Brogli elettorali, tutti gli indizi portano ad un nome

Il sasso nello stagno lo lancia l’immobiliarista Salvatore Fontana con un post sulla su bacheca Facebook. Lo cancella pochi minuti dopo averlo pubblicato. Lo sostituisce con un altro: «Davanti a (presunti sia chiaro) reati di uomini che hanno sempre professato la fede nella giustizia, le persone perbene ci restano male mentre i banditi (quelli bravi che nn si fanno scoprire) godono e parlano di onestà….che è a loro sconosciuta, ma adesso “pur o puorc po parla” (pure i porci possono parlare)!».

Il riferimento è chiaro solo per chi conosce i retroscena dell’inchiesta sui brogli elettorali portata avanti dai carabinieri della compagnia di Cassino coordinati dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi. Nel corso degli accertamenti, gli investigatori hanno chiesto agli scrutatori della sezione numero 30 di sottoporsi ad una perizia calligrafica: vogliono individuare la mano che ha scritto una decina di preferenze fantasma, votando al posto di persone che in realtà non avevano mai messo piede al seggio.

Agli scrutatori è stato chiesto di scrivere un nome in particolare: è quello di un candidato non eletto e che è stato amministratore comunale. Lo hanno fatto scrivere su una decina di fogli: in corsivo, con la mano destra, poi con la sinistra, con una penna e poi con una matita, stando seduti ma anche in piedi. Ma il nome era sempre lo stesso. Nessuno può sapere se lo abbiano fatto per evitare fughe di notizie e depistare i curiosi, oppure perché il nome scritto sulle schede dagli elettori fantasma è effettivamente quello fatto tracciare durante il test.

Sta di fatto che è questo a suscitare il post di Fontana. Che durante le elezioni ha sostenuto la rielezione di Giuseppe Golini Petrarcone. A commentare con stupore il suo messaggio sono proprio gli esponenti dello schieramento Petrarcone. Il vecchio leader socialdemocratico Luigi Russo tuona: «A me sta storia non mi convince!!!! Aspetto fiducioso l’esito ufficiale!!!!» o altri che dicono: «Faccio fatica a credere che sia tutto vero». Non una parola sulla bacheca dell’ex sindaco o della sua squadra.

La persona alla quale sono state regalate quelle preferenze false è stata già ascoltata nei giorni scorsi, nel massimo riserbo, dagli inquirenti. Di fronte alle domande dei carabinieri è caduto dalle nuvole, ha giurato di non saperne niente»

Una trappola? Chi ha commissionato quelle preferenze? Oppure è stata un’iniziativa di chi le ha scritte? Solo chi ha visto quegli elettori fantasma e votato al posto loro potrà dirlo.

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