Il messaggio di Calenda ai suoi successori Lega-M5S

Il ministro dello Sviluppo Economico sceglie la provincia di Frosinone per il suo ultimo giro nelle industrie. È un segnale ai suoi successori. «Qui c'è la strada per salvare il Paese». Economia circolare e Green Economy. I salvataggi Saxa Gres e ex Ideal Standard come modello. Il programma Lega-M5S? «Follie inapplicabili, queste fabbriche attrirano capitali stranieri e vendono in tutta la Ue»

L’ultimo giro da ministro all’interno delle Industrie Carlo Calenda ha scelto di farlo in provincia di Frosinone. È stato un modo per mandare un segnale a chi prenderà il suo posto. E che tra qualche giorno dovrà evitare la chiusura di fabbriche, pilotarne il salvataggio, garantirne i lavoratori, attrarre investimenti dall’estero.

Non è stato un caso che per uscire dalla scena il ministro abbia scelto le due capitali del miracolo industriale ciociaro, il simbolo della rinascita, il primo esempio di economia circolare applicata alla Green economy: la ex Marazzi di Anagni, oggi Saxa Gres e la ex Ideal Standard di Roccasecca, oggi Saxa Grestone. Un modo per dire, a chi verrà dopo, che il futuro sta lì: sul recupero dei materiali inutilizzati e la loro trasformazione in materia prima.

I due progetti di salvataggio hanno tenuto in piedi fabbriche che sono pezzi della storia industriale locale. Ci si è riusciti grazie al progetto di un imprenditore come Francesco Borgomeo ed alle finanze messe sul piatto per la maggior parte da soci finanziatori stranieri.

 

Le follie inapplicabili di Lega – M5S

Ma gli stranieri ora sono preoccupati: la bozza di programma del nuovo Governo parla di un Euro da rivedere e di una Unione Europea dalla quale poter uscire. I fondi internazionali hanno deciso di aspettare prima di continuare ad investire in Italia come fatto da alcuni di loro per Saxa Gres e Grestone.

«Quella bozza – ha detto oggi il ministro Carlo Calenda – non ha niente a che vedere con quello che c’è oggi qua. Qui ad Anagni ed a Roccasecca c’è l’Italia che lavora e produce. È l’unico modo con cui rimettere in piedi il Paese. Slogan sulle tasse, scorciatoie sui debiti che dobbiamo pagare, l’idea di andare fuori dalla Ue sono follie che troveranno nessuna applicazione. Qui ad Anagni c’e una fabbrica che vende in Germania una parte fortissima del suo prodotto. A Roccasecca ce n’è un’altra che tra poco venderà i suoi sanpietrini a tutti i paesi della Ue: non mi sembra conveniente uscire da questo circuito».

 

In mattinata era stato ancora più corrosivo. Mentre era sulla Giulietta nera che lo accompagnava ad Anagni, il ministro affidava a Twitter la sua convinzione a proposito del ‘contratto’ di Governo tra Lega e M5S

“Siamo sotto la soglia dell’analfabetismo funzionale. Il MES Cina non e’ un trattato! Lo status di economia di mercato alla Cina è già stato respinto grazie al lavoro del governo Renzi. Qui non si tratta di conoscere l’Europa o il commercio internazionale, basta leggere i giornali”.

 

E le follie del Lazio

A proposito di follie, gli investitori inglesi di Flexagon Limited di Londra – presenti ad Anagni – hanno chiesto al ministro Carlo Calenda rassicurazioni sulle autorizzazioni. Quelle definitive che devono sostituire le provvisorie rilasciate ormai da tre anni.

Agli inglesi la burocrazia laziale appare come una follia. Perché investono in operazioni analoghe anche in altre parti d’Italia ma lì non devono aspettare tre anni.

E gli sembra ancora più folle il fatto che un’altra fetta di burocrazia, quella in servizio nella provincia di Frosinone, reclami le autorizzazioni definitive. Come se toccasse alle aziende rilasciarsele.

«Il presidente Nicola Zingaretti era con noi quando abbiamo firmato l’accordo per Roccasecca – ricorda il ministro Calenda –  gli investitori ci hanno chiesto una sola cosa: tempi normali per la definizione delle pratiche. Sono certo che si ricorderà di quell’impegno».

Non è un caso che nei giorni scorsi il prefetto Emilia Zarrilli fosse intervenuta sul tema denunciando i ritardi della burocrazia «Che si vedono solo in questa parte d’Italia» (leggi qui Il macigno del prefetto: «Mai vista una burocrazia lenta come in Ciociaria»)

 

La scossa politica

A proposito di Nicola Zingaretti e del Partito Democratico, in mattinata Carlo Calenda aveva toccato anche quel tema.

Lo aveva fatto intervenendo con un’intervista rilasciata a Il Foglio. Con la quale ha provato a scuotere il Pd dal torpore. «Il Pd dovrebbe immediatamente smetterla di parlare di renziani e antirenziani” ha detto Calenda, «esterrefatto e molto preoccupato» dalla deriva Dem.

«Dovremmo cancellare l’assemblea, dovremmo evitare altri dibattiti ombelicali, e organizzare subito una mobilitazione delle forze sociali del Paese per difendere la collocazione europea dell’Italia. Qui siamo oltre la differenza tra programmi politici. Lega e Cinque stelle – denuncia il ministro neoiscritto al Pd – sono usciti allo scoperto con un programma che nega alla radice la collocazione internazionale dell’Italia, un progetto che stravolge il funzionamento delle istituzioni democratiche. Stiamo parlando della storia e dei valori del nostro paese».