I Calcagni di ferro del Pd

Bombastica intervista alla dirigente provinciale Dem. Che ne ha per tutti. Lega e M5S? Hanno vinto a Frosinone, gli elettori ringrazino per i mutui della casa che da lunedì aumentano. Il Partito? Evanescente, impegnato a guardarsi l'ombelico. I dirigenti? Buoni a fumare pessimi Toscani

Il primo vero assalto frontale alla Lega ed al Movimento 5 Stelle che hanno vinto le elezioni a Frosinone non lo lancia Forza Italia. Nonostante sia stata scippata dei voti con i quali ha eletto l’alleato Francesco Zicchieri a Montecitorio sacrificando uno dei suoi iscritti come Adriano Piacentini o Alessandra Mandarelli.

L’apertura delle ostilità  parte da sinistra. Dalle macerie renziane di un Pd sempre più assente dal dibattito. Evanescente fino all’impalpabilità. Dal buio parte un acuto. «Spero che gli elettori di Frosinone si rendano conto di avere votato due forze politiche grazie alle quali da lunedì mattina la rata per il loro mutuo di casa tornerà ad aumentare. Dallo stesso giorno, le piccole e medie imprese o le partite iva che avranno bisogno di liquidità dovranno pagarla di più. Il primo risultato centrato da Movimento 5 Stelle e Lega è l’aumento dello spread: è tornato ai livelli del 2013, cioè a prima che Matteo Renzi entrasse a palazzo Chigi».

Valentina Calcagni è caduta e si è rialzata. La dirigente provinciale Dem nei giorni scorsi era stata coinvolta in un brutto incidente stradale a Roma.  Con le ossa ancora doloranti per le microfratture, l’allieva di Francesco Scalia ha ripreso a frequentare il Nazzareno. E si è stancata del silenzio del Pd.

«Mi sono saziata del masochismo politico dal quale il mio Partito non sembra avere alcuna intenzione di curarsi. Sembra uno di quei pazienti che trovano soddisfazione nel trascorrere ore sul lettino dello psicoterapeuta, parlando a vuoto, senza avere alcuna vera intenzione di curarsi. Qui bisogna mettere gli elettori di fronte alle loro responsabilità: a Frosinone hanno eletto quattro deputati Francesco Zicchieri (Lega), Luca Frusone, Ilaria Fontana e Enrica Segneri (M5S). Una forza impressionante. Il risultato è che ci riportano i mutui e lo spread al 2013. In solo tre mesi si sono mangiati tutto ciò che Renzi ha accumulato poco alla volta in tre anni».

 

Non pensa che la prima a dover riflettere dovrebbe essere lei? Il Pd ancora non ha fatto l’analisi della sconfitta.

Io ho riflettuto. Una parte del Pd lo ha fatto. Una parte sta comodamente seduta sperando  nel crollo definitivo. Se sono uscita dall’assemblea nazionale schifata, entro in federazione a Frosinone avvilita incazzata e amareggiata

 

Cosa la amareggia?

Il silenzio nel quale il Pd si sta distruggendo. Ci siamo isolati dal dibattito politico. Sembra che l’unico dibattito ora sia quello tra Lega e Forza Italia. Il Movimento 5 Stelle aspetta alla finestra. E noi? Nulla abbiamo da dire a questi signori che hanno vinto le elezioni a Frosinone. Nulla abbiamo da dire agli elettori per spiegargli che forse hanno sbagliato ad affidare loro la propria fiducia? In Federazione a Frosinone le stanze sono chiuse e piene di polvere. Con scatoloni ammucchiati pieni di volantini che in pochi abbiamo consegnato tra le mani degli elettori: ci sono ancora quelli del referendum. E questo perché i dirigenti, i militanti, sono quelli (a parole) sempre laboriosi e tra la gente.

 

Tanto fumo e poco arrosto politico?

Tanto fumo di sigaro. Perché a Frosinone il “Toscano” lo fumano! Anche di pessima qualità, mica l’Antica Riserva. Siamo una Provincia di 493.605 abitanti, con dieci Comuni che vanno al voto e l’argomento accattivante è “quale pena infliggere dopo la condanna a Matteo Renzi, quando se ne va Matteo Renzi e ci lascia in pace a discutere di cose di sinistra!

 

E molto silenzio…

Non è solo silenzio quello del Pd locale ma è parlarsi addosso per ri-legittimarsi tutti! Vedi l’assurdo teatrino che sta contrapponendo Simone Costanzo a Domenico Alfieri, Nazzareno Pilozzi e Lucio Fiordalisio. Ho più volte tentato di mettere al centro della discussione la necessità di fare opposizione a forze pericolose. Detesto dover dire ‘avevo ragione’ perché è l’ammissione di non essere stata capace a farmi capire dai miei interlocutori. Però i fatti parlano chiaro: nessuna opposizione, campo interamente in mano a forze che stanno già determinando ondate di vendite da parte degli investitori internazionali. Nemmeno l’interesse per le imminenti amministrative ha scosso l’attenzione, tanto il simbolo Pd è assente così da poter appoggiare più candidati sindaci per ciascun Comune! Alla fine un vincitore ci sarà! E tutti canteranno vittoria. Ma la vittoria senza simbolo Pd è una sconfitta.

 

Scalia ha lasciato la scena, si sente sola?

Il senatore Francesco Scalia almeno ha avuto il coraggio di dare l’esempio fino alla fine: questo è il momento del rinnovamento. È il momento di cambiare passo, cambiare approccio, cambiare metodo e anche cambiare persone, A Frosinone nel Pd c’è gente asserragliata nel bunker, terrorizzata dall’idea di dover tornare comuni cittadini. Sanno che da quel momento ben pochi continueranno a salutarli, incontrandoli per strada. Perché nulla hanno fatto per ottenere la riconoscenza degli elettori Pd. Si, mi sento sola per alcuni aspetti, so di non esserlo perché c’è ancora un Partito.

 

Salvini prese in mano la Lega nel momento dello scandalo dei diamanti e usò come simbolo una scopa

Io vorrei il lanciafiamme. Quello che non ha usato Matteo! Il Pd è un accrocco protonovecentesco che andava rinovato nella struttura, avendo Renzi conquistato comunicazione e leadership… Mancava il terzo elemento di un partito moderno il ‘Come’ fare ‘Cosa’. A Frosinone hanno trovato la soluzione: fare nulla.

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