Caos Fontana: «Mi dimetto. Forse resto. Ora ci penso»

Colpo di scena a Cassino. Le dimissioni rassegnate da Salvatore Fontana? Non sono valide. E nel frattempo lui pare che ci abbia ripensato. Le due inchieste sul voto. Sardellitti ci mette la faccia. Leone attacca Salera

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Come per Amleto, nel suo celebre soliloquio “Essere o non essere, è questo il dilemma”. Il consigliere comunale di Cassino Salvatore Fontana si cala nei panni del protagonista di William Shakespeare. E resta in bilico nel suo interrogativo esistenziale. Vivere soffrendo (essere Consigliere comunale) o ribellarsi rischiando di morire politicamente (non essere): nell’opera letteraria, l’indecisione impedisce ad Amleto di agire. E come lui, Salvatore Fontana ci vuole pensare.

Il colpo di teatro è questo a Cassino: Salvatore Fontana è ancora consigliere comunale. L’esponente della civica “Orgoglio Cassinese” e membro di Italia Viva aveva annunciato le sue dimissioni la scorsa settimana. E invece si scopre che è ancora al suo posto. (leggi qui La goccia che ha fatto traboccare… Fontana).

Le dimissioni via Social e via Pec

Salvatore Fontana

Lo aveva fatto tramite i social spiegando: “Questa non è la politica di cui mi ero innamorato. Avrei voluto dare l’anima, mi volevo solo impegnare per dare a questa comunità quello che so e che ho imparato nella mia vita. Ho capito però che non è il posto in cui posso farlo, io non riesco a fare qualcosa per distruggere qualcuno o qualcosa, io amo costruire, in senso lato. Odiare e distruggere non fa proprio per me. Oramai sono un estraneo in questa amministrazione, c’è un’aria veramente brutta, non è per me tutto questo”.

Sono seguite una serie di reazioni tra cui quella del collega di Centrodestra. consigliere comunale anche lui di opposizione, Benedetto Leone, che ha rilanciato le parole di Fontana. Dicendo: “Ho pensato qualche giorno fa alle dimissioni del collega consigliere di opposizione Penso che il tema non sia il dispiacere personale provato da chi lo conosce per la sua scelta, quanto invece la motivazione, che è una vera e propria denuncia di un mondo, quello politico, malato e condizionato da diversi fattori. Ecco, è qui che si deve aprire una riflessione da parte di tutti. Non potrà mai considerarsi Politica, quella costruita sulla individuazione dell’avversario come nemico. Nemico nell’agone politico e fuori dalla politica. Un nemico da distruggere.

Aspetta e spera

Laura Borraccio

Laura Borraccio, prima dei non eletti di “Orgoglio Cassinese” con 256 voti – l’unico eletto alle amministrative del 2019 in quella lista fu Salvatore Fontana con 516 preferenze – si era già detta pronta a subentrare la surroga. Ma non ha però ancora ricevuto alcuna chiamata da parte degli uffici comunali perché il primo giorno Fontana si era dimesso solo su Facebook. Nel senso che la Pec in Comune è giunta solo ieri. Ma fino a questa sera nessuna chiamata è giunta alla Borraccio. Eppure le dimissioni dei consiglieri sono immediate, non ci sono i canonici 20 giorni di tempo per fare un passo indietro come quando si dimettono i sindaci.

E allora? C’è un perché a Borraccio non è arrivata la surroga. E lo ha spiegato il segretario comunale dell’Ente. In una lettera inviata questa mattina al consigliere comunale Salvatore Fontana ha spiegato che in base all’articolo 38, comma 8, del Testo Unico degli Enti Locali le dimissioni vanno presentate personalmente al protocollo oppure la firma deve essere autenticata da un notaio.Fino a questo momento Lei resta un consigliere comunale di Cassino ha scritto il segretario comunale nella missiva inviata a Fontana.

Un cavillo burocratico che si sarebbe potuto superare nel pomeriggio, approfittando dell’apertura dell’ufficio protocollo fino alle 17.30. Ma il consigliere non si è presentato. C’è di più: potrebbe non farlo neanche domani. E neanche in futuro. Raggiunto telefonicamente dice ad Alessioporcu.it: “Tante persone mi stanno chiedendo di restare, potrei decidere anche in tal senso. Ci penserò e poi valuterò se presentare effettivamente le dimissioni oppure se restare”.

Le reazioni all’inchiesta

Intanto a tenere banco in Comune è anche e soprattutto la vicenda giudiziaria legata alle indagini sul voto di scambio e sulle firme false. Due vicende che vedono il coinvolgimento del Pd, maggior partito del Centrosinistra che conta 7 consiglieri, il sindaco, il vice sindaco, il presidente del Consiglio comunale e 2 assessori. (Leggi qui Voto di scambio e liste irregolari: le elezioni nel mirino).

In mattinata il Consigliere provinciale di Azione Alessandra Sardellitti ci ha messo la faccia. In un post sulla sua bacheca Facebook, con la coerenza che la caratterizza, ha scritto: “Sono una persona trasparente. Ancora di più in politica. Sono stata coinvolta, mio malgrado, nella vicenda della raccolta firme per le Elezioni comunali di Cassino del 2019. So solo, e decine di testimoni potranno confermarlo, che sono stata due giorni nel comitato elettorale di Cassino a raccogliere firme. Centinaia di persone che per due giorni mi hanno sfilato davanti con il loro documento per sottoscrivere non una ma due liste elettorali”.

Eppure sembrerebbe che qualcuno si sia divertito, sulle mie spalle, a raccogliere firme false su moduli poi sottoposti alla mia attenzione. Come avvocato e cittadina ho massimo rispetto per la magistratura e in quella sede, dimostrerò la mia assoluta mancanza di responsabilità in questa triste vicenda”.

Salera nel mirino

Enzo Salera

Nel mirino però finisce soprattutto il sindaco Salera. Al suo attacco va il consigliere comunale di opposizione Benedetto Leone: “Mesi fa, ricordai a Salera di svestire i panni del giustizialista, di non inquinare il clima politico. Ma niente: allusioni di querele, denunce, esposti e costituzioni parte civile contro i suoi avversari, sia attuali consiglieri comunali come il sottoscritto che ex amministratori della città, hanno caratterizzato questi due anni e mezzo della sua amministrazione. Oggi, questa bruttissima pagina di democrazia della nostra città, deve avere una risposta da parte del Sindaco”.

Anche perché ora Salera dovrà esprimersi se costituirsi parte civile, coerentemente con quanto ha fatto contro i suoi avversari politici, anche contro un suo Consigliere Comunale, contro il suo Partito Democratico che lo sostiene in maggioranza. Ora Salera, scenda dal piedistallo di custode della conoscenza assoluta, della trasparenza e della correttezza, e dopo questo fatto, si ricordi quando definì “feccia della politica” gli avversari politici. La democrazia e le sue regole sono il fondamento di una comunità civile e libera. La democrazia è bella, ma va esercitata con senso di responsabilità.”

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