Candidato di coalizione? Bruni esca dalla maggioranza e poi parliamo

Respinta al mittente l'apertura fatta nei giorni scorsi da Fratelli d'Italia. La Lega dice no a primarie di coalizione con cui individuare il candidato sindaco. Luca Di Stefano: "Noi quattro anni all'opposizione, loro in maggioranza: prima escano e poi possiamo iniziare a parlare”

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Apertura respinta al mittente. Nessun candidato sindaco condiviso, niente primarie di coalizione per il centrodestra a Sora. Se prima Fratelli d’Italia non abbandona la maggioranza del sindaco Roberto De Donatis non ci sono margini per trattare. Ne è convinto il leader sorano della Lega e consigliere comunale di opposizione Luca Di Stefano. Che non ha tardato a rispondere all’apertura fatta nelle ore scorse sulle colonne di Alessioporcu.it al leader politico di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni, consigliere di maggioranza delegato ai Lavori Pubblici e vice capogruppo consiliare. (leggi qui FdI: “Di Stefano o Porretta candidati? Buoni ma si riunisca il tavolo”).

Gianfranco Rufa (Lega), Massimo Ruspandini (FdI), Francesca Gerardi (Lega)

A nulla sembra valere il patto di amicizia ribadito a Roma qualche giorno fa fra i leader politici provinciali, il senatore Massimo Ruspandini per Fratelli d’Italia e l’onorevole Francesca Gerardi con il senatore Gianfranco Rufa per la Lega. Di Stefano stigmatizza accordi imposti dall’alto e pretende rispetto per chi ogni giorno sul territorio ci mette la faccia.   (leggi qui Patto Lega – FdI: “Vogliamo cambiare questo territorio”)

Una posizione molto chiara, quella del consigliere Luca Di Stefano, che combacia perfettamente con quella tenuta fino a qualche settimana dalla coordinatrice provinciale del suo partito, l’onorevole Francesca Gerardi. Proprio a Sora la parlamentare aveva annunciato nei mesi scorsi che la Lega è pronta ad andare avanti con il proprio simbolo, il proprio candidato e il proprio programma. E chi vuole si accoda. L’occasione era stata data dalla presentazione del nuovo direttivo della Lega proprio a Sora. (leggi qui Sora, la Lega chiude le porte: «Chi vuole si deve accodare»).

Poi nelle settimane successive aveva addrizzato il tiro, parlando di un tavolo del centrodestra che lei stessa si sta preparando a convocare proprio a Sora. (Leggi qui Gerardi: “Rotondo non sarà il nostro candidato. A Sora si farà la coalizione”)

Quindi, nei giorni scorsi, l’esito del voto in Emilia Romagna, l’incontro a Roma con il Senatore Ruspandini ed il patto di amicizia. A cui giovedì scorso è seguita la cena privata al Jazz Inn, fra Ruspandini e Bruni. Il caso ha voluto che si tenesse in concomitanza di una festa con tanto di musica dal vivo, a cui hanno preso parte oltre duecento persone. Fra loro anche alcuni amministratori comunali. E proprio da questo incontro al Jazz Inn  parte Luca Di Stefano per mettere in chiaro la propria posizione politica. Che non si sposta di una virgola rispetto alle scorse settimane.  (leggi qui FdI: “Di Stefano o Porretta candidati? Buoni ma si riunisca il tavolo”).

L’intervista

Luca Di Stefano
Partiamo dal Jazz Inn e dalla cena fra Ruspandini e Bruni. Cosa ci faceva lì il consigliere d’opposizione Luca Di Stefano?

“Era una cena spettacolo, c’erano tantissime persone, dopo il lavoro sono arrivato per un saluto al tavolo dei miei amici e al proprietario. È stato proprio lui a invitarmi. Non c’è stata alcuna riunione organizzata. Chi è di Sora sa che quel posto viene frequentato da tutti. L’incontro con il Senatore Ruspandini è stato casuale, si è trattato solo di un saluto. Come si conviene tra persone che si portano rispetto reciprocamente“.  

Forse c’è stato tanto rumore per via dell’incontro a Roma che ha ribadito il patto di amicizia fra La Lega e FdI?

“Loro sapranno indicare la strada giusta per tutta la coalizione. L’importante è che si rispetti la volontà di chi sta sul territorio e ogni giorno ci mette la faccia cercando di dare il massimo per i propri concittadini”.   

Rispetto per chi è sul territorio?

C’è un problema. Fratelli d’Italia è in maggioranza, la Lega è all’opposizione. Non si può imporre dall’alto un accordo che sul territorio cozza con la realtà. Ci sono stati in Consiglio comunale tanti scontri sui temi, come è del resto comprensibile che sia, visto che sediamo su due fronti opposti. Io personalmente non ce l’ho con nessuno. Ma politicamente c’è una vision della città che è diversa”.

Apertura e chiusura

Massimiliano Bruni
Il riferimento è al Consiglio comunale del 23 dicembre 2019 e alla questione del DNA sollevata da Bruni nei confronti di Di Stefano, quando riferendosi a suo padre – l’ex sindaco Enzo Di Stefano – ha detto che “hai preso di lui solo il carattere”?

Mi riferisco anche a quell’episodio. Certo. Ma non è quello il problema. La questione è politica. Io sono più per un rinnovamento completo della classe dirigente, anche dal punto di vista anagrafico (e pone l’accento su l’aggettivo “anagrafico” su cui invece Bruni è di tutt’altro avviso) e sono convinto che la città di Sora premierà qualsiasi progetto risponda a questi requisiti”.

Bruni ha fatto un’apertura alle eventuali candidature a sindaco proprio per Luca Di Stefano o di Filippo Porretta in vista di una coalizione, auspicando tuttavia per la scelta il metodo delle primarie.

In primis se Bruni vuole parlare di coalizione sarebbe opportuno che uscisse dalla maggioranza. Poi penso che per la prima volta sento parlare di primarie di coalizione. Sarebbe più opportuno che ognuno guardasse in casa propria. E comunque la politica cammina sulle gambe degli uomini. Prima guardo gli uomini e poi mi chiedo da dove provengono politicamente”.

La coalizione non si fa?

Dico solo che è presto per fare queste supposizioni, soprattutto da parte di chi sta in maggioranza. Manca molto tempo, possono accadere tante cose in politica”.

Buco nell’acqua

Nulla da fare dunque. Almeno per ora. Mentre nei giorni scorsi anche il consigliere comunale di maggioranza Lino Caschera aveva provato a portare in maggioranza Luca di Stefano. Il consigliere e leader della Lega a Sora non arretra di un millimetro.

Dopo quattro anni all’opposizione sarebbe politicamente sconveniente “varcare il Rubicone”. È convinto che gli elettori non capirebbero. Non ha tutti i torti.