Georgea Marini e la rottura con il passato (Nunc est bibendum)

La passione di marco per i vini ci porta questa settimana a ridosso del lago di Bolsena. Lì c'è la cantina Georgea Marini con i suoi Zero8. La rottura con il passato. Per dei prodotti eccezionali.

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Molto spesso le scoperte più interessanti sono quelle inaspettate, soprattutto per quanto riguarda il mondo della viticoltura. In una regione come il Lazio, dominata dal Cesanese a nord e dal Cabernet a sud e dai grandi vini dei castelli romani a ridosso della capitale, capita di trovare delle chicche “borderline” che potenzialmente non avrebbero nulla da invidiare ai più blasonati concorrenti regionali. Borderline perché oggi voglio parlarvi di una piccola azienda laziale che è borderline prima di tutto geograficamente: siamo a Gradoli agli estremi confini della provincia di Viterbo, siamo a pochissimi chilometri dalla Toscana, un lembo di terra meraviglioso che gode delle alture delle colline della Tuscia da una parte e lo spettacolo mozzafiato del lago di Bolsena dall’altra. 

Qui nasce nel 2008 l’azienda agricola Georgea Marini. «Siamo nati nel 2008, la nostra prima annata in commercio è la 2010, abbiamo fatto le cose con calma per poter operare al meglio e nel rispetto delle nostre scelte. Vedi Marco, noi crediamo fermamente che in un territorio come il nostro siano importanti scelte logiche e anche abbastanza radicali, in netta rottura con il passato vitivinicolo provinciale, non abbiamo un enologo per scelta consapevole, vogliamo che i nostri vini abbiano il nostro marchio dalla vigna al calice».

Ad accogliermi tra i tavoli del Vinnatur è Alessandro, marito di Georgea, che resta allo stand a loro dedicato mentre noi ci allontaniamo in un luogo più silenzioso…non prima di aver trafugato un paio di bottiglie, altrimenti di che parliamo?

Rottura col passato

Rottura col passato nel caso dell’Azienda Georgea Marini vuol dire prima di tutto assimilare le lezioni delle generazioni precedenti e poi, soprattutto, imparare dagli errori che lo stesso territorio ha fatto. «Le terre che noi lavoriamo erano dei nostri genitori e dei nostri nonni, loro hanno fatto decine di vendemmie e hanno sempre conferito la maggior parte delle uve alla cantina sociale della zona. Purtroppo questa negli anni non ha lavorato molto bene, non è mai riuscita ad imporsi con vini di qualità, cercando quasi esclusivamente di assecondare il mercato… Noi abbiamo voluto dare una sterzata netta, iniziando a lavorare per conto nostro e cercando di dare ai nostri vini un carattere proprio, fregandocene del mercato ed iniziando a pensare più alla qualità, eliminando pesticidi e producendo vino nella maniera più naturale possibile. Ed è così che quando la Cantina Sociale ha chiuso i battenti sono sorte nella zona diverse aziende vinicole, tutte in un modo o nell’altro hanno iniziato a lavorare i prodotti della zona».

Del resto la zona di Gradoli (e tutta la provincia di Viterbo) è un territorio votato alla viticoltura da secoli, negli ultimi anni però il coraggio e la volontà di piccoli produttori ha acceso nuovamente i riflettori su un territorio che ha davvero molto da dire, i riconoscimenti sono li a testimoniarlo e vini come l’Aleatico e Procanico si stanno ritagliando un ruolo da protagonisti anche al di fuori del territorio nazionale.

Parlare di questi vini ed immaginarmi sulla riva del lago di Bolsena con un calice in mano mi ha messo una certa sete, che facciamo, beviamo?

Zero8 Bianco

I vini dell’azienda Georgea Marini si chiamano tutti Zero8. C’è il bianco, il rosso, l’Aleatico e l’Aleatico Passito ma il primo nome di tutti è sempre lo stesso, un omaggio al 2008, anno di nascita dell’azienda e della primogenita di Alessandro e Georgea, Ginevra.

Zero8 Bianco è Procanico in purezza (biotipo del Trebbiano Toscano) e, come tutti i vini dell’azienda, fa la stessa trafila, dalla vigna alla cantina: macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea solo ed esclusivamente con lieviti indigeni. Dopo la fermentazione il vino va direttamente in barrique di più passaggi, e subisce una sfecciatura soltanto una volta che la parte solida si è depositata per decantazione.

Curiosissimo di assaggiarlo perché il Procanico in purezza non lo avevo mai provato, si presenta al calice giallo paglierino e abbastanza consistente, al naso subito emergono note floreali e fruttate, dopo emergono anche sentori erbacei molto delicati, quasi nascosti.

Il suo vero potenziale è in bocca perché sorprende, se da un lato non stupisce la freschezza, la sapidità e la mineralità (territori anticamente vulcanici) sono piacevolissime leggerissime note gessose e finanche un leggerissimo tannino: in tutta sincerità all’inizio spiazza un po’ ma sorseggiandolo ancora diventa sempre più piacevole.

Un vino da bere alla giusta temperatura, soprattutto ora che la canicola estiva sta dando il suo meglio, con dei salumi e formaggi non troppo stagionati, o magari con qualche bella pietanza cucinata con pesce lacustre. 

Zero8 Aleatico

La vera sorpresa per me è stata proprio l’Aleatico, questo Zero8 rosso lo ricorderò per parecchio tempo. Quando ti trovi ad assaggiare vini ad una degustazione che tu sia da solo o in compagnia cerchi sempre di non esagerare, cerchi di analizzare un vino e magari ne bevi poco perché sai che dopo te ne toccano altri (che faticaccia!). Bene io incontro Alessandro appena giunto al Vinnatur e dopo aver assaggiato un calice di questo splendido Aleatico ne chiedo subito un altro, non lo analizzo, non lo esamino, lo annuso leggermente e mi viene subito voglia di bere. E mando giu’. E ne voglio subito un altro.

Ecco credo che miglior caratteristica per un vino non possa esserci, bevibilità estrema, facile, immediata. Questo non vuol dire che siamo di fronte ad un vino con poco carattere e struttura, al contrario. Aleatico Zero8 è un signor vino, dall’olfatto al gusto, estremamente equilibrato, i sentori di frutta rossa che senti al naso li ritrovi sulle papille gustative, corposo quanto basta, intenso e dal tannino delicatissimo.

Un vino che va bevuto come aperitivo ma anche con pietanze importanti, non sfigurerebbe di fronte a nulla, esaltante servito dopo una ventina di minuti di frigo, intorno ai 14/15°.

Zero8 Aleatico Passito

Se i due vini precedenti sono stati una sorpresa il passito di Aleatico non lo è stato. E’ una bomba ma me lo aspettavo. Sono un appassionato di vini passiti, ne ho assaggiati tanti ma spesso ti trovi davanti prodotti altamente squilibrati, scomposti: ossidati, troppo acidi, troppo stucchevoli, troppo alcolici ecc…non è facile trovare il giusto equilibrio.

Questo passito di Aleatico ci riesce, è intenso, avvolgente, non è troppo dolce e mantiene una certa freschezza, la gradazione è relativamente bassa (14°) e la piacevolezza è massima. L’ho provato con della pasticceria secca mista (ciambelline al vino, bianco e rosso, biscotti di frolla con marmellata di amarena e biscotti di pasta di mandorle), abbinamento favoloso…poi ho voluto osare con dei formaggi stagionati, goduria massima!

E’ stato un vero piacere conoscere Alessandro e Georgea e anche la piccola Ginevra che scorazzava gioiosamente tra i tavoli degli altri produttori del Vinnatur. La promessa è quella di trovare un po’ di tempo per passare a salutarli in cantina…magari colgo davvero l’occasione di tornare al lago di Bolsena e sdraiarmi con un bel calice di Zero8 in mano e pensare a quanto sia bella la vita innaffiata dal buon vino!

Immaginandomi la scena consiglio di degustare i vini dell’Azienda Georgea Marini con “Over the Hills and Far Away” dei Led Zeppelin in sottofondo.