Il caos rifiuti a Roma? Colpa di Frosinone. I verbali in commissione Ecomafie

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Ha parlato. Ed ha detto la sua verità. L’ha raccontata durante la notte in una lunga audizione di fronte ai senatori della Commissione Ecomafie. Il presidente del Consiglio di amministrazione di Ama (l’Azienda Municipalizzata dei Rifiuti che si occupa della raccolta e gestione delle spazzature a Roma) Daniele Fortini ha messo a verbale cosa c’è dietro al caos immondizie nella Capitale, come funzionano in realtà gli impianti, perché si deve ricorrere alla Saf della provincia di Frosinone ed al termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, come funzionano gli impianti ciociari.

I rischi di infiltrazione
«Il rischio di infiltrazione criminale in Ama non è propaganda» mette a verbale il presidente Daniele Fortini. Cita «il nome della società che è Pmr, i responsabili sono stati arrestati con l’operazione Alchemia perché sospettati di appartenere a clan di ‘Ndrangheta». La Pmr service «gestiva la movimentazione dei rifiuti nelle vasche dei Tmb di Rocca Cencia e Salario», e «arriva in Ama in 2010 con affidamenti diretti senza gara e non ne esce fino al 2015», il tutto a fronte di «900mila euro l’anno di affidamenti diretti».

Le accuse all’assessore Muraro
L’assessore all’Ambiente del Comune di Roma nella giunta Raggi, Paola Muraro, «in Ama non era una semplice consulente, non era una persona che gestiva relazioni con autorità terze per quanto di sua competenza, responsabile Ippc, ma in quanto responsabile Aia aveva compito ben retribuito di omologare i rifiuti in ingresso, validare processo lavorazione, omologare i rifiuti in uscita» dagli impianti. Quindi ≤un delicato incarico e compito, per la quale da 12 anni ha la fiducia azienda≥, per cui Muraro ≤è stata una persona influente, non una dei tanti consulenti, visto che Ama ne ha tre e da 12 anni solo una≥. Se Muraro lo fosse stata ≤non avrebbe avuto le possibilità» che ha avuto, aggiunge.

Parla perché é risentito per il blitz compiuto dall’assessore in diretta Facebook? «Io posso parlare di fronte a qualsiasi platea, la cosa che mi ha amareggiato è stata l’imboscata di una persona amica che non può avere una tale caduta di stile» dice Fortini.

Asserviti a Cerroni
Fortini continua la sua audizione parlando di un’Ama che negli anni non ha pensato innanzitutto ai cittadini ma è stata completamente asservita agli interessi del gruppo dell’avvocato Manlio Cerroni, il dominus delle discariche romane: con affidamenti diretti, senza gara e contratto, per milioni di euro e con una gestione finalizzata a rendere necessario il ricorso agli impianti del gruppo privato.

Il tritovagliatore? Una frode
L’amministratore di AMA ha, inoltre, definito il tritovagliatore di Cerroni una truffa, realizzato in un luogo diverso da dove doveva essere costruito proprio per lucrare prezzi di conferimento fissati al di fuori della tariffa ed assolutamente esorbitanti. Dominus di questo sistema era Panzironi (arrestato nel procedimento per Mafia capitale e condannato a cinque anni per la parentopoli romana dei rifiuti) uomo di fiducia del sindaco Gianni Alemanno, mentre l’attuale assessore all’ambiente della giunta grillina di Roma, Paola Muraro, era consulente con posizione nell’azienda assai influente. Fortini ha rivendicato di essersi, nei suoi due anni di gestione, recisamente opposto al sistema Cerroni ed all’uso del tritovagliatore, portando la differenziata dal 31 al 42 per cento e facendo una gara per conferire in altri impianti i rifiuti romani.

Cerroni, però, con l’avvento del sindaco Raggi è tornato di prepotenza, tanto che l’assessore Muraro ha imposto a Fortini, nella famosa diretta streaming, di tornare ad utilizzare il tritovagliatore “truffa”.

La Saf di Frosinone e il termovalorizzatore di San Vittore
Nel corso della sua audizione il presidente Daniele Fortini ha detto che a Roma non c’è un ciclo integrato dei rifiuti. Ha detto che il modello funzionante da prendere come esempio sarebbe stato Frosinone. Ha parlato dell’impianto della SAF a Colfelice e del termovalorizzatore di San Vittore. Quest’ultimo, giudicato «un impianto moderno di assoluta efficienza, mentre quello di Colleferro è un ferrovecchio, che si rompe in continuazione».

Lo stabilimento di Trattamento Meccanico Biologico della Saf (proprietà di tutti i Comuni della provincia di Frosinone) «ricevendo trecento tonnellate giornaliere di rifiuti romani, consente al ciclo della città capitale di non collassare. Tanto che la recente crisi è addebitabile anche al mancato conferimento per circa un mese presso la SAF».

Il ruolo della Saf
Su questo punto, la versione ufficiale del presidente Ama non ha dubbi: il ruolo della Saf per evitare che Roma affoghi nell’immondizia è fondamentale, tanto è vero che «il mancato ritiro di circa 300 tonnellate/giorno da parte di Saf ha determinato, per il periodo di 36 giorni, l’accumulo di circa 7.000 tonnellate nelle fosse di ricezione dei Tmb di Ama e l’affanno degli impianti, che comunque hanno sempre lavorato entro i limiti delle autorizzazioni». Lo stop era stato determinato da un fermo tecnico per manutenzione. Appena risolto, l’otto luglio arriva il via libera al piano straordinario di pulizia dell’AMA. Il Campidoglio scrive: «La partecipata capitolina, per svolgere al meglio il lavoro, si avvarrà di nuovi accordi recentemente stipulati: con la Saf di Frosinone (conferimento di 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno) e con il Colari (200 tonnellate in più nei prossimi 10 giorni)».

La Società Ambiente Frosinone venne costituita sulle ceneri di quella che era la società Reclas che all’inizio degli anni Novanta vedeva insieme i Comuni ed un socio privato. Chi? Proprio quel Manlio Cerroni oggi al centro delle indagini sui rifiuti romani. A metterlo alla porta e costituire una società interamente pubblica fu l’amministrazione provinciale di Frosinone che la affidò all’allora consigliere provinciale Cesare Fardelli.

Le firme su quei provvedimenti sono dell’allora presidente Francesco Scalia. «Dopo avere sentito parlare Fortini, mi sono sentito orgoglioso di aver, da giovane Presidente di Provincia, con l’aiuto di un ottimo amministratore come Cesare Fardelli, estromesso Cerroni, dalla gestione dei nostri rifiuti; di aver costituito la SAF, società interamente pubblica; di aver ammodernato l’impianto di Colfelice; di aver autorizzato il termovalorizzatore di San Vittore; di aver chiuso, in provincia, il ciclo integrato dei rifiuti. Tutto ciò tra le proteste di tanti e nell’incomprensione dei più».

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