Caos Pd. Pompeo e Costanzo rompono: “Non erano questi gli accordi”.

Congresso provinciale Pd sempre più nel caos. Pompeo e Costanzo scrivono a Zingaretti, Astorre Alfieri e Fantini. “Non erano questi gli accordi che avevamo fatto”. Cosa li divide. E qual è la polpa del problema.

«Gli accordi non erano questi. Avevamo detto sì ad un Modello Zingaretti e cioè ad un Pd condiviso. Ma qui non si vuole condividere un bel niente: dalla linea che dovremo seguire a Ceccano e Pontecorvo alla Segreteria Politica che affiancherà il. nuovo Segretario provinciale nel governo del Partito». Non usa giri di parole Antonio Pompeo, il leader di Base Riformista accusa Francesco De Angelis di essersi rimangiato le intese sulle quali era stato dato il via libera al prossimo congresso provinciale.

Il caso diventa nazionale

Il caso ora diventa Regionale e Nazionale. Antonio Pompeo e l’ex segretario provinciale Simone Costanzo hanno firmato un documento in maniera congiunta. È indirizzato al Segretario Regionale Bruno Astorre ed al Nazionale Nicola Zingaretti. La sostanza politica del loro ragionamento è semplice: «Se vengono meno il principio della condivisione, della rappresentanza e della pari dignità di tutte le sensibilità qualcuno non sta rispettando gli impegni presi».

Sta tutta qui la sostanza politica. Non c’è uno scorretto ed uno di parola: a dividere Base Riformista e Pensare Democratico è la loro visione del mondo. Pompeo e Costanzo chiedono due cose: 1. che la nuova geografia del governo nel Pd Provinciale tenga conto anche della loro componente minoritaria. 2. Che si vada avanti uniti, condividendo le scelte sui temi chiave, cominciando dalle strategie da adottare nei Comuni.

Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti allora cosa vogliono? Le stesse cose.

L’osso del problema

LUCA FANTINI

Allora cosa è a dividerli? Pensare Democratico parte dal presupposto che il prossimo Segretario Provinciale risponderà a nessuno di loro ma direttamente a Nicola Zingaretti: Luca Fantini può permetterselo in virtù del rapporto diretto e di stima reciproca che ha con il Segretario Nazionale; Zingaretti lo volle nel suo ristrettissimo team che lo ha accompagnato in giro per l’Italia durante la scalata alla Segreteria nazionale. Per nessuno è un mistero che Fantini sia una delle intelligenze più brillanti nella nuova generazione, allevato e istruito per capire il Paese ed orientare in sua direzione il Partito.

Questo genera la prima divisione di sostanza. Per Pensare Democratico, Luca Fantini è il Segretario di tutti e non va considerato negli equilibri da ripartire. Per Base Riformista invece Fantini è uomo di De Angelis ed il resto degli incarichi di vertice va controbilanciato di conseguenza.

“Serve un chiarimento”

A questo punto per Antonio Pompeo e Simone Costanzo serve un chiarimento politico. Lo ritengono «necessario alla luce delle ultime vicende interne al Partito e dell’esito della commissione congressuale di giovedì scorso».

La nota è stata estesa al segretario provinciale reggente Domenico Alfieri ed al candidato alla segreteria provinciale Luca Fantini.

In quel documento si sostiene che sta mancando la «condivisione di intenti sul prossimo congresso provinciale e sulle sfide amministrative in due città
importanti come Ceccano e Pontecorvo
».

La polpa del problema

GABRIELE TANZI

La polpa politica del problema è proprio quella. A Pontecorvo gli uomini di Pompeo e Costanzo non hanno rimediato una figura esemplare. Hanno lanciato le primarie per definire il candidato sindaco da contrapporre in modo unitario all’uscente Anselmo Rotondo, indicando anche il loro candidato: Gabriele Tanzi. Ma nessuno degli altri concorrenti si è voluto confrontare con loro.

Il risultato è stata una spaccatura. Stanchi dei bizantinismi Dem, in due hanno restituito la tessera, salutato e se ne sono andati a sostenere Anselmo Rotondo.

Per contro, a Pensare Democratico si può imputare di avere fatto nulla per fermarli.

