Candidati che non conoscono i territori: e li vorrebbero governare

La concretezza è la grande assente di tutta questa campagna elettorale. È diventato tutto una gigantesca partita di pallone vissuta da tifosi, senza alcun impegno politico e senza nessuna visione di crescita.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Nulla di concreto. Salta agli occhi, in maniera marcata, in questa veloce campagna elettorale per le Regionali. È la totale mancanza di interventi, programmi e progetti concreti  per i singoli territori del Lazio. I candidati Governatore non conoscono il Lazio che si propongono di amministrare.

Una regione strana

Il Lazio è una regione strana. Non è unito dalla geografia e nemmeno dalla storia. Quando hanno disegnato le Regioni sembra quasi che abbiano messo insieme un pezzo di quelle confinanti per generare un cuscinetto intorno a Roma. Il Nord costituito da Viterbo e Rieti non ha praticamente legami con il sud costituito da Frosinone e Latina.

La mappa degli ambiti del Lazio

A ben vedere, le ‘province gemelle‘ del sud hanno poco o nulla a collegarle: non c’è nemmeno una strada diretta a rendere la trasferta tra Frosinone e Latina qualcosa di meno d’un viaggio della speranza. Di più ancora: le stesse province sembrano frutto di un puzzle. Latina unisce la periferia a Sud di Roma con il risultato della bonifica delle paludi pontine. la Ciociaria è il risultato della fusione a freddo di due realtà distinte e molto distanti tra loro: quella dei regnicoli provenienti dal Regno delle due Sicilie ed i papalini dello Stato Pontificio. (Leggi qui: Tra regnicoli e papalini: una provincia, due identità

Ognuno di quei territori ha una propria storia, peculiarità, caratterizzazione, sviluppo potenziale. E quindi, necessità di interventi diversi. Difficile trovare una soluzione che sia utile per tutti: sta qui l’abilità di un Governatore. I candidati in questa tornata hanno scavalcato del tutto il problema: zero progetti.

La concretezza assente

Il palazzo della Regione

Il confronto riguarda sempre temi generali e per questo astratti, di maggiore interesse pubblico: ciclo dei rifiuti, trasporti, grandi infrastrutture, sanità, lavoro, transizione ecologica. La concretezza, però, è la grande assente di tutta questa campagna elettorale. Voglio realizzare questo, con questi soldi, entro questo tempo. Mai sentito, fino ad ora. Da nessuno.

Di contro, stiamo assistendo ad una propaganda, anche piuttosto sonnolenta dal punto di vista della percezione della gente. Molto smart, virtuale, molto social, (quella acchiappa like, che poi difficilmente si trasformano in voti). Ma poco avvezza al sociale e quindi ai temi di vero specifico interesse per la gente.

Qualcuno, ad esempio, ha pensato di dedicare qualche riga del suo programma allo sviluppo di Frosinone? Si parla di una Comunità importante, di un Capoluogo del Lazio, con importanti prospettive ed opportunità di crescita. Se ovviamente incentivate e sostenute, anche finanziariamente, proprio dalla Regione. Ma dalla lettura dei programmi di governo dei vari candidati, non vi è traccia né di Frosinone nè dei singoli territori.

Come una partita di pallone

Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica

Nota a margine, è singolare che solo a meno di 15 giorni dal voto sia stato reso consultabile il programma elettorale finale del candidato del centro destra Francesco Rocca. Più paradossale ancora che nessuno degli elettori gli abbia chiesto: si ma cosa vuoi fare, come lo vuoi realizzare, dove e quando, cosa ti impegni a fare… È diventato tutto una gigantesca partita di pallone vissuta da tifosi, senza alcun impegno politico e senza nessuna visione di crescita.

Alessio D’Amato invece, nel suo programma parla di “Apertura nelle città capoluogo di Provincia 5 hub specialistici sub-regionali, specializzati in attività e servizi per il lavoro”. Che significa? Come si declina poi questo su Frosinone?

Donatella Bianchi dal canto suo, fa riferimento “alla realizzazione del progetto autostradale Roma – Latina o ancora di rete di nuovi poli a servizi culturali distribuiti su base provinciale e comunale”. Di concreto però, anche qui, nulla.

Rivolgendosi, tra le altre del Lazio, ad una platea potenziale di più di 40.000 abitanti e quasi 37.000 votanti, nessun candidato alla Presidenza ha pensato di realizzare per Frosinone una nuova infrastruttura.

Gli impegni possibili dei candidati

Una superstrada Frosinone – Latina è un’infrastruttura strategica per salvare la Ciociaria dall’isolamento. E dal suo assorbimento verso l’orbita economica del Casertano. Perché? Con la nascita dell’autostrada Roma – Latina il capoluogo pontino sarà organicamente collegato con la Capitale in maniera rapida ed il centro dei suoi interessi sarà Roma. Un collegamento rapido Frosinone – Latina al posto dell’attuale viabilità che richiede oltre un’ora (anche un’ora e mezza) è l’unico modo per tenere in piedi gli interessi che oggi toccano i due territori. Altrimenti il risultato finale sarà che Latina sposterà sulla capitale i suoi attuali interessi ciociari. Che diventeranno troppo scomodi e distanti.

Ma Frosinone ha tutte le potenzialità per sviluppare un polo dell’alta formazione grazie alla presenza di Università, Accademia e Conservatorio. Avrà enormi opportunità in campo sanitario grazie al programmato raddoppio dell’ospedale Spaziani. C’è spazio per grandi interventi sul digitale e per la mobilità.

Sempre come esempio: a Frosinone è in piedi il progetto per la realizzazione della metropolitana di superficie. Si tratta della realizzazione della linea di una metropolitana di superficie dallo Scalo Ferroviario a Piazzale De Matthaeis, che avrà una lunghezza pari a circa 1,6 Km. 

Qualche candidato Presidente di destra, di sinistra, di centro, lo sa questo? Chi ha pensato, in caso di vittoria, di predisporre un intervento regionale per agevolare la realizzazione di quest’opera, o anche un ulteriore intervento analogo, per la mobilità sostenibile, per la città di Frosinone? O era una visione dell’allora sindaco Nicola Ottaviani?

E quelli indispensabili che i candidati non sanno

L’ascensore inclinato

Per andare sull’esistente. Il Capoluogo è da tempo alle prese con la oggettiva non utilizzabilità dell’ascensore inclinato che collega (o almeno avrebbe dovuto farlo) la parte alta con quella bassa della città. Qualcuno ha pensato di realizzare un sistema di scale mobili, come a Perugia, per agevolare la mobilità tra centro storico e via Aldo Moro? Con il duplice effetto di agevolare la mobilità sostenibile e riportare nuova vivibilità nella parte antica della città.

Non il solito generico programma elettorale: ma un vero e proprio progetto di governo della Città. In primis per la Regione ma anche per i Comuni Capoluogo del Lazio e per Frosinone nel caso specifico.

Da questa carenza di idee e questa assenza di impegni si intuisce che chi si candida a Governare una Regione importante e strategica come il Lazio, non conosce in realtà i singoli territori e ciò che ruota loro intorno.

Soprattutto nemmeno prova a farsi interprete, traducendoli in progetti di governo,  le istanze di coloro che sono candidati al Consiglio regionale espressi dalla provincia di Frosinone. Che quei territori li rappresentano, li vivono e conoscono. La differenza a questo punto potranno farla i cittadini: se voteranno come i tifosi o pretenderanno la concretezza degli impegni.