Calandrini: «Per vincere devi saper perdere»

Oggi è presidente della commissione Bilancio al Senato. Guida Fratelli d'Italia da quando era a percentuali da prefisso telefonico. Pochi sanno che la sua scalata al vertice nasce da una sconfitta. Ora dice: "Per vincere devi saper perdere. Per il Lazio e Latina sceglieremo semplicemente i migliori"

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

È da pochi giorni presidente della commissione Bilancio del Senato. È al secondo mandato a Palazzo Madama ed è coordinatore provinciale pontino di Fratelli d’Italia. Nicola Calandrini è di quelli ‘arrivati dopo‘ cioè con il cambio di passo imposto da Giorgia Meloni che ha allargato il Partito facendo piazza pulita di orpelli e nostalgie. E rendendolo una forza da Destra di Governo. Viene dai ranghi di Forza Italia: ne ha portato per anni la bandiera in Consiglio comunale a Latina. Fino a diventare Presidente del consiglio comunale.

Dietro ai successi c’è la somma delle esperienze. Che passano anche per la sconfitta. Come quella rimediata quando è stato candidato sindaco nel 2016: battuto al ballottaggio dal progressista civico Damiano Coletta.

La Commissione Bilancio del Senato è il posto dove devono passare tutte le Leggi per vedere se ci sono i soldi per realizzarle. Un po’ come le Forche Caudine. perché hanno affidato proprio a lei il controllo di quel vallo?
Nicola Calandrini in Commissione Bilancio

Beh, quando il Partito, solo alcuni giorni, fa mi ha chiesto di presiedere la Commissione Speciale (quella che svolge le attività di tutte le commissioni in attesa della loro definizione) mi sono sentito investito di una forte responsabilità. Ho percepito che c’era un riconoscimento positivo del mio lavoro nel Partito e nella scorsa legislatura in Senato. In politica sei sempre sotto verifica, c’è sempre il rischio di sbagliare. Ringrazio i colleghi e Giorgia Meloni della fiducia che mi hanno accordato. E quando parlo di colleghi intendo tutti quelli del centrodestra che mi hanno votato e anche gli altri in ragione di un ruolo istituzionale che assumo. Sono stato membro di questa commissione dall’opposizione ed ho preteso per me il rispetto che ora debbo rendere da presidente.

Cosa significa per il Lazio meridionale questa presidenza?

Prima di tutto che noi, come Fratelli d’Italia, e più in generale come centrodestra stiamo non solo cambiando la politica italiana e locale. È un fatto di portata storica un governo a guida “conservatrice” in Italia. Ma stiamo anche formando una classe dirigente capace di dare gambe a questa nuova politica. Il Lazio e la destra del Lazio sta giocando in serie A e sta facendo anche vedere un bel gioco.

Ma lei non è mica nuovissimo, solo nel 2016 veniva battuto da Damiano Coletta nella corsa al sindaco di Latina

Infatti, nel 2016 noi di Fratelli d’Italia ed io stesso ci siamo fatti carico di una battaglia impossibile per Latina. C’erano stati risvolti giudiziari, la destra era divisa. Ma noi non siamo usi ad abbandonare il campo se lo scontro è difficile. Abbiamo perso e forse proprio quella sconfitta è stata la ragione dei risultati di oggi.

Cosa vuol dire perdere per vincere, un paradosso
Nicola Calandrini

Dopo la sconfitta serviva perseveranza, serviva coraggio. Noi abbiamo aumentato il lavoro di apertura di sezioni, di attività politica tra la gente. Abbiamo cercato di ricucire un filo che rischiava di spezzarsi con la nostra gente. Rivendico la sconfitta del 2016, per poter rivendicare i risultati di oggi. Latina e il Lazio meridionale sono una delle realtà sociali ed economiche più importanti del Paese, più dinamiche, più innovative cercheremo di fare di queste caratteristiche opportunità per i nostri giovani. Farò il presidente della commissione con tutto la mia energia, ma sempre dentro la mia comunità. Io sono arrivato qui ma non con l’io, ma con una comunità che ci ha creduto.

Del resto ha vinto perché ha perso

Certo, noi non usiamo metterci maschere. Siamo quello che lei ci vede. Siamo partiti, un gruppo di amici, da una panchina a Latina scalo davanti ad un’edicola a commentare i fatti della città. Ora determiniamo i fatti di questo Paese, mi consente di essere orgoglioso. Quando abbiamo perso abbiamo incassato e rivendicato, ora mi onoro della vittoria e ringrazio la mia comunità per il suo sostegno.

Si vota in Regione e a Latina, a stretto giro. Manca il candidato. (leggi qui: Regionali, il centrodestra scopre di non avere il candidato)

So bene che quando si parla di competizioni future ciascuno degli alleati rivendica posizioni e diritti. Certo io posso dire che il mio Partito, Fratelli d’Italia, è quello di gran lunga con più consenso, sia nel Lazio sia nelle città dove si voterà in primavera. Ricordiamo che oltre Latina ci sono Terracina e Aprilia per restare in provincia di Latina. Ma questo non ci esclude dall’esprimere nostre candidature ma neanche ci fornisce delle rendite. Si scelgono i candidati migliori, quelli che hanno più possibilità di vincere, poi si passa ad altre valutazioni. Noi di Fratelli d’Italia, l’ho premesso all’inizio di questa conversazione, abbiamo una classe dirigente non seconda a nessuno

Forza Italia con Claudio Fazzone presidente della commissione del senato sulla Transizione Ecologica, Claudio Durigon della Lega sottosegretario di Stato. Insomma i pontini spopolano, ma non è anche aria di “concorrenza” con continue prove di forza, anche in ragione delle scelte per Comunali e Lazio? (leggi qui: Senatori, en plein di cariche tra gaffe e ripensamenti).

Non mi sento in competizione, non è che siamo in un derby di calcio dove vale lo scudetto in assoluto, ma anche il risultato con la squadra della medesima casa. Credo che ciascuno deve fare al meglio la propria parte, per il bene di un territorio che ha da rivendicare molto. Il resto sono beghe che forse servono al gossip. Io la politica la faccio per la mia comunità, con concretezza, senza urlare, senza prepotenze. Io conto sulle mie ragioni e questo modo di fare ha destato l’attenzione verso il mio lavoro con la nomina a presidente della commissione Bilancio

Latina e Lazio a Fratelli d’Italia?

Ai conservatori, a un presidente della Regione e a un sindaco semplicemente bravi, bravi e capaci di tornare alla politica, ai Partiti. Giorgia Meloni presidente del Consiglio questo segna, il ritorno alla politica. Su chi dovrà essere il candidato ci stiamo ragionando, senza prenotazioni.