Inps: «Il buco Unicas esiste». Indagano Finanza e presidente Corte dei Conti Campania

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Michael Sciascia è il presidente della Corte dei Conti per la Campania. Non è un tipo facile. Laureato a 22 anni con il massimo dei voti, a 23 anni è entrato al ministero dell’Interno, a 29 è diventato magistrato della Corte dei Conti, per più di vent’anni è stato professore universitario. Da poche settimane è il capo del team che revisiona i conti dell’Ateneo di Cassino.

Il giudice Sciascia nel pomeriggio ha riunito il collegio dei Revisori: con lui, a fare le pulci a quei bilanci ci sono un professore indicato dall’ateneo ed un revisore nominato dal ministero della Ricerca Scientifica. Saranno loro a dire se sia stata regolare o meno la gestione degli anni dal 2012 al 2014. E il periodo nel quale è stato scavato il buco da 31 milioni scoperto nei giorni scorsi.

Che il buco esista è una certezza. Lo ha confermato in mattinata il direttore dell’Inps di Cassino. Lo ha detto alla Guardia di Finanza: glielo ha domandato su richiesta del procuratore della Repubblica. Ha confermato che nel triennio dal 2012 a febbraio 2015 i versamenti dei contributi da parte dell’ateneo non sempre sono stati regolari. In alcuni mesi sono saltati, in altri erano parziali.

Insomma, il debito c’è. E la cartella da 40 milioni inviata all’università nei giorni scorsi non è un errore. Nove milioni sono di interessi e sanzioni, il resto sono contributi da versare.

Il colonnello Massimiliano Fortino comandante del Gruppo della Guardia Finanza di Cassino ha già relazionato in mattinata al procuratore capo Luciano D’Emmanuele. Gli ha consegnato una prima informativa: contiene un’ipotesi di reato. Ora si tratterà di verificare se qualcuno si sia appropriato di qualcosa.

Oppure se, come sembra, tutto sia riconducibile ad uno scollamento tra chi gestiva la cassa e chi prendeva le decisioni di politica amministrativa. In pratica: chi gestiva, pagava quello che poteva con i soldi disponibili. Il resto lo accantonavano alla voce di bilancio Residui Passivi. Cioè debiti da onorare. Chi doveva decidere come gestire quel debito però, giura che non ne era stato informato.

Un criterio di gestione che ora passa all’esame del collegio dei revisori dei conti guidato dal presidente Michael Sciascia. Dovrà stabilire se quel debito andava gestito in modo diverso. Evitando che arrivasse a generare la cartella da 9 milioni ed il severo piano di rientro che giovedì passa all’esame del Consiglio d’Amministrazione.

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