Al netto: è mancata l’azione politica che facesse la sintesi interna al Pd prima che finisse la Consiliatura Rotondo I. Anzi, ognuno a Pontecorvo ha giocato per sistemare la propria posizione: l’unità è un valore che non è stato preso in considerazione.

L’altra polpa del problema sta a Ceccano. Antonio Pompeo vuole che il Pd schieri la lista di Partito ed a capeggiarla sia l’ex capogruppo Giulio Conti, in sintonia con Base Riformista. Invece la sintesi individuata da Francesco De Angelis è stata un’altra: niente lista di Partito, si converge sulla candidatura a sindaco dell’ex presidente d’Aula Marco Corsi perché in grado di intercettare voti in maniera trasversale.

Al netto: ognuno punta sull’uomo che gli sarà fedele e gli porterà preferenze alle prossime elezioni.

La lettera

GIULIO CONTI E ANTONIO POMPEO

Nel testo di Pompeo e Costanzo a Zingaretti, Astorre, Alfieri e Fantini, si legge che «Il Pd ha iniziato un nuovo percorso politico di riflessione per superare le divisioni interne ed arrivare all’agognata unità di valori e di priorità. Anche in provincia di Frosinone si sta per avviare un processo di grandi trasformazioni infrastrutturali. Consapevoli della necessità di dare
avvio alla nuova fase politica, abbiamo convintamente sottoscritto la
candidatura di Luca Fantini a Segretario provinciale del Partito
Democratico e aderito alla scelta della presentazione di un’unica lista per la elezione dei gruppi dirigenti
»”.

Però poi le cose sono cambiate.

«Premesse che, però sono state disattese nei fatti, a cominciare dagli impegni mancati nella definizione di una linea politica comune nei circoli Pd di Ceccano e Pontecorvo che a settembre andranno al voto amministrativo passando poi per il mancato rispetto sull’impegno alla condivisione della composizione della Segreteria della Federazione Provinciale».

Chiedono che si rispetti il patto iniziale. «Affinché il congresso in provincia di Frosinone si svolga secondo la linea comune condivisa sin dall’inizio, riteniamo necessario ed inderogabile che siano rispettate le premesse dell’unità, del rispetto delle pari dignità, della condivisione delle scelte strategiche e dei processi politici sul territorio».

«Se tutti questi principi vengono meno, si snatura inevitabilmente lo spirito unitario che aveva contraddistinto la scelta di celebrare il congresso provinciale. Per questi motivi riteniamo che ci debba essere necessariamente un chiarimento politico con l’unico obiettivo di ritrovare l’unità d’intenti e superare questa fase».

In pratica, o si trova una sisntesi o se ne fa nulla.

Ma cosa dite?

FRANCESCO DE ANGELIS E ANTONIO POMPEO

Non ci sta Francesco De Angelis. Il leader di Pensare Democratico respinge al mittente quella lettera. Sono i presupposti a fargliela considerare irricevibile.

«Nel merito non vedo alcuna ragione per una scelta che considero divisiva. A Ceccano il circolo ha deciso in piena autonomia di dare vita (con un solo voto contrario) ad una lista civica. A Pontecorvo il circolo ha deciso all’unanimità di fare ricorso alle primarie e di candidare alla carica di sindaco Gabriele Tanzi. Mi chiedo davvero dove stanno i problemi. Qualcuno me lo deve spiegare perché sul serio non capisco».

C’era un equilibrio, c’era un patto. Che individuava anche le sfere di competenza destinate a ciascuno in base alla propria dimensione. «Non capisco le richieste di chiarimento. Avevamo deciso insieme il profilo unitario del congresso e del candidato alla segreteria. Cosa è cambiato? Nulla. Per quanto riguarda la nomina della segreteria politica, come sempre avvenuto, si tratta di una competenza del segretario. Ergo, deciderà in autonomia Luca Fantini».

Per Francesco De Angelis quella lettera è il sintomo dei vecchi mali dai quali il Pd non è riuscito mai a liberarsi. «Considero un grave errore chiamarsi fuori da un percorso e da una scelta unitaria. Gli avversari sono fuori dal Pd e le polemiche risultano francamente incomprensibili, soprattutto agli occhi dei nostri elettori. Mai come in questo momento serve la massima unità per battere la Destra e i sovranisti». 

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