Caligiore, i congiurati e Ruspandini: vincerà uno solo

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Il sindaco di Ceccano prova a ribaltare la situazione. E disinnescare la mozione di sfiducia firmata contro di lui da 9 consiglieri. Questa sera alle 21 vertice con il senatore Ruspandini. E con ciò che resta della maggioranza. Le posizioni nel centrosinistra.

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

Roberto Caligiore è ancora convinto di poter ribaltare la situazione e di superare indenne la mozione di sfiducia che verrà presto discussa e votato in consiglio comunale a Ceccano. Eppure la richiesta di affrontare la discussione per mandare a casa il sindaco è firmata da 9 consiglieri comunali, la maggioranza. (leggi qui Caligiore è finita: nove firme e tutti a casa)

Il sindaco Roberto Caligiore

Ad oggi però non ci sono elementi concreti che autorizzino a pensare ad un ritiro della mozione. Questa sera alle 21 ci sarà la riunione di Caligiore con tutta la maggioranza. O meglio, con ciò che ne resta. Ci sarà anche il senatore Massimo Ruspandini. E l’ex alfiere di Forza Italia Riccardo Del Brocco.

Roberto Caligiore si è giocato le carte nell’unico modo possibile. Ha fatto sentire molta pressione alla maggioranza e perfino al senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia, ex vicesindaco e padre padrone della maggioranza di centrodestra.

Roberto Caligiore e Massimo Ruspandini

Il senatore Massimo Ruspandini non può permettersi di mandarlo a casa, dopo averlo scelto e fatto eleggere. Come lo spiegherebbe ai vertici di Fratelli d’Italia? La macchina però si è messa in moto e alla fine ci saranno vincitori e vinti. Caligiore e Ruspandini non potranno stare dalla stessa parte. Neppure se alla fine si ritroveranno insieme.

Il fronte del centrosinistra

Anche il fronte del centrosinistra è diviso. Ma non è una novità: Ceccano è stata una delle città in provincia di Frosinone con ben due sezioni del Partito Comunista, fu l’unica soluzione per tenere tutti sotto la stessa bandiera.

Una parte dei fuoriusciti dal Partito Democratico è disposta ad andare con il presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi che ha voltato le spalle al sindaco passando all’opposizione ed innescando così la valanga culminata con la mozione di sfiducia. (leggi qui  La rappresaglia di Caligiore dopo il golpe fallito).

Guardano ad un’alleanza ampia ed allargata, figure come Giulio Conti da un lato e dall’altro Katia Liburdi e Pietro Masi. I due gruppi non sono in sintonia. Ma hanno come comune denominatore una visione di allargamento sull’onda zingarettiana e sul modello applicato in Umbria. Il loro perimetro però è quello dell’esclusione di una candidatura di Corsi a sindaco.

Giulio Conti

A questa visione si contrappone un’idea di centrosinistra classico: sono più orientati su questa direzione l’ex sindaco Dem Maurizio Cerroni e l’area dell’ex sindaco Socialista Antonio Ciotoli.

Non ha ancora deciso invece l’ex sindaco Manuela Maliziola: in bilico tra l’opzione Corsi e quella del centrosinistra rivisitato dalla Piattaforma Civica superando così la formula classica che la sfiduciò quando era al timone dell’amministrazione cittadina.

C’è poi la posizione di Emanuela Piroli ex commissario e poi Segretario del circolo Pd di Ceccano. Potrebbe essere proprio lei la candidata a sindaco della Piattaforma Civica, puntando a raccogliere adesioni da entrambi i fronti, puntando sulle aree geografiche Cantinella, Colle San Paolo e Cese.

La vera novità che sta prendendo forma è però l’ipotesi di una candidatura di Marco Corsi a sindaco, del tutto al di fuori delle Segreterie di Partito. Frosinone – così come sta facendo sul caso Cosilam a Cassino – si sta tenendo alla larga, lasciando che siano i territori a governare i processi delle alleanze e degli accordi.

Fanno già abbastanza danno da soli, senza che ci mettano mano altri da fuori. E talvolta trovano pure la soluzione.

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