Borrelli, il leghista di lotta e di governo

Di lotta e di Governo: il capogruppo della Lega delude chi sperava che giocasse il ruolo di mina vagante. Invece, dopo il fallito blitz sulla Presidenza d'Aula, Borrelli detta la linea della fedeltà al centrodestra

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

Un tentativo di golpe e poi il rientro immediato in caserma. Talmente ordinato nei ranghi che il capogruppo della Lega in Consiglio Comunale ad Alatri Gianluca Borrelli delude i suoi avversari e forse anche forse qualche compagno di maggioranza. Speravano che il suo blitz con cui ribaltare gli ordini di scuderia per l’elezione del Presidente d’Aula fosse solo la prima di una serie d’azioni di logoramento. Invece no. Borrelli rientra in linea e detta la sua agenda a sostegno della giunta di centrodestra guidata da Maurizio Cianfrocca. (Leggi qui Cianfrocca debutta con i franchi tiratori sulla via della Presidenza).

Il blitz e la stilettata

Il blitz sulla Presidenza lo aveva annunciato, ci ha provato accordandosi con un collega di maggioranza e con le minoranze. E per un soffio, un voto (è finita 8-9), non è riuscito a ribaltare la volontà della sua maggioranza che aveva indicato come presidente del consiglio Sandro Vinci.

Gianluca Borrelli

Gianluca Borrelli ha assestato il primo scossone alla nuova coalizione di centrodestra. A distanza di qualche giorno spiega il perché: «Ho votato coerentemente con quanto avevo preventivamente e lealmente comunicato alla coalizione. Ho ritenuto di poter aspirare a quel ruolo, visto il numero elevato di preferenze che ho riscosso». Circa trecento voti spiazzando anche il suo stesso Partito che non lo ha mai sopportato e sopporta

Ma c’è di più. Il piano non è riuscito e Borrelli spiega il perché. «Purtroppo é mancato un voto, ma ci può stare. Magari quella persona (il famoso terzo consigliere di maggioranza d’accordo fino a poche ore prima ndr) avrà cambiato idea all’ultimo momento, sarei anche felice per lui se, in qualche maniera, fosse stato accontentato». Lo è stato. «Tutto bene. Chissà, magari la prossima volta mi impegnerò a prendere meno voti e forse riuscirò a fare quello che avrei voluto fare».

La sfida dall’interno e gli obiettivi

Borrelli però digerita la sconfitta non ha nessuna intenzione di diventare come Capitan Fracassa. Sa che stare in maggioranza, dopo anni di opposizione e appelli lanciati nel vuoto, è un’occasione irripetibile al di là degli incarichi.

Mette da parte il guanto di sfida. «Continuo il mio percorso amministrativo con la stessa determinazione e passione che ho dimostrato negli anni passati. Abbiamo tanto da lavorare, i tempi stringono e Alatri attende risposte». 

«La riorganizzazione della macchina amministrativa è fondamentale per la buona riuscita di un’amministrazione».

La seduta del Consiglio Comunale di Alatri

Tema assunzioni. «Bisogna sbrigarsi e assumere diverse figure entro fine anno, per cercare di tamponare l’evidente carenza organica a livello di personale. Dobbiamo farci trovare pronti per non perdere i finanziamenti in essere ed essere pronti a recepire nuovi finanziamenti a cominciare dal PNRR i fondi europei in arrivo per l’Italia».

Ma le sue sfide sono ambiziose e non facili. «Altro progetto importante di cui sto lavorando è sicuramente il “Piano parcheggi e viabilità”, mio pallino e cavallo di battaglia. Un lavoro lungo, delicato e che richiede tempo».

Infine l’ultra decennale tema dei Contratti di Quartiere e i lavori finanziati dall’Ater per il 90% per il rifacimento di cinque palazzine nel quartiere San Francesco. «Mancano alcuni dettagli da parte del Comune e l’invio definitivo al Ministero. Conto che il tutto possa risolversi a breve giro».

Di lotta ma anche di Governo

Borrelli lancia così messaggi distensivi anche se quanto accaduto sulla presidenza del consiglio per qualche suo collega rimane un atto non digeribile, da non dimenticare così in fretta. Unità ritrovata in casa Lega? Tutto da vedere infatti sarà il prossimo 18 dicembre, data per eleggere i consiglieri provinciali, un altro banco di prova.

E viste le avvisaglie si rischiano tre linee della Lega per indicare i rappresentanti