Campidoglio e Pisana, i gruppi M5S sparano insieme su Zingaretti

Nota congiunta del M5S in Campidoglio ed alla Pisana. I due gruppi attaccano insieme il governatore Nicola Zingaretti. Prima reazione dopo il disastro elettorale di domenica. Costato 30mila voti in una notte alla sindaca Raggi

La faccenda si complica. Questa volta non è solo il Campidoglio a sparare su Nicola Zingaretti. (leggi qui Raggi e Zingaretti litigano ma nei 5 stelle è corto circuito tra Campidoglio e Pisana). Adesso a rinforzare l’artiglieria di Virginia Raggi  ci si è messa anche quella di Roberta Lombardi in Regione Lazio.

«Zingaretti la smetta di tenere Roma e i cittadini in ostaggio sul tema dei rifiuti e su quello dei trasporti. È necessario che cambi passo. È terminato il tempo delle sue eterne promesse».

Se a firmarlo fosse solo il Gruppo M5S di Roma Capitale sarebbe solo l’ennesima puntata di un confronto che va avanti ormai da anni. Invece questa volta l’affondo è contenuto in una nota congiunta. Nella quale c’è anche la sigla del Gruppo M5S della Regione Lazio. Cioè uno dei pilastri provvisori su cui si regge il governo di Nicola Zingaretti.

Il documento congiunto è arrivato al termine di un incontro in Campidoglio. Voluto da Virginia Raggi dopo i disastrosi risultati delle elezioni di domenica nelle quali i voti grillini si sono volatilizzati. La sindaca ha perso il III e l’VIII municipio, nel primo andranno al ballottaggio centrosinistra e centrodestra, il secondo è andato al candidato del centrosinistra.

All’appello mancano 30mila voti. E serve qualche colpevole. Ma in Campidoglio c’è poco da toccare: si rischia di innescare una situazione sudamericana. Oltre alla dirigente del verde c’è ben poco da mandare a casa. Allora è stata tirata in ballo la Regione. Ed il Gruppo in Regione. Quello guidato da Roberta Lombardi con cui la sindaca non è mai andata d’accordo.  È il gruppo regionale a governare insieme al Pd di Nicola Zingaretti, con il patto di non aggressione per tre mesi.

Quindi, si deve cambiare rotta. Ed ecco allora il documento di critica alla Regione Lazio. «Tutti i cittadini del Lazio hanno il diritto di sapere perché c’è il rischio che i rifiuti non vengano smaltiti e finiscano per accumularsi nelle strade, nelle piazze, in città. Tutti i cittadini hanno il diritto di sapere che la raccolta rifiuti viene effettuata dai Comuni, ma lo smaltimento dei rifiuti è un compito che spetta alla Regione, che deve progettare, creare e attuare una rete di smaltimento efficiente. Tutti i cittadini hanno il diritto di sapere che la Regione Lazio è inadempiente rispetto al piano rifiuti regionale fermo al 2012, ed è questa inadempienza, questa colpa gravissima del presidente Zingaretti, che rallenta il corretto smaltimento dei rifiuti a Roma».

Sembra l’avvio di un documento di sfiducia. E di revoca dell’appoggio, con conseguente ritorno alle urne.

Poi c’è la conclusione. «Se il governatore del Lazio continuerà a non fare il proprio dovere e a creare disagi alla Capitale, faremo di tutto – senza dargli tregua – perché risolva una volta per tutte i problemi del ciclo dei rifiuti regionale. Zingaretti basta balle, e mettiti al lavoro».

L’ultimatum non c’è, la minaccia di ritiro dell’appoggio nemmeno. Solo dialettica politica, ancora una volta. Ma adesso c’è la saldatura dei gruppi in Campidoglio e Regione. Il vento rischia di cambiare.

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