Cacciari: «Le Primarie? Un casino. I candidati? Tranne Zingaretti sempre ko al voto»

Massimo Cacciari, a margine della presentazione del libro di Achille Occhetto, rinfaccia al Pd tutti i suoi limiti, nei quali si è avvitati e che rischiano di affondarlo. Le primarie? Una perdita di tempo. I candidati? Degli sconfitti. Tranne Zingaretti che ha detto da subito chi era

«Capi di niente perché, com’è noto, se si toglie Nicola Zingaretti, tutti gli altri, cosiddetti dirigenti del Partito Democratico, sono stati fottuti elettoralmente perfino in famiglia».

Massimo Cacciari è corrosivo, al vetriolo. Se gli domandi un’opinione rischi di ritrovarti con un’ustione sul taccuino. Così è accaduto, a margine della presentazione del libro ‘La lunga eclissi‘ di Achille Occhetto a Milano: quando all’ex sindaco di Venezia è stato domandato un parere sulle Primarie del Pd.

«Che congresso è? Ancora non si è capito che il congresso non è le primarie: c’è una differenza sostanziale. Le primarie servono solo a far casino se si tratta di stabilire il segretario del Partito». Senza mezzi giri di parole, senza nascondersi: bruciante. Le primarie Pd per Cacciari sono una solenne perdita di tempo.

I numeri sembrano dargli ragione. Schierando tanti big contro Nicola Zingaretti si punta ad impedirgli di arrivare a superare lo scoglio del 50% che gli consegnerebbe il Pd. (leggi qui Pd, in campo anche Martina. Area Zingaretti teme il ‘biscotto’: “No ad accordicchi”).

Per il professore di Filosofia, nel Pd «Si sono incartati bellamente così il segretario alla fine verrà fuori da un pasticcio, da un compromesso a livello di direzione».

Torna l’eterno tema delle Correnti. Nel Pci le vietarono, in molte delle declinazioni successive non erano ammesse. La realtà è che sono parte essenziale della Politica. Vinceranno le correnti? «E’ ovvio perché, non essendoci nessuno e non avendo stabilito neanche la regola per cui devono competere due, è evidente che si arriverà probabilmente a una situazione di stallo, che verrà risolta a livello di compromesso tra capibastone».

È qui che Massimo Cacciari lascia partire la prima goccia di vetriolo, «Capi di niente perché, com’è noto, se si toglie Zingaretti, tutti gli altri, cosiddetti dirigenti del Partito democratico, sono stati fottuti elettoralmente perfino in famiglia».

L’ipotesi di un’alleanza in Assemblea Nazionale tra il secondo ed il terzo per scavalcare il primo arrivato alle Primarie, per Cacciari sarebbe un assurdo. Per questo un ‘armistizio’ per far vincere comunque chi arriva primo «sarebbe comunque, a questo punto, una soluzione saggia onde evitare ulteriori strascichi. Ma, siccome di saggio non è stato fatto nulla da dieci anni a questa parte, dubito che ciò avvenga».

Nicola Zingaretti, nella visione di Massimo Cacciari è «l’unico che ha sempre detto la sua, che si è sempre schierato in modo chiaro e netto contro la direzione di Renzi, che ha vinto dove è stato candidato e, quindi, penso che sarebbe stato saggio per tutti quelli che affermavano di volere una linea di discontinuità rispetto a Renzi appoggiare Zingaretti».

Inutile chiedere se alle Primarie l’ex sindaco di Venezia sosterrà il Governatore del Lazio. «Nemmeno lui è stato in grado di cambiare la rotta e la linea di questo Partito mai nato. Quindi, non dico per chi voto».