Buschini e Battisti respingono al mittente le accuse contro De Angelis

La dura nota di risposta con cui Mauro Buschini e Sara Battisti respingono al mittente le accuse di scorrettezza avanzate da Pompeo e Costanzo. La ricostruzione storica. Ed il limite politico. Ora toccherà a Fantini riannodare i fili del discorso. Lasciarlo fare davvero ad Astorre o Zingaretti sarebbe una sconfitta

Un affronto. Intollerabile. Nei toni e nella sostanza. Nel metodo e nei tempi. La lettera inviata dal leader di Base Riformista Antonio Pompeo e dall’ex Segretario provinciale Pd Simone Costanzo per rompere l’unità del prossimo Congresso è una dichiarazione di guerra alla componente maggioritaria Pensare Democratico. (leggi qui Caos Pd. Pompeo e Costanzo rompono: “Non erano questi gli accordi”).

Non hanno dubbi nel quartier generale. Il leader Francesco De Angelis da ieri non fa altro che ripetere “Ma che vogliono?” con tonalità di voce che variano dall’incredulo al molto alterato. L’equilibrio che era riuscito a definire tra tutte le sensibilità del Partito per lui era perfetto. Al punto che tutti lo avevano accettato e se non ci fosse stato il Covid-19 oggi Luca Fantini sarebbe già il nuovo Segretario provinciale. Senza pandemia sarebbe a capo di un gruppo dirigente bilanciato sulla base dei pesi effettivi di ciascuna sensibilità.

ANTONIO POMPEO e SIMONE COSTANZO

Invece, al momento di ripartire non solo gli disconoscono l’intesa ma lo accusano pure di essere scorretto. E non lo dicono al chiuso di una sagrestia di Partito ma a voce alta, con una lettera indirizzata al Segretario nazionale Nicola Zingaretti ed al Regionale Bruno Astorre. Consegnata a tutti gli organi di informazione.

Un oltraggio, inaccettabile, nel modo di vedere la politica secondo Francesco De Angelis. (leggi qui Partito Democratico, storia di un feeling mai nato).

Respinta al mittente

L’ha presa male. Molto male. al punto che sono stati i suoi delfini Mauro Buschini e Sara Battisti a prendere carta e penna. Per scrivere la risposta. Inviandola agli stessi destinatari: i Segretari Nazionale, Regionale, Provinciale del Pd. E rendendola pubblica.

Una pagina e mezzo con la quale vengono respinte al mittente tutte le accuse fatte dal Presidente della Provincia di Frosinone e dal sindaco di Coreno Ausonio. E viene restituito il decoro alla figura di Francesco De Angelis.

Nella premessa il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio e la consigliera di maggioranza ricordano la particolarità del momento politico, sottolineano il lavoro svolto dal Partito durante tutta la fase del lockdown.

Quasi con imbarazzo dicono di essere “costretti a seguito di una lettera a voi indirizzata a ricostruire con attenzione quanto avvenuto nel Partito Democratico della Provincia di Frosinone, per amore di verità. Ha dell’incredibile la lettera di Antonio Pompeo e Simone Costanzo inviata a voi. Soprattutto per il lavoro fatto negli ultimi due anni da Francesco De Angelis per tentare di tenere unito il PD”.

La ricostruzione storica

DOMENICO ALFIERI

A questo punto c’è la ricostruzione di ciò che è accaduto nel Partito dalle Regionali 2018. L’allora Segretario Provinciale Simone Costanzo manifesta l’intenzione di candidarsi, correttamente si sospende dalla carica; al suo posto viene indicato come Reggente Domenico Alfieri.

Mauro Buschini e Sara Battisti sottolineano che il tutto avviene “in maniera condivisa e unitaria, abbiamo costituito un tavolo rappresentativo delle diverse sensibilità politiche per affrontare di volta in volta tutti i passaggi cruciali che hanno riguardato il nostro Partito”.

Quel tavolo ha funzionato. Per dimostrarlo ricordano che ha dovuto gestire le candidature alle elezioni Comunali, passando per l’elezione del Presidente della Provincia e la lista per il Consiglio Provinciale, fino ad arrivare alla scelta di indire il Congresso.

Il passaggio omesso

L’ASSEMBLEA DI ACUTO IN CUI DE ANGELIS ANNUNCIO’ IL SUPERAMENTO DELLE CORRENTI

Omettono un passaggio. Francesco De Angelis, nonostante guidi la componente largamente maggioritaria nel Pd, lo scorso inverno annuncia la fine di Pensare Democratico come componente politica. È un segnale che va nella direzione indicata da Nicola Zingaretti: superare il correntismo, generare un Pd che sia Nuovo nel modo di agire, lasciandosi alle spalle i riti ed i metodi che lo hanno portato nella fossa del 18% alle Politiche del 2018.

Lo fa anche per lasciare la strada libera a Luca Fantini: è il giovane più di talento, più preparato che il Partito Democratico abbia prodotto in questi anni. Non a caso Nicola Zingaretti lo ha voluto nel ristrettissimo team che lo ha seguto in ogni passo della sua scalata alla Segreteria.

