Bye bye Francesco: nel Pd nasce una nuova coppia di fatto

La rottura è più profonda di quello che si pensava. Il riavvicinamento è meno reale di quello che appare. La rivoluzione in corso nella casa del Pd è un gioco di ombre che bisogna andare ad interpretare.

A prima vista ci sono il presidente dell’Asi Francesco De Angelis ed il senatore Francesco Scalia che ritrovano il dialogo dopo anni di incomprensioni, nate tra le reciproche accuse di scorrettezze e di mancato rispetto dei patti elettorali. Un dialogo ritrovato in maniera (apparentemente) così concreta da portare i consiglieri Pd eletti con Antonio Pompeo a chiedere di entrare nel gruppo ufficiale del Pd in cui si trovano i consiglieri che avevano sostenuto l’altro candidato presidente della Provincia Enrico Pittiglio con il simbolo del Partito. E sempre in apparenza, ci sono il presidente della Provincia Antonio Pompeo ed il senatore Scalia che litigano fino quasi ad arrivare alle mani, per le linee politiche da adottare nei confronti di Forza Italia dopo che ha scaricato il senatore e fatto gli accordi con De Angelis per le presidenze dell’Asi e del Cosilam.

Ma sono ombre. Soltanto ombre proiettate sul muro della comunicazione. La realtà dei fatti è un’altra. E cioè: il riavvicinamento tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis è solo apparente. In realtà non si parlano. Tra loro non ci sono contatti.

Allora come è stato possibile che si arrivasse ad una ritrovata unità al punto di rinsaldare la frattura e far confluire tutti in un unico gruppo Pd? La verità – a quanto pare – è che il vero protagonista dell’operazione sia stato il segretario provinciale Simone Costanzo. Con mossa e strategia del tutto democristiana avrebbe stabilito un contatto diretto e personale con il democristiano presidente Antonio Pompeo. I due si stimano. Si rispettano. Ed il risultato del dialogo sarebbe stata la riunificazione del gruppo, il superamento della frattura.

Antonio Pompeo ha così compiuto quel passaggio di maturità politica che lo smarca dal suo mentore Francesco Scalia. Che però l’ha presa molto male. Al punto che quando lo ha saputo c’è stato un vero e proprio alterco sfiorando la zuffa: Antonio Pompeo giura che non sia vero, chi ha assistito assicura il contrario, chi vuole smorzare i toni spiega che i due sono amici dall’infanzia e quando c’è un rapporto così fraterno ci si può permettere anche di alzare la voce in quel modo. E per dimostrarlo dice che tutto è avvenuto proprio nel giorno del compleanno del Presidente, al quale il senatore aveva portato anche i pasticcini.

Sta di fatto che nella discussione pare si sia inserito anche Marco Di Torrice, fedelissimo di Scalia ma più convinto della dottrina Pompeo.

A questo punto, fermiamo l’analisi. Fissiamo il fotogramma che resta proiettato sul muro. E poniamoci una domanda: ma siamo al declino della diarchia Scalia – De Angelis ed all’alba di un nuovo asse Pompeo – Costanzo?

Solo il tempo potrà dirlo.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright