Prima bozza sulla possibile ripartizione delle candidature nel Lazio. Determinante l'esigenza della Lega di tutelare la 'Padania' con una coperta troppo corta. Che nel Lazio si scoprirebbe a favore di FdI e Forza Italia. I candidati del Pd. L'esigenza dei territori. E la discussione nei 5 Stelle
La bozza c’è. Ma è ancora provvisoria. Verrà limata e definita nel corso della prossima riunione del tavolo: lunedì pomeriggio. I Partiti del Centrodestra hanno individuato oggi un’intesa di massima per la ripartizione dei collegi del Lazio nelle elezioni del prossimo 25 settembre.
A condizionare molte delle scelte è stata la nuova geografia: quella determinata dal taglio di quasi 350 tra deputato e senatori. Ha creato esigenze inattese: come quella della Lega che fatica ad accontentare tutti i suoi generali e colonnelli che stanno al Nord; la coperta è corta: se la tiri più verso la Padania resta scoperto il Lazio.
È quello che sta accadendo. E di conseguenza si stanno incasellando i vari incastri con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Che hanno tutto l’interesse di prendere i collegi (rispettivamente) al Centro ed al Sud.
La bozza provvisoria
La bozza del tutto provvisoria degli uninominali (sconto diretto, vince chi prende anche un solo voto in più) a questa sera vede alla Lega un collegio sicuro a Camera Lazio 1 (Roma), un collegio sicuro a Camera Lazio 2 Nord che dovrebbe essere il collegio che unisce Rieti con una parte di Viterbo; il collegio sicuro Senato Lazio Nord cioè quello che unisce le intere province di Rieti e Viterbo. (Leggi qui la geografia dei collegi: Camera e Senato senza vista).
Sull’altro collegio del Senato e cioè Lazio Sud (quello che unisce l province di Frosinone e Latina) ha alzato le barricate Forza Italia. Il senatore Claudio Fazzone ha difeso il fortino con la baionetta tra i denti; impossibile trattare su quel punto. Eppure, lì cinque anni fa quando c’erano i due collegi di Frosinone e di Latina Fratelli d’Italia aveva eletto i senatori Nicola Calandrini (a Latina) e Massimo Ruspandini (Frosinone).
Impossibile espugnare il collegio di Fazzone. Al quale, ipotizza la bozza, dovrebbe andare il Senato Sud, la Camera nel collegio Terracina – Fondi – Gaeta – Formia – Cassino (dove verrebbe candidato il capogruppo uscente alla Camera Paolo Barelli), più tre candidature nei collegi su Lazio 1. Il senatore domani riunisce a Fondi i suoi dirigenti del sud Lazio per fare il punto. E forse annunciare l’intesa.
Ed i due senatori di Fratelli d’Italia? Potrebbero diventare i candidati uninominali a Montecitorio rispettivamente a Latina (Calandrini) ed a Frosinone (Ruspandini); più, anche in questo caso, tre candidature su Roma.
I restanti due seggi di Lazio 1 potrebbero andare ai centristi. Nel pomeriggio presso la sede nazionale dell’Udc il segretario nazionale Lorenzo Cesa ed il presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro hanno presentato il simbolo con cui si presenteranno insieme alle elezioni. Saranno a sostegno della coalizione di centrodestra.
Mano ai proporzionali
Ora sarà faccenda di ogni singolo Partito decidere quale nome mettere nel collegio che gli verrà assegnato. E quali nomi mettere nei listoni bloccati al Plurinominale, cioè quelli dove si viene eletti in proporzione ai voti che il partito prende su base nazionale (alla Camera) e regionale (al Senato).
Su questo punti c’è un comune denominatore che unisce tutti i Partiti: da destra a sinistra. E cioè il fattore territorio. Perché se nelle liste Plurinominali non c’è almeno un nome locale a fare da traino c’è il rischio di veder scendere ancora di più il numero dei votanti.
Nella Lega si ipotizzava la candidatura come capolista per l’ex magistrato Simonetta Matone (candidata come vice di Enrico Michetti alle Comunali perse a Roma) e per il sottosegretario all’Economia Federico Freni; ma il fattore territorio metterebbe in pista per la posizione di battistrada o di vice nomi come quelli degli uscenti Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa e del due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.
Stesso tema si pone per il centrosinistra: è per questo che la Federazione di Frosinone del Pd ha chiesto di far trainare il listino bloccato del Senato Sud a Francesco De Angelis.
La bozza del Partito Democratico
Circolano le prime bozze anche delle candidature del Partito Democratico.
Il presidente della Regione Nicola Zingaretti sarebbe il capolista al proporzionale Lazio 1 di Roma. In lista l’ex ministro Marianna Madia, poi il deputato uscente Claudio Mancini (fedelissimo del sindaco di Roma Roberto Gualtieri) e la consigliera regionale Michela Di Biase. Sarebbero queste le candidature ‘blindate’ dei Dem nel Lazio.
In totale sarebbero sei i nomi ‘strablindati‘: oltre ai quattro già indicati, ci sarebbe anche il segretario regionale del Partito Bruno Astorre, che correrebbe invece al proporzionale Senato 2 delle province, e la senatrice Monica Cirinnà.
Dopo questi nomi che da alcuni ambienti darebbero per certi, in pole position torna la candidatura di Enrico Gasbarra (che rinuncerebbe alla candidatura a Governatore del Lazio) e del presidente del Consiglio regionale del Lazio Marco Vincenzi. Poi anche i nomi di Patrizia Prestipino, Matteo Orfini, Roberto Morassut e Andrea Casu. In corsa viene dato pure l’assessore regionale Massimiliano Valeriani.
In ogni caso, ribadiscono le stesse fonti, la lista ‘Democratici e Progressisti‘ dovrà tener conto nel proporzionale degli altri alleati. Anche nei collegi uninominali, a partire dal blindatissimo Roma 1, si dovrà capire come la coalizione deciderà di dividerseli.
Il caso statuto M5S
Nel Movimento 5 Stelle viene data per scontata la candidatura come capolista per il sottosegretario uscente Ilaria Fontana, eletta cinque anni fa nel collegio di Cassino. Ma si pone un dilemma. “Giuseppe Conte non può scegliere e blindare i capilista, lo dice lo statuto“. E nel regolamento pubblicato mercoledì scorso sulle candidature M5S “di questa possibilità, eventualmente riservata al presidente, non c’è traccia”.
Lo ha detto oggi all’agenzia Adnkronos l’avvocato Lorenzo Borré, da sempre a capo delle battaglie legali contro i vertici del M5S. Questo rende ancora più incerte le regole che il Movimento si darà nella selezione dei candidati, compresa la possibilità per Giuseppe Conte di indicare i capilista, tra le ipotesi al momento più avvalorate.
Un posto in lista potrebbe andare anche al capogruppo in Regione Lazio Loreto Marcelli. Il Gruppo, in maniera compatta oggi ha respinto l’attacco sferrato ieri dalla ex sindaca Virginia Raggi. Chiedeva di mettere fine al dialogo con il Pd in Regione Lazio, dove l MoVimento governa insieme a Nicola Zingaretti. “Non siamo alla ricerca del ‘grazie’, abbiamo fatto solo il nostro dovere, incuranti degli attacchi preconfezionati e delle narrazioni deformate, costruite per creare il quadro di una realtà distorta e manichea. Una narrazione tesa a creare il dualismo tra i buoni e i cattivi, mettendo noi nel secondo gruppo”.
“Ma adesso, più che mai, non è il tempo del dualismo, ora è il tempo della compattezza. Il Movimento 5 Stelle sta subendo un’offensiva senza precedenti e il nostro compito è quello di marciare compatti come un sol uomo, accanto al presidente Giuseppe Conte. Dimostriamo, tutti insieme, di essere in grado di fare la differenza. Scegliamo adesso se vogliamo seguire la stella polare o essere stelle cadenti”, conclude il Gruppo M5S alla Regione Lazio”. (Leggi qui: Musumeci si dimette, FdI prenota il Governatore per il Lazio).