Bpc, la banca diversamente grande

La prima Popolare e la terza Banca del Lazio: la scelta di Bpc, essere 'diversamente grande' e governata 'da artigiani del credito'

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Maledetto bivio. Quello che la vita ti mette davanti e non puoi fingere di non vedere. È il momento della scelta, del passo dal quale non si torna indietro: diventare grandi. È il momento che capita a tutti: dover scegliere di abbandonare i giocattoli e fare le cose da grandi; poi ci sarà quello in cui smettere di essere adolescenti e diventare adulti. Con tutto ciò che consegue: cambiare vita, lasciare il nido, andare via di casa, cambiare le amicizie e gli obiettivi. Capita nella vita, capita alle imprese. Bpc, la Banca Popolare del Cassinate ha scelto la sua via: diventare diversamente grande.

La profezia di Donato

Il professor Vincenzo Formisano, alle sue spalle la foto del papà Donato (Foto © Roberto Vettese)

È la strada che in qualche modo aveva tracciato più di mezzo secolo fa lo storico presidente Donato Formisano. Il suo era una mantra: recitato a tutti i Consigli d’Amministrazione, ribadito a tutti i soci e quelli che sognavano troppo grande. “La formica quando vuole morire mette le ali”. (Leggi qui: Donato Formisano, il parcheggiatore che diventò banchiere dell’anno).

Ma Bpc si è trovata al bivio. Grande, sempre più grande: tanto grande che l’ultimo numero dell’Atlante delle Banche Italiane elaborato da Milano Finanza e Italia Oggi, nel Lazio la colloca al terzo posto subito dopo quel colosso chiamato BCC Roma e quell’istituzione chiamata Mediocredito Centrale. “Scusate se non abbiamo fatto di meglio”, dice l’erede del Presidentissimo: l’attuale numero 1 di Bpc Vincenzo Formisano.

È per rispettare l’insegnamento di Donato che Vincenzo Formisano ed il suo team hanno fatto la loro scelta: essere una banca diversamente grande. Cosa significa? “Le grandi banche guardano a grandi progetti, perdono il contatto con il loro territorio di origine. Molte delle scelte vengono governate dagli algoritmi. Noi invece abbiamo deciso di restare una banca di territorio. E di farlo anche se abbiamo i numeri per diventare ancora più grandi nel senso tradizionale del termine: alleandoci, fondendoci. Ma fino a quando ci saremo noi, resteremo per nostra scelte delle sanissime e grosse formiche”.

Lo sbarco di Bpc su Roma

Il CdA della Popolare del Cassinate (Foto © Roberto Vettese)

A settembre Bpc sbarca su Roma, con un suo ufficio e suoi sportelli. Lo farà per affiancare le tante imprese del territorio che hanno interessi o sedi nella Capitale. “Potevamo andarci prima. Abbiamo scelto di farlo alle nostre regole. Soprattutto abbiamo scelto di tutelare il nostro territorio”. Cosa significa? Un impiegato, una scrivania, una cassa forte e un computer costano lo stesso a Cassino, ad Atina ed a Roma. Ma i soldi che si muovono nella Capitale sono infinitamente di più. “Noi abbiamo scelto di non concentrarci su questo aspetto e di non voler fare numero con le cifre di Roma. Manteniamo il nostro dogma del ‘poco a molti anziché molto a pochi’“. Andremo a Roma e porteremo questo nostro modo di fare banca.

Ma Roma, spiega Vincenzo Formisano, per Bpc ha la stessa considerazione di Atina o Ponza: “Noi diamo valore ai territori ed alle persone che sono in quei territori”. Un esempio descrive più di mille parole: dopo l’otto dicembre c’è stato il tradizionale massiccio afflusso di risparmiatori andati a ritirare contanti per le spese di Natale. Il presidente Formisano ha notato un po’ di coda in attesa, ha contattato una pasticceria e fatto portare vassoi di panettoni e calici di spumante da offrire ai clienti.

Una banca a 5 stelle

La quinta stella assegnata a Banca Popolare del Cassinate

Se l’associazione dei consumatori AltroConsumo ha assegnato a fine 2022 un’altra stella a Bpc è per il miglioramento dei servizi al cittadino. Ora le stelle sono addirittura cinque.

È stato solo uno dei traguardi. Quest’anno la Banca Popolare del Cassinate ha spento 68 candeline. Era il 1955 quando 43 soci la fondarono con un capitale sociale di undici milioni e mezzo di lire. Oggi è una banca ‘diversamente grande‘ da oltre cinquanta milioni di euro. Ma vuole restare Popolare: al massimo l’un percento per socio, tanti che fanno l’insieme.  

Per questo è da dieci anni la prima Popolare nel Lazio nell’Atlante delle Banche Leader: la classifica speciale dei 333 istituti bancari italiani. E nella Future Bancassurance Night di EMFgroup, svoltasi a novembre all’Hotel Principe di Savoia di Milano, le è stato assegnato uno degli Awards per le migliori performance nella bancassicurazione. È stata premiata «per la forte sensibilità e l’impegno verso il ruolo sociale dalla banca». E la quinta stella di Altroconsumo è un traguardo ottenuto da sole quattro banche popolari in Italia, una sola nella provincia di Frosinone.