Cosa significa ‘lasciare la strada libera‘. Significa che Luca Fantini nasce dalla scuola di De Angelis e Buschini. Ma non può essere etichettato di Pensare Democratico. Un episodio parla per tutto: al Congresso Nazionale in cui venne eletto Matteo Renzi Pensare Democratico sostenne in modo compatto l’uomo venuto da Rignano; Luca Fantini disse No a De Angelis e Buschini e da potentissimo segretario regionale dei Giovani Democratici schierò il movimento giovanile Dem sul nome di Andrea Orlando.

La via per il Congresso

Luca Fantini Foto © Matteo Ernesto Oi

Nella lettera, Buschini e Battisti ricordano che a febbraio 2020 “si è scelto di procedere alla convocazione del Congresso, facendo prima i passaggi necessari per condividere un percorso unitario con Pompeo, Costanzo, Maggiani, Bonaviri“. In pratica, tutte le sensibilità rappresentante nel Pd provinciale.

«La guida autorevole di De Angelis nel dialogo con i suddetti e i territori tutti, ha portato alla presentazione di una candidatura unitaria, quella di Luca Fantini, di una lista unitaria per la composizione dell’assemblea provinciale».

Poi il Covid. Alla fine del lockdown c’è qualcosa di diverso. “Pompeo e Costanzo hanno da subito chiesto di prevedere che per l’elezione dei nuovi organismi dirigenti e del Segretario della Federazione si tenesse conto di alcuni elementi: trasparenza, possibilità di svolgere i congressi in via telematica o in presenza rispettando però le normative di sicurezza Covid a tutela dei nostri iscritti e un dibattito sui temi che riguardano il nostro territorio“.

B&B ricordano che è stata investita della questione la Commissione Congressuale, presieduta da Alessio Gentile che ringraziamo per il lavoro svolto”. Ed il Regolamento viene modificato in modo da tenere conto delle richieste fatte da Pompeo e Costanzo.

Il Patto dimenticato

BUSCHINI E BATTISTI CON ZINGARETTI

Nonostante la continua ricerca della decisione corale, nonostante la disponibilità di tutti a fare diversi passi indietro, nonostante il lavoro pregevole di De Angelis di trovare una soluzione ad ogni problema posto, oggi leggiamo esterrefatti una lettera in cui si tenta di cancellare questo passato recente”.

C’è un accento di orgoglio nel passaggio successivo: “Il Partito di Nicola Zingaretti richiamato da Pompeo e Costanzo fa parte della nostra storia e della nostra cultura”.

Poi il problema concreto. Pompeo e Costanzo chiedono pari dignità. Ma quando bisogna decidere ci si conta con la democrazia dei numeri. È questo che contestano? Il fatto di essere minoranza non gli concede quella ‘pari dignità‘ che avevano chiesto.

Per essere chiari: ‘pari dignità‘ non significa decidiamo a metà. Per essere ancora più chiari: Pompeo e Costanzo portano come esempio quanto accaduto al momento di decidere la linea per le prossime elezioni a Ceccano e Pontecorvo. In entrambi i casi sono rimasti con un pugno di mosche.

Avete fatto tutto da soli

Un punto sul quale la risposta di Buschini & Battisti non è politica ma storica. “Sia a Pontecorvo che Ceccano sono stati i Circoli locali ad autodeterminarsi. A scegliere di candidare Gabriele Tanzi (appartenente all’area politica Pompeo – Costanzo) alle elezioni primarie di Pontecorvo. Ed a Ceccano di sostenere Marco Corsi con una lista civica chiaramente riferibile al nostro Partito”. Se poi nessuno degli altri candidati a Pontecorvo ha accettato di partecipare alle Primarie lasciando Tanzi con un palmo di naso, se a Ceccano resta fuori Giulio Corsi che è l’uomo di riferimento per Pompeo in città come conseguenza di una scelta all’unanimità meno uno, è la democrazia dei numeri.

La stoccata e lo spiraglio

Nicola Zingaretti e Luca Fantini © Matteo Ernesto Oi

La lettera si chiude con una stoccata ed uno spiraglio.

Oggi più che mai questa Federazione ha bisogno di una guida condivisa e pronta a raccogliere la più importante sfida che la nostra generazione abbia mai dovuto affrontare: ricostruire e reinventare un territorio che ha delle grandi potenzialità. Sul quale si stanno facendo importanti investimenti. Che vive anche una stagione nuova attraverso un dibattito importante che sta nascendo su come tenere assieme impresa efficiente e green e valorizzazione e promozione turistica del territorio”.

Vorremmo che ci si concentrasse su questo è non su quisquilie che appartengono ad un modo di operare di un partito che abbiamo fortunatamente archiviato con l’elezione alla Segreteria Nazionale di Nicola Zingaretti”.

Ora toccherà a Luca Fantini iniziare a scendere in campo e riassumere le fila del discorso. Aprendo un canale di mediazione. Dopotutto, il suo nome come Segretario non è in discussione. Fino ad oggi il Segretario designato si è tenuto distante dalla gestione pratica del Partito per rispetto dello Statuto e del reggente che è tuttora in carica.

Ma un fallo invocato contro l’uomo che fino ad oggi ha tenuto le fila del dibattito impone che sia qualcun altro a riannodare i fili. Farlo fare davvero a Nicola Zingaretti o Bruno Astorre sarebbe una sconfitta per i Dirigenti del territorio.

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