dimostrato con la pietra ceramica, con il biogas da organico, ed ora con la plastica che soffoca i mari e la terra.”

Cosa si farà a Cisterna? 

Non voglio essere presuntuoso, ma scriveremo un pezzo di storia della trasformazione della plastica. E questi lavoratori straordinari per competenze e motivazione, costruiranno – con me e con i nuovi manager e ricercatori che aggregheremo – una fabbrica del futuro, che produrrà un granulo mai fatto finora.

Seguiteci, e vedrete”.

È stato difficile il salvataggio dello stabilimento? 

Siamo all’inizio della traversata, ma ognuno è al suo posto, concentrato e motivato, carico di speranza e di voglia di arrivare, siamo pronti per affrontare il viaggio, difficile e faticoso. Ma come abbiamo fatto in tante altre riconversioni, arriveremo carichi e più forti di prima. Devo ringraziare i lavoratori, i Sindacati, Unindustria, la Regione Lazio e la Ecolab Nalco stessa, che ha favorito la possibilità di dare una nuova chance allo stabilimento. È un progetto bellissimo e sarà un successo da raccontare, come Anagni, Gualdo Tadino, Roccasecca, Spilamberto, e tanti altri impianti che ho assistito per il salvataggio verso una nuova vita”.

Dalla pietra ceramica, al biogas, alla bioplastica, dove vuole arrivare?  

Voglio dare un piccolo contributo a migliorare il nostro mondo malato, e raccontare come l’uomo può salvare se stesso dagli errori che ha fatto in passato. La natura è il Creato, che va tutelato e preservato, ma l’uomo è stato dotato di intelligenza per risolvere i problemi e sopravvivere ai propri errori. Ecco, dobbiamo usare quella, l’intelligenza, e se necessario, dobbiamo riconvertire le nostre idee, le nostre categorie logiche, i nostri giudizi, i nostri comportamenti. Le nuove fabbriche, con nuovi processi produttivi e nuovi prodotti circolari, sono la prova che si può fare. Ma sono anche lo stimolo perché si deve fare. Non ci sono alternative e non c’è più tempo”.

Un gioco di squadra

Francesco Borgomeo con l’ing. Adriano Costantini vice president Ecolab- Nalco Europe

La cessione di Nalco a Plasta Rei conclude un lungo e delicato lavoro di avvicinamento tra le parti, al quale hanno dato il loro fondamentale apporto i sindacati, Unindustria, Regione Lazio e la stessa azienda cedente. La Nalco Water Italy e la controllante americana Ecolab infatti hanno avuto un ruolo attivo, non sempre è scontato in operazioni di questo genere. 

È stato uno degli elementi che hanno convinto Francesco Borgomeo a portare avanti l’operazione: il territorio, la sua voglia di lavorare, il suo attaccamento alla fabbrica. Sono elementi chiave che il ‘risanatore di aziende‘ ha imparato a riconoscere nei suoi anni di carriera industriale.

Perché ‘risanatore‘? Francesco Borgomeo ha 54 anni ed è nato a Firenze. Laureato in Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, ha perfezionato gli studi alla Pontificia Università Gregoriana, alla Columbia University di New York e alla UCD di Dublino. Le sue prime esperienze di lavoro sono state al Censis di Giuseppe De Rita e al CNEL.

A 29 anni ha rilevato l’Irses, Istituto di Ricerca fondato dal padre Luca e lo ha trasformato in una società all’avanguardia per la consulenza e l’intervento nelle riconversioni e ristrutturazioni aziendali. Borgomeo ha sviluppato una grande expertise nell’attrazione di investimenti, assistendo diverse multinazionali nella localizzazione delle loro sedi di produzione in aree del Centro Sud, nella definizione di progetti comunitari per lo sviluppo di piccole e medie imprese, ma anche di fusioni, acquisizioni e partnership industriali.

Tra i clienti di Irses arrivano a figurare player di prestigio come Enel, Eni, Wind, Glaxo Smith Kline, IBM e Hewlett Packard, portando la società ad essere partecipata dalla Nomisma guidata da Paolo De Castro.

Borgomeo da consulente a industriale

Francesco Borgomeo

Dalla consulenza, Borgomeo passa ad essere lui stesso imprenditore industriale, compra la sua prima fabbrica all’età di 40 anni, e la ristruttura da capo a piedi. Nel corso degli anni dà lavoro a 400 operai e arriva a fatturare 50 milioni l’anno, in Italia ed all’Estero.

È nel 2015 che riconverte lo stabilimento ex Marazzi Sud di Anagni, dando inizio alla nuova avventura. Interamente costruita intorno ai principi dell’economia circolare applicati alla Green economy nel settore delle superfici ceramiche.

Francesco Borgomeo sviluppa una filosofia industriale: riciclare, riutilizzare, recuperare materiali di scarto in processi virtuosi per realizzare nuovi prodotti alta di gamma.

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