Quello spot senza par condicio: i crampi alla pancia non sono solo delle signore (di R. Cacciami)

Il nuovo spot che reclamizza un farmaco per i crampi che assalgono le signore. Irriguardoso, offensivo, indelicato. Senza par condicio: perché ci sono problemi gastrici che colpiscono pure i maschietti. La stilettata di Rita Cacciami che rende giustizia alle donne

Rita Cacciami

Vice direttore L'Inchiesta Quotidiano

Cosa potrebbe essere più lesivo per una donna? Verificare al cambio stagione di aver detto addio alla taglia 44 o scoprire che il tanto amato “solitario” non sarà un prezioso anello in dono ma uno stile di vita per gli anni a venire? Niente di tutto ciò. O almeno, non solo.

A dare il colpo di grazia all’autostima femminile è la pubblicità televisiva. Che, riproposta solo in audio anche sulle radio, crea un mix micidiale. Tanto da indurre a crisi di pianto che solo apparentemente appaiono immotivate. O a scatenare una rabbia incontrollabile che si traduce in sgassate al semaforo e strombazzate di clacson senza contenimento alcuno.

 

Spieghiamo meglio.

A demolire la dignità rosa ci pensa con solerzia e ostinazione un certo approccio di agenzie di advertising che salva l’uomo e getta alle ortiche la donna. Sempre. Ridicolizzandola vieppiù, cosa che non fa mai male all’audience.

Non è che sia roba moderna, le gag di questo tipo hanno sempre avuto facile presa. Anche tra donne, ovviamente. Quelle che trovano un gusto sadico a deridere le copie conformi di sé, senza pensare che alla prima occasione saranno felicemente ricambiate.

Vi svelo un segreto: noi donzelle sappiamo cavalcare una moto, parcheggiare un’auto di grossa cilindrata, correre a perdifiato su una spiaggia. Senza immaginare che di lì a poco apparirà il principe azzurro su un cavallo bianco.

 

Cari uomini, avete ancora molto da imparare. Siete arrivati a frotte nei nostri centri estetici, li avete presi d’assalto. Ma avete dimenticato che le cabine non hanno tetto: le vostre urla belluine al primo strappo del vello estirpato con la cera vi toglie appeal.

Ma voi vi vendicate subito. Sghignazzando al primo spot mandato in onda all’ora di cena. Sì, proprio quello che non solo toglie l’appetito, ma fa venir voglia di chiamare il primo studio legale e definire, nero su bianco, una bella querela per diffamazione.

E scusate, ma qui non si tratta di essere permalosi oltre ogni limite. In ballo c’è l’amor proprio.

Essere derise davanti a milionate di persone di tutte le età, le religioni, le culture…per cosa, poi? Per pubblicizzare un farmaco da banco. Contro i problemi gastrointestinali.

Che già sono fastidiosi da soli, figuriamoci se il convivente (con fare sadico oltre che melliflluo) ci mette il carico da 11 dicendo che no, cara, non avevi solo dolori addominali. Ma anche diarrea. Precisiamo, su. Eri messa proprio male. E giù una caterva di termini per descrivere tutti quei fastidiosissimi disturbi, contestualmente guardando con occhio fermo e fisso la telecamera. A quel rottame che è la comparsa di lato, una bella dose di sdegno. Ma guarda con chi me la faccio, insomma. Con una che non la trattiene. La bile, direi io.

 

A tutto c’è un limite, signori. Adesso basta. Da quel che mi risulta, i crampi addominali sono tanto di sinistra che di destra. E non hanno sesso.

Allora, di grazia, voglio la par condicio. Anzi, no. Io un soliloquio così arrogante, insensibile e spocchioso nei confronti delle debolezze altrui lo rigetto proprio. Giusto per restare in tema di disordini organici.

Se poi si dovesse scoprire che l’insana idea dello spot porta la firma di una donna…trattenetemi.

Dal disordine passeremmo al caos gastrico. E non solo.

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