Candidature, io speriamo che me la cavo

L'approvazione del Rosatellum 2.0 è questione di pochi giorni, i big locali stanno sgomitando per la candidatura. ma solo le prossime settimane potranno dare risposte.

Le elezioni politiche e regionali si stanno avvicinando a velocità enorme. Entro questa settimana il Senato approverà in maniera definitiva il Rosatellum 2.0. Poi toccherà al Governo definire i 70 collegi plurinominali nei quali verranno presentati i cosiddetti listini bloccati, nei quali troveranno posto dai 2 ai 6 candidati. In aggiunta a quelli dei collegi maggioritari uninominali. Dopo Natale non ci sarà tempo nemmeno per respirare. Ma intanto i leader stanno fiutando l’aria, parlando con i capi nazionali, stringendo alleanze e tutto il resto.

Mario Abbruzzese, oltre che preoccuparsi di tutte le dinamiche interne di Forza Italia, deve tenere insieme l’intero arcipelago delle alleanze: Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Fare con Tosi, l’Udc e molto altro ancora, sia a destra che al centro. Lui sceglierà se candidarsi alla Camera o alla Regione, ma dovrà raggiungere l’obiettivo di scontentare il meno persone possibili. Tra Silvio Ferraguti, Adriano Piacentini, Antonello Iannarilli, Alessandra Mandarelli, Danilo Magliocchetti, Gianluca Quadrini, Maria Teresa Graziani, Pasquale Ciacciarelli e tanti altri ancora, soltanto due potranno avere posizioni eleggibili. Gli altri dovranno portare l’acqua al mulini. In quanti saranno disposti?

Nel Partito Democratico, invece, si tratta di definire con il cesello i vari confini. Francesco De Angelis e Francesco Scalia stanno provando, insieme, ad avere posizioni nei listini bloccati del proporzionale. Uno alla Camera e uno al Senato. Nazzareno Pilozzi, forte dell’imprimatur sul territorio del sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi, una candidatura l’avrà. (leggi qui ‘Perché Maria Elena Boschi è venuta ad Anagni’) Molto probabilmente nel collegio nord della Camera. Maria Spilabotte non vuole essere tagliata fuori e cercherà un posto nel collegio maggioritario del Senato. Anche in questo caso bisognerà vedere quanti riusciranno a davvero a staccare il biglietto per Montecitorio e Palazzo Madama.

Saranno settimane infernali per cercare di capire chi potrà davvero farcela e chi no.