Cambiare il Pd per sintonizzarlo sulla nuova società (di E. Mazzocchi)

Il Pd in cerca di se stesso. Dopo la Direzione Provinciale: la necessità di un cambio di rotta e di gruppo dirigente. Il gioco ad incastri che non funziona senza un Partito impegnato. L'analisi di Mazzocchi

di Ermisio MAZZOCCHI

Dirigente Provinciale Pd

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Molti commentatori hanno messo in evidenza il momento critico che attraversa il PD, anche nella provincia di Frosinone. Credo che alcuni aspetti, da loro non colti pienamente, vadano ripresi e approfonditi.

 

Cambiare Direzione

La Direzione provinciale del PD dell’8 agosto, avvenuta per insistenti sollecitazioni giunte da più parti, ha di fatto preso atto della necessità di un cambio di rotta nel governo del PD per evitare l’immobilismo e l’isolamento politico.

Un obiettivo che richiede un governo del Partito in grado di rilanciare le sfide sul territorio nei confronti del centrodestra e su i temi sociali. Ed è stato evidente, in quella occasione, che questo è mancato e che occorre rimettere il Partito nelle condizioni di avere una direzione adeguata alle nuove esigenze e alle prossime scadenze, quali il congresso e le elezioni del presidente all’Amministrazione provinciale.

Senza un Partito che abbia riferimenti certi e non sia condizionato, provocando enormi danni di immagine, da vacillanti scelte da parte di chi dovrebbe garantire una uniforme posizione del PD, come sarebbe dovuto avvenire per la Saf, e la stessa sanità con la vicenda di Anagni, per arrivare ad assumere posizioni difformi da quelle del Presidente provinciale, appartenente allo stesso Partito, si corre il rischio di pagare prezzi altissimi in consensi e in credibilità politica.

 

Il caso Fiordalisio

Le dichiarazione di Lucio Fiordalisio (leggi qui Pd, fuga dalla reggenza: Fiordalisio sbatte la porta) sono il termometro dello stato del Partito, cui bisogna mettere rimedio al più presto.

Si è chiusa una fase che era iniziata il 6 aprile. E questo argomento è stato centrale nella discussione alla Direzione provinciale e ne ha preso atto, ricorrendo alla formulazione di un coordinamento politico, che supplisca alle attuali carenze e operi per un efficace governo del partito.

 

Il gioco ad incastri

Qualche osservatore si attarda nella composizione a incastro dei tasselli del PD, dalla candidatura a segretario regionale del Partito di Francesco De Angelis a quella di Antonio Pompeo all’Amministrazione provinciale.

Considerazioni che hanno un punto critico che è quello del Partito. Senza una compattezza di esso e di una sua qualificata governabilità, che in questi ultimi mesi è stata carente, non è possibile raggiungere nessun obiettivo come Partito democratico.

Ambedue hanno una caratura politica di alto spessore e sia l’uno che l’altro hanno il pieno sostegno di tutto il Partito, né tanto meno dovranno ricorrere a nessun spareggio per spartissi il nulla.

Ma una cosa è certa. Tutti, non solo loro, avranno bisogno di un Partito con una Direzione politica, a oggi assente, che sia in grado di affrontare, e questo sfugge ai più attenti osservatori, argomenti di maggiore interesse politico.

 

Il ritorno all’impegno

La lotta all’attuale governo nazionale, la massima valorizzazione del governo Zingaretti, con un sapiente coinvolgimento dei consiglieri Buschini e Battisti, tutte le questioni aperte dell’economia e dello stato sociale, dal lavoro al welfare, dall’ambiente alla sanità.

Se la Direzione ha evidenziato la necessità di una cambio di gestione della politica provinciale, vuol dire che tutti hanno bisogno di un partito che riprenda il campo dell’impegno e della sua coesione politica, senza mettere in difficoltà i propri rappresentanti istituzionali e l’appannamento della politica del PD con sostanziosi atteggiamenti di dissociazione dalle sue impostazioni politiche, vedi la sanità.

Il documento su la sanità con riferimento alle vicende di Anagni, approvato dalla Direzione, sono un metodo di lavoro politico accettabile (non sempre un buon metodo, ha buoni contenuti, ma questa volta sono giusti) e rimette al centro il ruolo collegiale della Direzione provinciale.

Ben vengano i ravvedimenti, che possono apparentemente normalizzare una situazione sofferente nel governo del partito, ma non sono risolutivi di una questione di fondo. Che è quella di rimettere in piedi una forte credibilità e un alto prestigio di direzione politica, vantaggiosa per tutti e di accordo delle diverse sensibilità. Una condizione che si sostanzia sia negli uomini che nei contenuti.

Nessuno è indispensabile, ma tutti siamo necessari per ridare nuovi contenuti e un efficace governo alla politica del PD provinciale.

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