Brunetta a Frosinone: «Basta con i piccoli dittatori di provincia» (di C. Trento)

«Basta con i piccoli dittatori di provincia»: Renato Brunetta è il presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. È uno dei principali avversari politici di Matteo Renzi sul referendum costituzionale. Ed è venuto a ribadirlo a Frosinone, rispondendo all'invito dell'onorevole Mario Abbruzzese . Anticipando tutti, Corrado Trento lo ha intervistato per Ciociaria Oggi

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

«Il premier Renzi può dire quello che vuole, ma se al referendum vincono i no non avrà alternative: andarsene a casa e ritirarsi a vita privata»: va dritto al punto l’onorevole Renato Brunetta, presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

 

Onorevole Brunetta, ma perché secondo voi il referendum va bocciato?
«Intanto è una cattiva riforma costituzionale, una “schiforma” come amiamo definirla noi. Non serve a nulla. Fa comodo soltanto a Matteo Renzi per affermare il suo potere, nella logica dell’uomo solo al comando. Ricordo a tutti che parliamo di riforme approvate a colpi di votazioni notturne, da una minoranza del Paese, che è maggioranza parlamentare soltanto grazie a un premio di maggioranza (scusi il gioco di parole) dichiarato incostituzionale. E al Senato ogni volta i numeri si trovano grazie ad una perenne campagna acquisti. Se poi colleghiamo la riforma all’Italicum, allora il risultato è: venti anni di renzismo (Dio non voglia) e deriva autoritaria del sistema politico».

 

Ma se vince Renzi?
«Renzi ha già perso. Perfino l’istituto di Piepoli (che ha sempre dato il sì in vantaggio), adesso dice che il no è davanti e attribuisce questo risultato alla straordinaria mobilitazione di Forza Italia e del centrodestra. Colgo l’occasione per sottolineare l’impegno di tutti. Il professor Annibale Marini, presidente emerito della Corte Costituzionale, è il presidente dei nostri Comitati per il No: la sua competenza e il suo dinamismo si stanno rivelando un valore aggiunto decisivo.

La maggioranza degli italiani dirà no a questa “schiforma” costituzionale. Renzi sulla riforma non ha la maggioranza del Paese, perché se si mettono insieme dalla Sinistra italiana, al Movimento 5 Stelle, a tutto il centrodestra, siamo al 65% degli italiani. Se poi ci mettiamo dentro anche un 5-10% di Pd, da Bersani a D’Alema, arriviamo al 70%. Per ricapitolare: i sondaggi danno il no al 54%, ma con un potenziale di espansione al 70%. Ora, è normale che su temi del genere in ogni partito ci sia un orientamento prevalente e uno minoritario, ma il punto politico è che nel centrodestra questo rapporto è fortemente sbilanciato verso il no alle riforme di Renzi».

 

Il premier dice che se anche dovesse vincere il no, non succederebbe nulla.
«Il presidente del consiglio si sbaglia. Lui perderà il referendum e andrà a casa. Sta nella logica democratica: il popolo sovrano spazzerà via tutto il suo impianto politico. Insomma, parliamoci chiaro: Matteo Renzi non ha vinto alcuna elezione, è alla guida del Governo per realizzare il pacchetto di riforme che adesso sottopone all’attenzione dei cittadini. Se perde cosa dovrebbe fare se non andare a casa e ritirarsi a vita privata?».

 

Onorevole Brunetta, ma il centrodestra può governare il Paese?
«Il centrodestra spaccato, inciucione e che sogna un nuovo Nazareno no. Un centrodestra di governo (come quello che ha guidato il Paese per più di dieci anni) sì. Ma bisogna andare oltre Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Va recuperata tutta la diaspora: penso a Fitto, a Cesa, a Rotondi, a Storace, a Quagliariello, a Mario Mauro e a tanti altri. Ma penso soprattutto al “civismo” che ha vinto nella recente campagna elettorale.

Un “civismo” che è tutto di centrodestra: voglio dirlo anche e soprattutto a Stefano Parisi. In tempi non sospetti ho parlato di Quadrifoglio: oltre a quelli di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega c’è bisogno del quarto petalo. E qui si innescano le formazioni di carattere civico. Ma naturalmente non si può parlare di un “civismo” generico che vada oltre il centrodestra e il centrosinistra. Occorre una scelta di campo forte e coraggiosa, occorre una scelta chiara di collocazione nel centrodestra. Quindi, no a Renzi e no al referendum. Non possono esserci ambiguità o retorica: o di qua o di là. Se Albertini dice sì a Renzi, non può stare con noi. Stesso discorso per Verdini e Alfano. O fanno scelte nette oppure tanti auguri».

 

Cosa sta succedendo al Comune di Roma?
«L’antipolitica del Movimento Cinque Stelle al governo è una contraddizione in termini. Loro parlano dell’ostilità dei poteri forti. Ma per contrastare i poteri forti occorrono preparazione, competenza e buona politica. Il punto è soltanto questo»