Bpc, otto in pagella

Donato Formisano

Dietro ai risultati c’è una visione del territorio. “Bpc non è la banca dei Formisano o del suo CdA. E nemmeno dei suoi 1900 soci. È la banca di tutto il territorio” ribadisce Vincenzo Formisano. Spiegando la vera sfida affrontata in quest’ultimo periodo: “L’Europa sosteneva che solo chi è grande sopravvive nel nostro sistema. Noi abbiamo voluto dimostrare che si può essere diversamente grandi, restando attaccati al territorio e vivere altrettanto bene”.

È prima Popolare e terza Banca del Lazio perché fa cantare le voci di stato patrimoniale e conto economico. Spicca a livello regionale, ormai sul podio, per una serie di fattori: raccolta e impieghi, qualità degli affidamenti, un basso indice di sofferenze, una buona produttività per dipendente.

Ha preso più di otto (8.19) in pagella, aumentando il voto rispetto all’anno scorso, stando soprattutto all’MF Index: l’indice che misura dimensioni e risultati, ossia massa amministrata e profitti. Ma la graduatoria viene stilata tenendo conto anche di tanti altri parametri rigorosi: i rapporti tra costi di struttura e margine di intermediazione, tra i margini di interesse e intermediazione, tra impieghi verso clienti e raccolta diretta. E poi ancora l’indice di redditività, il rapporto tra sofferenze nette e impieghi, tra costo del lavoro e dipendenti. Non da ultima la raccolta media per dipendente, ovvero la produttività dell’esercizio.

Una banca trasparente

Vincenzo Formisano ed il direttore Caramanica (Foto © Roberto Vettese)

L’altra parola magica, oltre a solidità, è affidabilità. Lo dicono due indicatori: Cet1 ratio e Total capital ratio, ovvero il rapporto tra patrimonio e rischi bancari nell’investimento e nella concessione del credito.

Per il presidente Vincenzo Formisano sta qui la vera differenza. E sta qui anche la risposta al Fintech, cioè alle nuove tecniche per fare banca attraverso le tecnologie. “Il Fintech ci ha reso molto più smart, molto più digitale. Ma noi vogliamo restare degli artigiani del credito: ve la immaginate una giovane coppia che deve comprare casa ed impegnarsi per i prossimi trent’anni, sola davanti ad un computer a scegliere il mutuo? Noi qui ci siamo, siamo fatti di persone, diamo risposte, spieghiamo, consigliamo e spesso sconsigliamo. È questo il nostro ruolo”.

Il direttore generale Roberto Caramanica pone l’accento su un dato tecnico. Al netto della crescente severità dei parametri per le classifiche degli istituti di credito, Altroconsumo ha tenuto conto anche della trasparenza nelle informazioni. “La Banca Popolare del Cassinate – ha dichiarato il suo Dg – è sempre molto attenta all’attività di comunicazione e alla trasparenza delle informazioni fornite ai soci, ai clienti, agli stakeholders. Cerchiamo di superare ogni asimmetria informativa e di essere quanto più possibile chiara nella comunicazione dei propri dati, come pure dei prodotti, dei servizi, delle iniziative”.

La sfida Bpc contro la desertificazione

Il professor Vincenzo Formisano al CdA della Banca Popolare del Cassinate (Foto © Roberto Vettese)

Ma ora la nuova sfida è combattere la desertificazione bancaria: la riduzione degli sportelli bancari. Negli ultimi dieci anni ne sono stati chiusi oltre ottocento: gestione troppo costosa e poco remunerativa. Più comodo fare le cose on line. Ne conseguono meno posti di lavoro, ma anche un macigno sul sistema economico a sostegno di famiglie e imprese.

Bpc ha fatto scelte diverse. Negli ultimi quindici anni non ha diminuito bensì aumentato gli investimenti sulla rete fisica: restyling degli sportelli, nuove filiali, Atm evoluti. L’esempio, a livello territoriale, arriva da Atina: dove, dopo Cassino, venne aperta la seconda filiale nel 1963. Dopo sessant’anni c’è un pezzo di Atina nel Consiglio di amministrazione della Banca Popolare del Cassinate: il consigliere Giacomo Caira, che ha spinto la Bpc a sostenere la città di Atina. È stato ormai proposto come coordinatore del progetto. Quale?

Quello di garantire la presenza fisica ad Atina ma attraverso un modello evoluto e basato sulla tecnologia. Il presidente Formisano parlato di «un modello di sportello efficiente in grado di rispondere alle esigenze della clientela, ma economicamente sostenibile». Per mantenere fede alla «nostra storia, fatta di radicamento sul territorio, di presenza attiva, di prossimità a famiglie e imprese».

Ho quel che ho Donato

A testimoniare la storica territorialità della BPC, d’altronde, c’è ormai anche una borsa di studio intitolata al compianto presidente Donato Formisano. È stata conferita agli studenti più meritevoli di Cassino.

Un momento particolarmente emozionate per suo figlio Vincenzo: «Già presidente della banca, ma anche studente di ‘ragioneria’, come si chiamava una volta l’Istituto tecnico commerciale – ha detto di lui nell’occasione -. Mio padre ricordava sempre con grande piacere gli anni della scuola. Amava molto condividere i suoi ricordi scolastici, i ricordi dei suoi compagni di classe che poi, in alcuni casi, sono diventati compagni di lavoro, collaboratori professionali e amici di tutta una vita».

Sono diventati una famiglia, la Banca Popolare del Cassinate.

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