«Cacciate dal M5S l’eretico Bellincampi»

Foto: © ROBERTO VETTESE, TELEUNIVERSO SRL

Il consigliere comunale di Frosinone Bellincampi minacciato di deferimento ai Probiviri per essere andato a votare alle Provinciali. Il dibattito interno sul futuro. Le posizioni di Fioramonti. Ed il Partito di domani.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il Movimento 5 Stelle ha chiesto la testa del suo ex candidato sindaco di Frosinone: Christian Bellincampi. A sollecitarne l’espulsione dal Partito è stata l’onorevole Enrica Segneri, deputata eletta nel collegio proporzionale del capoluogo. O almeno questo è quanto emerso nel corso di una accesa discussione interna al meetUp di Frosinone. È una scomunica che vale doppio: stavano l’uno accanto all’altra quando le 5 stelle di Beppe Grillo non avevano ancora iniziato a brillare in provincia di Frosinone, insieme hanno contribuito ad accenderle ed a far radicare il Movimento.

La deputata ha chiesto la testa del suo ex amico contestandogli di essere andato a votare alle scorse elezioni Provinciali. Lo ha rivelato lo stesso consigliere comunale di Frosinone intervenendo giovedì sera alla trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso

«Sì, diciamo che è andata così. – Ha affermato Bellincampi – Il fatto che però Enrica Segneri voglia cacciarmi la voglio considerare una boutade. C’è stato uno scontro dopo che sono andato a votare alle Provinciali, ma quello è un diritto costituzionale, soprattutto dal momento che i cittadini in quelle elezioni non possono votare. Se poi vogliono portarmi davanti ai probiviri lo facciano pure, io parlo con tutti: riesco a parlare con Alessio Porcu, figuriamoci se ho paura a parlare con loro».

È solo una battaglia della guerra interna che è in atto da mesi nel Movimento 5 Stelle in Provincia di Frosinone. Dove in molti contestano ai tre deputati eletti a Montecitorio di essere spariti subito dopo avere conquistato lo scranno alla Camera.

Ad esasperare la situazione è la serie di radicali trasformazioni decise da Luigi Di Maio. Definite dopo il Ko alle scorse Regionali. Vuole un segretario provinciale, una direzione politica, una segreteria: insomma trasformare il M5S in un Partito.

Una discussione che sta lacerando il M5S: tante le proposte portate nella discussione iniziata on line alle ore 19 di giovedì sera e proseguita fino a notte.

«L’assemblea provinciale è ancora in corso – ha detto Bellincampi intorno alle 21:40 – si sta cercando di sintetizzare una proposta per l’organizzazione interna. È qualcosa che auspicavamo da tanto tempo, io e tanti amministratori locali. Le posizioni sono molteplici per l’organizzazione sul territorio: il nostro è un movimento che non prevedeva corpi intermedi, c’era Beppe Grillo e non c’era bisogno di altro. Ora siamo al governo ed abbiamo vinto nelle grandi città, le difficoltà si sono acuite soprattutto nei piccoli centri. Ci saranno dei cambiamenti, è un evoluzione naturale, il Movimento ora è un Partito».

Il problema non è tanto il cambiamento. Ma la paura di assistere ad una mutazione genetica del Movimento 5 Stelle. Il primo a lanciare il sasso nello stagno è stato un paio di giorni fa il consigliere comunale di Anagni a 5 Stelle Fernando Fioramonti. Che ha messo a nudo i limiti del MoVimento con una frase: “Molti hanno scambiato il principio ‘Uno vale uno’ con ‘Uno vale l’altro’ “. (leggi qui L’autocritica di Fioramonti: «Caos e disorganizzazione nel M5S, torniamo alle origini»). In trasmissione Christian Bellincampi lo cita due volte e dice: «La sua preoccupazione è la m ia ed è quella di molti di noi: chiediamo in MoVimento che mantenga la genuinità delle origini. Ed eviti ogni deriva che potrebbe renderci esattamente ciò che abbiamo criticato agli altri».

E poi il Consigliere ha parlato dell’esperienza di governo e di come i problemi siano evidenti nel rapporto con la Lega. La colpa del Governo Lega – M5S per Bellincampi è anche colpa del Pd. «Il contratto di governo crea malumori e grattacapi ai nostri vertici, ma era una necessità: soprattutto perché il Pd si è tirato indietro».

A riportare tutti con i piedi per terra è una domanda che arriva dal pubblico. Cruda e micidiale come solo i dilemmi della base sanno essere. Contesta al M5S di essere sparito dai Comuni, di perdere così la credibilità in una rivoluzione che doveva essere totale.

«È vero, stiamo perdendo credibilità, sono state fatte scelte sbagliate. In tanti Comuni non sono state fatte le liste. In provincia di Frosinone andiamo alle elezioni con il nostro simbolo solo in tre Comuni e questo non va bene. Soprattutto perché in nessuno di questi tre centri siamo riusciti a schierare una lista completa: proiettiamo un’immagine di realtà rimediata. Invece non è così».

Sul meetUp il dibattito intanto si infiamma. C’è chi non vuole in alcun modo che uno dei tre deputati eletti in provincia di Frosinone possa diventare il segretario provinciale del Partito. Gli contestano di essere spariti dopo l’elezione a Montecitorio. Christian Bellincampi nega. «Non so dove abbiate preso queste informazioni». Però un’indicazione la fornisce: «Io so che nelle scorse elezioni comunali di Frosinone ho avuto l’esperienza di conoscere il coordinatore della nostra campagna elettorale: Aniello Prisco. Ecco, se dovessi fornire un nome sul quale riflettere proporrei il suo».

Il discorso in studio finisce sulla richiesta di edificare una moschea a Frosinone. Il coordinatore cittadino della Lega Mimmo Fagiolo tenta di coinvolgere il consigliere Bellincampi. Che non abbocca. Lascia che la Lega si scanni al suo interno, regolando i conti tra Fagiolo ed il sindaco Nicola Ottaviani.

Si limita a farne una questione di regole. «Il Movimento Cinque Stelle rispetta la Costituzione e la libertà di culto. Frosinone ha una moschea ed oggi è in un sottoscala, un luogo inadeguato. Sulla nuova zona ci sono delle perplessità, ma non sulla Moschea in sé, bensì su tutta una serie di problematiche tecnico amministrative. Tutti devono rispettare le regole. Anche i Cristiano Evangelici hanno presentato un progetto, hanno fatto richiesta di aree per poter edificare, aree adeguate per costruire. Quindi se ne occuperanno i tecnici come è giusto che sia».

E quello di domani che Movimento sarà?

«Il Movimento di domani deve guardare a ieri. Deve guardare agli inizi e ai principi che lo hanno fatto nascere e crescere. Poi ci sono delle evoluzioni dettate dalle contingenze locali e nazionali. Noi siamo nati per capovolgere la piramide, lo abbiamo fatto ed ora dobbiamo capovolgerla di nuovo per poter tornare alle nostre origini».

Nessuno al momento sa se l’onorevole Enrica Segneri abbia davvero deferito ai Probiviri il consigliere Christian Bellincampi. O se sia stata solo una boutade, al culmine di una discussione politica accesa. Ma un dato è certo: il moVimento non può fare a meno di quelli come lui e del presidente della Camera Roberto Fico. Perché sono l’unica zattera alla quale aggrapparsi se dovesse affondare il modello Di Maio.

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